mercoledì 26 novembre 2008

MOZIONE PRESENTATA IN SENATO DAL PARTITO DEMOCRATICO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE


Mozione

Il Senato,

premesso che

la violenza, prevalentemente intrafamiliare, è la prima causa di morte delle donne;
in Italia, secondo i dati ISTAT e del Ministero dell'interno, nel corso dell'ultimo anno, un milione di donne ha subito violenza fisica o sessuale e nei primi 6 mesi del 2007 ne sono state uccise 62, 141 sono state oggetto di tentato omicidio, 1.805 sono state abusate, 10.383 sono state vittime di sevizie o maltrattamenti;
dal 2004 al 2005 le violenze sessuali sono aumentate del 22% e un caso su tre di decessi consequenziali a violenze carnali riguarda attualmente donne uccise dal marito, dal convivente o dal fidanzato;
sono in costante ascesa le molestie ripetute e ossessive (c.d. stalking) nei confronti di donne che sfociano spesso nell’uccisione della vittima o che comunque le causano rilevanti pregiudizi psico-fisici;
l'intensità e il grado di diffusione di tali forme di violenza e abuso nei confronti delle donne sono tali da avere suggerito la letteratura sociologica a coniare il termine di “femminicidio”, a proposito di tale attacco alle donne intese come genere;
per la copertura degli oneri derivanti dal decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, recante disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie, il Governo ha operato numerosi tagli alle autorizzazioni di spesa previste dalla legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008); in particolare, tra le varie e numerose autorizzazioni di spesa, prima azzerate e poi ripristinate, si segnala quella per il fondo, con una dotazione di 20 milioni di euro per l'anno 2008, destinato a un Piano contro la violenza alle donne, istituito dall'articolo 2, comma 463, della legge finanziaria 2008, finalizzato alla prevenzione, all'informazione, alla sensibilizzazione nei confronti del fenomeno della violenza contro le donne, nonché al sostegno dei centri antiviolenza e delle case-rifugio;
nel disegno di legge recante "disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato" di cui all'AS 1209, non è previsto il ri-finanziamento per l'anno 2009 del medesimo fondo per il Piano contro la violenza alle donne, né tantomeno sono previste misure di sostegno per i centri anti-violenza, in particolare di quelli del Mezzogiorno, che versano in condizioni di grave difficoltà;

considerato che

tali strutture svolgono quotidianamente un'azione di assoluto rilievo non solo nella tutela, nell'assistenza delle vittime, ma anche nel contrasto agli abusi e alla violenza contro le donne;
è in tal senso particolarmente significativo che nelle zone nelle quali sono presenti centri anti-violenza o case-rifugio si sia potuto registrare un significativo incremento nel tasso di denunce, tale da contribuire a ridurre sensibilmente l'entità della cifra oscura;
tale circostanza dimostra come la presenza sul territorio di simili strutture concorra a sostenere le donne vittime di violenza nel difficile percorso di rielaborazione e denuncia del crimine subito, contribuendo a formare una coscienza collettiva sensibile al problema e consapevole della necessità di promuovere una cultura rispettosa della differenza e del valore della donna nella società, secondo quanto auspicato tra l'altro dall'Unione europea e dalla Conferenza di Pechino del 1995;

impegna il Governo

a stanziare risorse adeguate al fine di promuovere la diffusione in tutte le zone d'Italia e in particolare nel Mezzogiorno, dei centri anti-violenza e delle case-rifugio, quali strutture indispensabili per la tutela delle vittime di violenza sessuale, nonché per il contrasto a tale crimine, la sensibilizzazione della società nei confronti di questo fenomeno e la promozione di una cultura che riconosca il valore e i diritti delle donne;
a valorizzare la funzione dei centri-antiviolenza e delle case-rifugio, destinando a tali strutture finanziamenti sufficienti rispetto ai loro compiti, tipizzandone tra l'altro funzioni e finalità, nonchè mettendo a disposizione delle donne che non comprendano la lingua italiana un mediatore culturale per comunicare con il personale dei centri;
a istituire un Registro dei centri accreditati in base a precisi criteri, nonché un coordinamento nazionale dei centri anti-violenza;
a ricomprendere, all'interno dei livelli essenziali delle prestazioni di accoglienza e socio-assistenziali, di attività a tutela delle donne vittime di violenza, quali in particolare quelle volte all'assistenza e al soccorso di tali persone, nonché all'istituzione di centri antiviolenza e case-rifugio per l'accoglienza temporanea alle persone che subiscono violenza, anche ad indirizzo riservato, cui attribuire competenze nell'ambito della progettazione dei percorsi di reintegrazione personale e sociale


Ordine delle firme

FRANCO Vittoria
FINOCCHIARO
ADAMO
AMATI
ANTEZZA
BAIO
BASTICO
BERTUZZI
BIANCHI
BLAZINA
CARLONI
CHIAROMONTE
DELLA MONICA
INCOSTANTE
MAZZUCONI
MONGIELLO
NEGRI
PIGNEDOLI
PORETTI
SOLIANI

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