martedì 18 novembre 2008

I GIOVANI E LA POLITICA: LA QUESTIONE GENERAZIONALE


Negli ultimi anni abbiamo assistito al progressivo riavvicinarsi dei giovani all'impegno pubblico e alla partecipazione politica. La nuova partecipazione giovanile - che va dalla partecipazione a una singola manifestazione alla militanza in organizzazioni politiche, passando per l'impegno nelle associazioni di volontariato - fa emergere una generazione sospinta da una forte tensione etica sui temi nazionali ed internazionali e da nuovi bisogni che non trovano soluzione nel nostro stato sociale. Una generazione che tiene insieme impegno locale e cittadinanza globale. Una generazione insicura che chiede alla politica, al governo, alle istituzioni di essere accompagnata nel futuro, lavorando per un mondo di pace più sicuro e più giusto, e per uno stato sociale che rinnovi le sue reti di protezione e sia in grado di rispondere ai bisogni emergenti.La questione generazionale che si pone non viene vissuta dei giovani in termini di "scontro", ma siamo di fronte a trasformazioni sociali che hanno determinato il fatto che l'unico welfare a disposizione delle ragazze e dei ragazzi italiani sia quello familiare. La politica deve farsi carico di questa questione. I giovani democratici sono consapevoli del fatto che vincere la sfida per il futuro delle nuove generazioni significa costruire il futuro della nostra società e affrontare la sfida per la modernizzazione del nostro Paese.Parlare di giovani in passato ha spesso significato ragionare di disagio sociale, limitandosi ad affrontare i nuovi problemi solo in termini di emergenza, agendo solo sugli effetti senza indagarne le cause più profonde. Se è vero come è vero che esistono due tipi di disagio, l'uno causato da patologie reali e l'altro - risolvibile - determinato dal passaggio all'età adulta, sinora la politica e i governi a tutti i livelli si sono dedicati in maniera preponderante al primo, dimenticando di attivare politiche di promozione necessarie a garantire quell'eguaglianza nelle opportunità che noi vogliamo mettere al centro della nostra azione di governo per il futuro.Riscontriamo la necessità di ragionare di un nuovo patto tra le generazioni, che nulla tolga a quelle più anziane, ma garantisca un futuro più sicuro a noi ragazzi. Un patto che garantisca un diritto di cittadinanza attiva alle nuove generazioni, che ne liberi le tante energie inespresse a causa dei tanti lacci ancora imposti alle nostre capacità,intelligenze e creatività. Nel sociale, nella sanità,nell'ambiente, noi dobbiamo cogliere le nuove esigenze, farci pionieri nella costruzione di reti di protezione per le famiglie e gli individui. Noi giovani democratici vogliamo contribuire a sanare un deficit di garanzie e tutele che è prima di tutto nazionale, così da iniziare a costruire dal basso uno stato sociale rinnovato.Siamo consapevoli dell'esistenza di una questione legata alla rappresentanza delle giovani generazioni, non vogliamo negare questo problema e intendiamo farcene carico pienamente. Ma il problema della rappresentanza non troverà compiutamente una risoluzione sino a quando non ci sarà un completo riconoscimento del ruolo dei giovani nella società attraverso la promozione di un diritto di cittadinanza attiva e sovrana senza cui non vi può essere consapevolezza e partecipazione e la frattura tra giovani e politica tenderà inevitabilmente ad allargarsi.Nella nostra realtà sono presenti e operano attivamente molte associazioni giovanili o che a vario titolo si occupano di giovani generazioni. L'associazionismo, la cooperazione, il privato sociale hanno contribuito in maniera straordinaria alla coesione sociale della nostra comunità, per questo noi crediamo sia necessario continuare ad investire sui giovani scoprendo nuove aree di collaborazione e cercando di dare una risposta a
a un problema reale della società italiana: la bassa mobilità sociale e un bassissimo accesso delle giovani generazioni al fare impresa. Una nuova classe imprenditoriale, nuove e giovani imprese che nascono sono la prima e più efficace soluzione alla crisi di competitività e di innovazione della nostra industria e al trasferimento e alla delocalizzazione dei vecchi comparti industriali. Per questo il nuovo welfare delle opportunità che immaginiamo deve anche comporsi di strumenti di investimento sulle idee e le capacità delle giovani generazioni. Una vera autonomia delle giovani generazioni non si può ottenere però senza una forte politica di diritto alla casa e all'abitazione. Crediamo che per costruire quel sistema articolato e strutturato di opportunità, diritti e garanzie che abbiamo chiamato welfare delle giovani generazioni siano necessarie più che in passato forme di coordinamento delle azioni che le nostre amministrazioni metteranno in campo. Per questo le nostre amministrazioni dovranno dotarsi di assessorati alla politiche giovanili opportunamente finanziati che possano trovare un momento di sintesi provinciale in una consulta provinciale per le politiche giovanili dove darsi indirizzi e strategie d'azione comuni.La creazione, al contempo, di un Forum dei giovani composto da tutte quelle associazioni giovanili o da altri soggetti che in qualche modo si occupano di loro, può costituire un altro straordinario strumento capace di rappresentare un luogo d'incontro, dialogo e confronto di un'intera generazione.

Valentina Spata

Nessun commento: