lunedì 26 gennaio 2009

27 GENNAIO GIORNO DELLA MEMORIA; L'OLOCAUSTO!!!!





GIOVANI DEL PARTITO DEMOCRATICO
di Ragusa

GIORNO DELLA MEMORIA: PER NON DIMENTICARE!!!!

La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. »
Il termine olocausto viene principalmente utilizzato per indicare lo sterminio sistematico di circa dei 7,5 milioni di ebrei che vivevano in Europa prima della seconda guerra mondiale. Il numero delle vittime è confermato dalla vasta documentazione lasciata dai nazisti stessi (scritta e fotografica) e dalle testimonianze dirette (di vittime, carnefici e spettatori) e dalle registrazioni statistiche delle varie nazioni occupate.Ma il termine olocausto viene usato, anche, per descrivere l'omicidio sistematico di altri gruppi che vennero colpiti nelle stesse circostanze dai Nazisti, compresi i gruppi etnici Rom e Sinti (i cosiddetti zingari), comunisti, omosessuali, malati di mente, Testimoni di Geova, russi, polacchi ed altre popolazioni slave. Aggiungendo anche questi gruppi il totale di vittime del Nazismo è stimabile tra i dieci e i quattordici milioni di civili, e fino a quattro milioni di prigionieri di guerra.
Oggi, giornata della Memoria, noi giovani del Partito Democratico, ricordiamo con la giusta e doverosa solennità e gravità, l'olocausto degli Ebrei e - insieme a questo fatto - lo sterminio di tanti "diversi" .
“A coloro che ancora oggi sostengono che l’Olocausto non sia mai esistito, o che ne sia stata amplificata la portata”, si deve rispondere ribadendo la determinazione ad “onorare la memoria di uomini, donne e bambini, innocenti, uccisi per mano dei nazisti e dei loro complici”. Questa ricorrenza cade nell’ambito delle commemorazioni del 60.mo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, il primo documento globale a sancire la dignità e l’uguaglianza di tutti gli esseri umani.
Orrori non vissuti in prima persona, drammi apparentemente lontani non devono indebolirsi, smarrirsi nella quotidianità e riproporsi in disumane tesi antisemite. Ci sono testimonianze, quelle dei sopravvissuti dell’Olocausto, che devono riflettersi in ogni tempo per divenire un monito indelebile per l’umanità. Sulla tragedia vissuta dagli ebrei negli anni della Seconda guerra mondiale, ecco la testimonianza rilasciata da un rabbino sopravvissuto :“Io per molti anni mi sono svegliato tremando, perché rivivevo quello che era successo. Quindi, ero veramente angosciato perché non avevo nessuna voglia di ricordare, ma tutte le notti, per dieci anni, me le sono riviste davanti agli occhi, quelle scene tremende cui avevo assistito”.Riapriamo la drammatica pagina dell’arrivo ad Auschwitz con il ricordo dell’ebreo italiano, “Siamo scesi giù come tanti sacchi di cemento, incolonnati. La mamma ha capito che andavamo lì a morire e ha detto: Nedo, Nedo, Nedo! Abbracciami, Non ci vedremo mai più! E così è andata”.Ma non basta ricordare, onorare e piangere le vittime dell’odio nazista: si deve infondere il rispetto per la diversità prima che si radichi l’intolleranza. Alla memoria, che lo scorrere del tempo potrebbe affievolire ma non cancellare, si deve associare la conoscenza storica per evitare che l’umanità del Terzo millennio possa conoscere ancora orrori simili a quelli avvenuti nei campi di sterminio nazisti. Allora noi giovani dobbiamo riflettere su ciò che è successo in passato perché si capisce benissimo che cosa sia successo, ma non il perché. Anche oggi in certi frangenti, in certi ambienti, l’irrazionalità ancora trionfa. Se andiamo a leggere i libri di storia di certi Paesi, dove ancora ci
sono regimi antidemocratici, possiamo notare, purtroppo, che la storia è sempre quella. Bisogna cominciare dall’infanzia a divulgare idee di amicizia, di solidarietà verso l’altro”. Ci sono state persone che hanno detto ‘no’ alla violenza, all’intolleranza e al terrore di quegli anni salvando la vita di molti che erano perseguitati. Tra queste c’è anche mons. BENIAMINO SCHIVO, che porta il titolo di “Giusto tra le genti”, che l'anno scorso ha ricevuto al Quirinale la medaglia d’oro al merito civile durante la cerimonia di celebrazione del “Giorno della Memoria”, ma c’è ne sono tanti altri “Giusti”, come GIORGIO PERLASCA e tanti altri ancora che hanno messo a rischio la propria vita per salvare tantissime vite umane innocenti.
Prendiamo esempio da queste persone “Giuste” per evitare che nella storia possa ripetersi un errore simile anche in forma più lieve, perché c'è un altro olocausto che rischia sempre ogni giorno di essere perpetuato. Un olocausto che diventa "cultura", anche questo olocausto "silenzioso" chiede di essere smascherato.
Come il 27 gennaio di molti anni fa, ad Auschwitz, l'esercito Russo ha "scoperto" l'abominio dell'orrore nazista, oggi occorre scoprire e smascherare i tanti orrori, alcuni già manifesti, altri "sotterranei" alla nostra società contemporanea. C'è un problema di memoria: verissimo. Un problema però che non coinvolge solo il lontano ricordo di quegli eventi storici, ma anche la nostra memoria "attuale", quella memoria realizzata nel nostro presente che può diventare, ancora oggi, fonte di male e di morte. Il bullismo nelle scuole, le ronde di cittadini che si fanno giustizia da soli, i discorsi e gli atteggiamenti razzisti, l'opinione in base alla quale non vi può essere altra idea con cui confrontarci, oltre la nostra....sono tutti momenti di questa "cultura", tanto comune da rischiare di essere una specie di "fiume carsico", sotterraneo e pronto a uscire dalla terra, portando con sè tutto il suo strascico di male. In questo Giorno della Memoria, allora, noi giovani democratici, non possiamo non ricordare il passato con la massima fedeltà ad esso possibile: e la fedeltà alla memoria è l'imperativo di imparare da essa a non ripetere gli errori del passato; che poi si trasforma, quotidianamente, nell'attenzione a non crearci e cullarci in una cultura oggi sotterranea, e domani capace - un domani che spero non debba mai venire - di portarci ad un nuovo olocausto.
Ragusa, lì, 27 Gennaio 2009

LaResponsabile dei Giovani Pd
Valentina Spata

Nessun commento: