venerdì 7 novembre 2008

26 MARZO A PIAZZA S.GIOVANNI: VELTRONI E ANNA FINOCCHIARO

IL 26 MARZO 2008, VALENTINA SPATA PRESENTA VELTRONI E ANNA FINOCCHIARO IN PIAZZA S.GIOVANNI.

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IL DISCORSO IN VERSIONE COMPLETA:

Per troppo tempo abbiamo assistito alla retorica del Mezzogiorno come priorità dello sviluppo nazionale.
Eppure ancora ora questa parte dell’Italia fatica ad essere considerata dalla politica una
questione nazionale, non riuscendo a realizzare le condizioni per liberare le sue migliori energie, in particolare i giovani talenti, e trasformarle in un serbatoio di crescita di cui può beneficiare l’intero Paese. Le giovani generazioni meridionali devono essere libere, non assoggettate all’ intermediazione, all’assistenzialismo. In questo modo si potranno creare le condizioni per assicurare una più facile mobilità sociale, così da determinare un ricambio della classe dirigente in tutti i luoghi di governo,di una società meridionale ancora troppo bloccata. La nostra Sicilia, la nostra Provincia, sono delle grandi perle dell’Italia, delle grandi risorse, e noi tutti insieme dobbiamo e vogliamo trasformare i caratteri della nostra società, correggendone le storture e i ritardi, ampliando le opportunità e la libertà disponile per le giovani generazioni, tutto ciò è possibile solo a partire da un’analisi
chiara, e sintetica, del Paese in cui viviamo, visto con gli occhi delle ragazze e dei ragazzi a cui vogliamo rivolgerci perché con noi siano protagonisti di questo cambiamento.
L’incertezza e la precarietà sono due condizioni diffusissime nella nostra generazione, ben oltre quanto già lasci immaginare il quadro ristretto di progettualità possibili con contratti a tre mesi, stipendi ridotti e assenza di diritti e garanzie: il problema è più ampio e complesso non è solo legato alla condizione del lavoro.
È il significato stesso del lavoro ad essere mutato, a non offrire più né senso né identità alle vite di chi lo incontra, a non essere uno strumento di progettualità, ma bensì un incerto mezzo di sussistenza:il lavoro non da speranze o certezze, non offre più una storia collettiva, è un percorso disconnesso e differente, individuale, singolo, spesso rimediato proprio grazie al nucleo ristretto degli affetti o peggio in canali opachi che conducono all’economia sommersa e al lavoro nero.
Abbiamo bisogno di un’agenda riformista coraggiosa e chiara, che definisca con i fatti la vera missione di questo Governo, abbiamo bisogno di credere in ciò che può realizzare quello che noi siciliani desideriamo da tempo: legalità e lotta alla mafia, sicurezza, lavoro e infrastrutture.
Noi chiediamo scelte coerenti con l’impegno di fare del merito e del talento i valori centrali di unpaese che ridefinisce profondamente se stesso.
La libertà e l’autonomia delle giovani generazioni debbono essere i parametri intorno a cui ridefinire il disegno di coesione e di riforma dello stato sociale.
Un’autonomia intesa come libertà di determinare, sulla base del proprio lavoro e impegno, il proprio progetto di vita, senza i condizionamenti sociali ed economici che oggi limitano le possibilità di una parte larga della nostra generazione di scegliere la propria strada.
Noi crediamo nelle pari opportunità, nella possibilità data ad ognuno di scoprire liberamente le sue vocazioni e capacità, di formarsi per renderle più forti e ricche e di riuscire così a dare concretezza ai propri sogni e aspirazioni.
Noi vogliamo una società in cui la speranza di poter cambiare il proprio destino, la propria condizione sociale, sia un diritto di tutti.
Noi, con un po’ di poesia, rivendichiamo il diritto a sogni molto concreti: vogliamo una vita che assomigli ai nostri migliori slanci, alle nostre più ardenti passioni, ai nostri migliori desideri.
Il valore di un uomo non è ciò che possiede: noi crediamo nell’etica del lavoro dell’impegno, del sacrificio, non nella logica della rendita e della difesa ad oltranza delle posizioni acquisite.
Noi siamo pronti a lavorare uniti all’interno del nostro nuovo partito, all’interno del Partito Democratico, che oggi è l’unico soggetto politico che ci da la possibilità di cambiare veramente l’Italia e soprattutto di cambiare finalmente la Sicilia e di liberarla dopo tanti anni dal tumore che a poco a poco ci sta lacerando: la Destra.
Il nostro deve essere un riformismo dal basso, vissuto e organizzato nella società, perché la rivoluzione culturale e morale che dobbiamo portare nel nostro Paese ha bisogno di una politica nuova le giovani generazioni hanno manifestato a più riprese una profonda distanza con il modello di società proposto dalla destra.
Nello svolgersi delle espressioni di voto nel periodo che abbiamo alle spalle, è maturata
progressivamente una domanda di senso verso la Politica che va oltre il semplice consenso elettorale e descrive, forse per la prima volta negli ultimi venti anni, una vicinanza etica ai valori della sinistra da parte delle giovani generazioni.
Una vicinanza etica legata a valori storici della nostra tradizione politica come la solidarietà, la pace, la legalità, la giustizia sociale, ma anche a valori nuovi ed emergenti, che spesso si sono manifestati in forme inedite di mobilitazione e di interesse, in una cornice di nuove idealità politiche che un grande partito di sinistra, come Il Partito Democratico, deve fare pienamente proprie: dalla richiesta di equità globale
allo sviluppo sostenibile, dai diritti e le libertà individuali e civili, fino ad una nuova e moderna idea di laicità.
Noi dobbiamo essere in grado di raccogliere e sviluppare questa domanda
in forme nuove rispetto a quelle del passato, per far sì che non si disperda in mille rivoli o subisca i riflussi pericolosi dell’antipolitica e del disinteresse.
Questa, per noi, è una delle sfide più importanti che ha davanti a sé il nostro partito e la nostra organizzazione: aprirsi al contributo umano e ideale delle giovani generazioni, rappresentarne a pieno le esigenze e i bisogni, avviare un processo di rinnovamento della politica e della società italiana a partire dal lavoro e dall’investimento sui giovani che già vivono l’impegno politico nel partito per guardare oltre e includere nuovi soggetti, nuove idealità, nuove esperienze e affrontare il percorso di costruzione della nuova soggettività della sinistra organizzata in Italia con un punto di vista e con progetti più nuovi, dinamici, al passo con le sfide del terzo millennio.
Anche per questi motivi, vogliamo essere protagonisti del dibattito sul futuro della Sinistra riformista, senza remore né paure, consapevoli della sua complessità e della sua importanza, ma anche convinti che riguardi anzitutto noi giovani, in quanto figli di una stagione nuova e diversa della politica e soprattutto perché naturalmente portati a immaginarci il futuro e a pensarci in
funzione di esso. Un dibattito che sarà utile alla politica e all’Italia se però, dopo troppi anni di stallo e di indecisioni, saprà produrre risultati e percorsi reali e concreti di iniziativa politica.
Il cuore della nostra sfida dei prossimi anni è tutto qui: cambiare l’Italia e cambiare la Sicilia.
È con questa idea di Paese in mente che chiediamo un salto di qualità del Governo nella sfida delle riforme: lo chiediamo al nostro partito, a Veltroni e ad Anna Finocchiaro, che con tutto il nostro augurio ed il nostro aiuto speriamo possa vincire per noi ed insieme a noi queste elezioni.
Per quanto ci riguarda, noi dovremo prepararci a convincere e motivare le giovani generazioni a fare la loro parte, quella non dei semplici spettatori ma di attori protagonisti della costruzione della società che vogliamo.

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