domenica 22 marzo 2009

SECONDA ASSEMBLEA NAZIONALE GIOVANI DEMOCRATICI: 15 MARZO MILANO!! UN'EXIT STRATEGY PER IL FUTURO!!!!!


2 ASSEMBLEA NAZIONALE GIOVANI DEMOCRATICI: 15 MARZO MILANO
UN’EXIT STRATEGY PER IL FUTURO!!!!!


Care ragazze e Cari Ragazzi,
il 15 Marzo si è tenuta presso la fiera di Milano la Seconda Assemblea Nazionale dei Giovani Democratici.
I giovani delegati presenti, eletti con le primarie, erano circa 1000.
L’Assemblea è iniziata con i Saluti del Segretario Nazionale dei Giovani, Fausto Raciti, che ha affermato che “i Giovani Democratici saranno parte attiva alle Europee con un candidato scelto insieme”.
Fausto nella sua relazione ha parlato di temi come la crisi, il welfare, l'ambiente e in generale i problemi che oggi noi ragazzi ci trovano ad affrontare quotidianamente.
Ha parlato anche di cultura e Università, di scuola e delle conseguenze del decreto Gelmini e infine ha parlato della partecipazione di tanti giovani che in questi mesi è aumentata.
Devo dire che l’entusiasmo e la grande partecipazione hanno reso magica questa seconda assemblea.
L’intervento del Segretario Nazionale del Pd Dario Franceschini è stato molto sentito da noi giovani in quanto a differenza di altri ha preso a cuore la questione generazionale ed il futuro dei giovani nel Pd e nel Paese.
Ci sono state tanti standing ovescion e tanti applausi per le parole dette da Franceschini.
Durante il suo intervento, Dario Franceschini ha invitato i giovani a guardare avanti, al futuro: "in America, Obama ha vinto rovesciando la gerarchia dei valori proprio nel paese in cui sembrava più difficile farlo". L'Italia si avvia a votare per il Parlamento europeo e rischia di farlo "senza parlare di Europa: per la destra l'Europa è sempre stato un ostacolo, se non un pericolo". Ora, invece, "la crisi ha fatto capire a tutti che la dimensione europea è quella del nostro futuro, e i ragazzi della vostra generazione sono molto più europei dei governi nazionali". I giovani del Pd non devono riproporre quelledivisioni interne che hanno messo in difficoltà il partito: "Ho i brividi all'idea che tra i giovani possano esserci i franceschiniani, i dalemiani, i fassiniani. Non dividetevi in base alle vicinanze a un capo o all'altro, fatelo in base alla vostra autonomia. Siate autonomi, a 20 anni non bisogna aver paura di dire una cosa contro".
Importantissimo è stato il momento in cui si è votato a favore dell’istituzione di 3 grandi commissioni:
CRISI E WELFARE
AMBIENTE E PIANO ENERGETICO
SAPERE (UNIVERSITA’ E SCUOLA).

Personalmente parlando, penso che noi Giovani della Provincia di Ragusa, dovremmo presentare dei documenti a riguardo il Piano energetico che risulta penalizzato in Sicilia e per ciò che concerne la Scuola e l’Università in Sicilia.
Aggiungo anche una richiesta che ci può essere di aiuto, quella di avere in tutte le regioni e in tutte le province le relazioni scritte all’assemblea per conoscere meglio le proposte e le relative iniziative.

A tal Proposito volevo comunicarvi che alla fine dell’Assemblea, prima della chiusura dei lavori, si è votata la Direzione Nazionale e noi giovani della Provincia di Ragusa abbiamo espresso il nome di Leoluca Catania.
Inoltre, vi ricordo che i delegati presenti erano: Giovanni La Terra Bellina, Biagio Guastella, Leaoluca Catania, io e il nostro segretario provinciale Gianni Scala. Vi voglio far notare questo piccolo ma importante particolare perché con orgoglio la delegazione di Ragusa era presente quasi al completo (4 delegati su 5).
Inoltre, vorrei esprimere le mie considerazioni a riguardo il tesseramento. Purtroppo, non abbiamo avuto il tempo per intervenire, altrimenti avrei richiesto la stesura di un regolamento provvisorio concernente il tesseramento dei giovani e le modalità e tempi dei congressi cittadini dei giovani.
A mio avviso i Congressi cittadini sono di estrema importanza in quanto ci permettono di avere una struttura definita per poter svolgere al meglio la politica nei territori. Senza aver definito ruoli e responsabilità purtroppo continua ad esserci confusione e scarsa organizzazione.

Se fossi intervenuta avrei richiesto anche l’aggiornamento continuo del Sito dei Giovani democratici, poiché è un mezzo di comunicazione che ci permette di interagire in ogni parte d’Italia. (ad esempio: se le relazioni fossero inserite sul sito avremmo tutti l’opportunità di leggerle).

A fine Assemblea è stato presentato un logo dei Giovani Democratici, che a mio avviso era molto confusionario, e per fortuna dopo la votazione non è stato approvato. Io penso che si debba mantenere il logo GD, ma nel caso non sia possibile allora presenteremo noi una bozza di logo nella speranza che si trovi al più presto un simbolo identificativo.

Concludo col dirvi che l’esperienza del 15 Marzo, purtroppo ultima Assemblea, è stata molto significativa.
A mio avviso è stata, a differenza della Prima, un’assemblea in cui si è discusso veramente di Politica con la P maiuscola e si sono fatte proposte concrete e utili per il nostro percorso.
Il Discorso di Franceschini è stato molto costruttivo e ci deve servire per capire che i Giovani Democratici devono essere un gruppo unito al Partito Democratico ma non dipendente da esso e dai suoi dirigenti.
Il Percorso giovanile deve essere diverso e non ancorato al passato, deve essere un percorso nuovo che voglia dare esempio a chi ancora oggi non ha capito che il nostro paese ha bisogno di avere una politica rinnovata e diversa.
Ma questa esperienza è stata significativa in quanto anche per ciò che riguarda la Provincia di Ragusa siamo arrivati ad una svolta positiva e ad un allargamento di orizzonti prima ostruiti da un ragionamento strettamente legato alla vecchia formazione politica e a divergenze futili.
Oggi, mi auguro che noi Giovani Democratici di tutta la Provincia di Ragusa iniziamo a lavorare in perfetta sintonia per il bene del nostro territorio e della nostra Regione.
Il nostro primo obiettivo deve essere quello di rimanere tutti uniti per avere forza maggiore e per far si che questo nuovo soggetto politico possa dare fiducia e stimoli a tanti ragazzi e a tutti i cittadini che in questo momento sono smarriti e non hanno un orientamento politico ben preciso.
Auguro a tutti un buon lavoro!!!!

La Referente dei Giovani del Partito Democratico di Ragusa
Valentina Spata

FRANCESCHINI A UNO MATTINA: APRITE GLI OCCHI

Aprite gli occhi
Franceschini a UnoMattina: "Berlusconi è l'unico capo di governo che ignora la crisi" Migliaia di posti di lavoro scomparsi, altri ancora rischiano di saltare da qui a qualche mese. La crisi c’è e si vede. Solo il governo minimizza e sorride ai numeri in rosso. Eppure la gente lo sa, non basta l’ottimismo per arrivare a fine mese. Il PD ha chiesto più volte risposte chiare e azioni concrete per rispondere all’emergenza, per ridare fiducia agli italiani. Oggi il segretario del PD, Dario Franceschini, lo ha ribadito a ‘Unomattina’ su Rai Uno."Berlusconi non è ottimista, finge di esserlo. Non è un atteggiamento corretto, giusto e onesto, ed è diverso dagli altri capi di governo che non negano la crisi, ma la affrontano con misure concrete". Il segretario dei democratici critica severamente l'atteggiamento del premier di fronte alla crisi. "Se non hai più un euro con cosa vai a consumare? E oggi anche i redditi fissi sono appena sufficienti a vivere".Franceschini respinge quindi l'accusa della maggioranza, che dipinge il Pd come 'il partito del no': "Diciamo no alle cose sbagliate e sì a quelle giuste. Continueremo a fare così. C'entra solo il buonsenso, e in questo momento il buonsenso dice di occuparsi prima di tutto di chi da solo non ce la fa: redditi bassi, chi perde il posto di lavoro, anziani con pensione al minimo". Per questo il segretario democratico rilancia la proposta dell'assegno per chi perde il posto di lavoro: "Costa 5-6 miliardi, la stessa cifra buttata via con l'operazione sbagliata di Air France-Alitalia e con l'abolizione dell'Ici sulla prima casa anche per i redditi alti". Ma il governo "ci ha detto no, con dieci motivazioni diverse", tra cui quella del premier secondo il quale in questo modo ci sarebbe chi continua a lavorare in nero percependo al tempo stesso l'assegno di disoccupazione: "Significa pensare che l'Italia sia fatta di cattive persone".Il Pd poi, aggiunge Franceschini, avrebbe "continuato nella lotta all'evasione fiscale" per reperire le risorse necessarie a sostenere chi è in difficoltà: "Da quando governa Berlusconi, ci sono 8 miliardi di evasione in più in pochi mesi". Inoltre "avremmo fatto ripartire le imprese con le opere immediatamente cantierabili", ovvero quelle finanziate dai Comuni che invece "sono state bloccate con un'interpretazione restrittiva del patto di stabilità interno"; e "saremmo intervenuti su pensioni e salari bassi, per far ripartire i consumi e quindi l'economia". Infine, "bisognerebbe forzare il sistema bancario a non chiudere le linee di credito alle Pmi".Nel suo intervento alla trasmissione di Rai Uno, Franceschini commenta anche il piano casa che il governo ha proposto in questi giorni. "Far lavorare le Pmi dell'edilizia è utile, - ha affermato - ma danneggiare la qualità delle città, dei centri storici e del paesaggio, che è ciò che ci rende davvero unici, non si può fare. E' tutta immagine".Il leader dei democratici, dunque, boccia l'annuncio di Silvio Berlusconi di un intervento per rilanciare il settore delle costruzioni lasciando liberi di ampliare del 20% la cubatura degli edifici. "Quando il premier dice che con il 20% di cubatura in più ognuno può avere due stanze in più nella propria villetta, si capisce che idea dell'Italia ha Berlusconi... Chi vive in un condominio, chi è in affitto, chi abita nei centri storici, cosa amplia?".Comunque "aspettiamo di vedere cosa esce concretamente come ddl da parte del Cdm".Durante l’intervista Dario Franceschini parla anche delle nomine Rai e nega, dopo il no della maggioranza a Petruccioli, di avere una rosa di nomi per la presidenza della Tv pubblica e anzi ricorda che "le priorità italiani e del Pd sono ben altre", ma "purtroppo c'è una legge sbagliata, che noi abbiamo avversato, che impone che il presidente della Rai sia scelto con un'intesa maggioranza-opposizione perché sono necessari i due terzi, quindi sono costretto ad una trattativa piuttosto sgradevole. Spero che faremo in fretta e bene - aggiunge - e tutto, per quanto mi riguarda sarà pubblico, trasparente: niente di nascosto". Infine, non manca un po’ di imbarazzo, tra l’altro condiviso con buona parte della maggioranza nonché con il presidente della Camera Gianfranco Fini, nel commentare la proposta del premier di intervenire nei regolamenti parlamentari e far votare alle camere solo i capogruppo. "Quando Berlusconi dice queste cose, non si sa se ridere o piangere. – ironizza Franceschini - E' tutto un ingombro alla sua luminosa azione di governo: il Parlamento, le regole della democrazia, in qualche caso purtroppo anche il ruolo di garanzia del Capo dello Stato". "Berlusconi semplificherebbe tutto... – conclude sarcasticamente Franceschini - penso che il passaggio successivo potrebbe essere, invece di avere quattro capigruppo che votano per 600 deputati, avere un tasto solo nel suo ufficio: spinge lui e semplifica ancora di più fa per tutti...

IL GOVERNO DEI NO!!!!

Cari amici,il governo ha bocciato in parlamento la nostra proposta sull?assegno di disoccupazione. Non si trattava di una trovata demagogica ma di una mozione articolata, elaborata dai nostri esperti, dove erano indicati costi e coperture. Un provvedimento assolutamente possibile e necessario, per fare fronte ad una vera e propria emergenza sociale. Per aiutare migliaia di precari che rischiano di ritrovarsi improvvisamente a zero euro. Quello del governo non ?tato solo un no al Pd, ma a tutte quelle persone che la crisi la stanno pagando, ogni giorno, sulla propria pelle. Vi invio il testo del discorso che ho tenuto ieri alla camera.
Dario Franceschini

LE DICHIARAZIONI DI LEONTINI SUL PIANO DI RIENTRO

Comune di Vittoria

Sul “piano di rientro”
e le dichiarazioni dell’ on. Innocenzo Leontini.
Indispensabile una assemblea aperta
in Consiglio Provinciale.

Apprendiamo sorpresi e con una certa preoccupazione della posizione dell’on. Innocenzo Leontini ( vedi la Sicilia di ieri) che si dice contrario alla individuazione dell’Ospedale di Vittoria quale “Ospedale capofila” nella predisposizione di piano in discussione all’ARS. Siamo sorpresi per l’approssimazione con la quale viene fuori questa posizione dello stesso deputato regionale che avanzerebbe invece e in contrapposizione la candidatura dell ‘Ospedale di Modica
Vogliamo cortesemente ricordare all’on Leontini, senza cadere in stupide polemiche campanilistiche, che proprio presso l ospedale di Vittoria ( e Comiso) si trovano al momento reparti specialistici esclusivi come la Chirurgia Vascolare ,, la Neurologia , la Chirurgia Plastica , la Chirurgia Generale Clinicizzata che , appunto, non si trovano in altre realtà provinciali. Riteniamo che altri ospedali possano avere riconoscimenti come quelli che “il piano B” della proposta regionale ha assegnato all’Ospedale di Vittoria ma il solito giochetto a penalizzare il versante ipparino questa volta non può passare. Facciamo appello alla delegazione regionale ragusana a che questo non avvenga più.
Per questo , in sintonia con il sindaco Nicosia che stamane chiedeva che sia tempestivamente convocata la conferenza dei sindaci sul “piano di rientro” , auspichiamo che presto i territori , con la conferenza dei Sindaci appunto ma anche con una assemblea aperta sulla sanità in Consiglio Provinciale , abbiano la possibilità di discutere , condividere o contestare le scelte che alcuni stanno preparando e confezionando nel segreto delle stanze di Palermo e dintorni.

14-3-09 Giovanni Caruano

IL GOVERNO BERLUSCONI RAPINA LA SICILIA ED IL GOVERNO LOMBARDO RIMANE A GUARDARE

PARTITO DEMOCRATICO FEDERAZIONE DI RAGUSA

IL GOVERNO BERLUSCONI
RAPINA LA SICILIA
IL GOVERNO LOMBARDO
STA A GUARDARE
Dal Governo Berlusconi alla Sicilia sono stati sottratti i seguenti fondi (fas ed altri) :
· 124, 5 milioni di euro destinati ad attività varie nel meridione
· 1.115 milioni di euro destinati alla viabilità provinciale di Sicilia e Calabria
· 500 milioni di euro per ICI;
· 450 milioni di euro per rifiuti Campania;
· 200 milioni per rifiuti Palermo;
· 500 milioni di euro per comune di Roma;
· 140 milioni di euro per comune Catania;
· 900 milioni di euro per finanziare la revisione prezzi appalti opere pubbliche;
· 780 milioni per abbattimento ticket;
· 46 milioni di euro per isiole minori.
INOLTRE :
· anno 2009 : 1 miliardo 764,7 milioni di euro;
· anno 2010 : 5 miliardi 839, 2 milioni di euro;
· anno 2011 : 4 miliardi 959,8 milioni di euro;
Complessivamente oltre 17 MILIARDI DI EURO SONO STATI TOLTI ALLA SICILIA ED AL SUD IN 4 ANNI.
Gli elettori e le elettrici siciliani ringraziano il governo Berlusconi per le promesse fatte per il sud
Ringraziano Lombardo perché così difende gli interessi dei siciliani.
Il Partito Democratico è impegnato nel paese ed in parlamento per il ripristino dei fondi sottratti per dare sviluppo alla nostra economia e lavoro.
Partito Democratico

LEONTINI E IL GOVERNO REGIONALE AFFOSSANO GLI OSPEDALI DI VITTORIA E COMISO

Leontini e il Governo Regionale affossano gli ospedali di Vittoria e Comiso .
Ringraziamoli …………..

La “banda bassotti” ha fatto il colpo, la rapina.
Il centro destra penalizza gli Ospedali di Vittoria e Comiso negando autonomia organizzativa e funzionale di tali presidi che dipenderanno adesso dagli Ospedali di Ragusa.

I Vittoriesi ringrazieranno l’on. Leontini e Forza Italia responsabile di questo provvedimento in associazione con l’on Minardo , MPA e l’on Ragusa UDC.
Tutti e tre ,con incredibile faccia tosta ,si presentano in tv a spiegare che tutto è a posto , hanno messo l’ospedale di modica al posto previsto per l’Ospedale di Vittoria con una ipocrisia politica degna del peggiore clientelismo , di chi appunto ha appena fatto il colpo …a danno dei Vittoriesi.

Per non parlare dell’Assessore Incardona che invece sembra sia vittoriese, che non sa niente , non c era , non c’è , non da segni di vita.
Informatelo presto si sta decidendo dei nostri ospedali ………
Ad An infine che adotta un fosso suggeriamo di fare una cosa seria per una volta …….adottate e difendete la nostra Citta e il nostro Ospedale.


Il Partito Demcratico

COMUNICATO STAMPA AREA TEMATICA PROVINCIALE IMMIGRAZIONE

Area Tematica Provinciale Immigrazione - Area Tematica Provinciale Giustizia e sicurezza

COMUNICATO STAMPA


Il 13 febbraio 2009, l’Area Teamatica Provinciale del PD su Immigrazione e su Giustizia e sicurezza, aveva illustrato in conferenza stampa, quanto fosse pericoloso l’emendamento al pacchetto sicurezza del Governo proposto dalla Lega Nord e approvato al Senato, che modifica due commi dell' articolo 35 con la possibilita’ di denuncia da parte del medico della struttura sanitaria dello straniero senza permesso di soggiorno.
Avevamo sottolineato come l'approvazione di una tale disposizione indurrebbe la comunità straniera in Italia a non usufruire del servizio sanitario nazionale con gravissimi rischi per la salute pubblica; inoltre tale norma risulta essere in aperto contrasto con il codice etico e a ledere i diritti umani universali (vita, salute, istruzione dei minori, assistenza…)
Le conseguenze di tale emendamento sarebbero gravissime perche’ si priverebbe dell’assistenza sanitaria essenziale migliaia di bambini che rischierebbero, a causa di un decreto ,di diventare invisibili e senza diritto con un serio pericolo sanitario in tutto il Paese, che sarebbe esposto a possibili epidemie.
L’Area Tematica del PD dunque aderisce con grande piacere alla raccolta di firme contro tale disposizione e per la mobilitazione contro il disegno di legge sulla sicurezza in discussione alla Camera dei Deputati che prevede la cancellazione del divieto di segnalazione per gli immigrati senza permesso di soggiorno che si rivolgono alle strutture sanitarie per curarsi, che si terra’ martedì 17 marzo dalle ore 9 alle ore 19, in Piazza Libertà a Ragusa.
Vogliamo inoltre evidenziare come il lavoro fin qui svolto ha saputo anticipare e cogliere gli aspetti piu’ importanti di questo importantissimo tema, attraverso ricerche, confronti con le associazioni e una costante sintesi con un gruppo di persone di buona volonta’ che si riuniscono settimanalmente e che hanno a cuore l’argomento.
Inoltre l’Area Tematica fa presente che il gruppo e’ formato da cittadini di tutta la provincia e da stranieri che arricchiscono e danno un valore aggiunto indispensabile al lavoro che stiamo svolgendo.
Infine l’Area Tematica ringrazia; la Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM), i Gruppi Immigrazione e Salute (GrIS), in collaborazione con Medici Senza Frontiere, Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione e l’Osservatorio Italiano sulla Salute Globale per questa iniziativa che da voce ai cittadini rispetto a un tema in cui e’ molto importante capire che il tempo ci dice che siamo sempre piu’ una societa’ multietnica e dobbiamo pertanto favorire il dialogo e l’integrazione piuttosto che elevare sempre nuove barriere.





I responsabili:

Gianluca Salonia
Mimmo Barone

DISTRETTI SANITARI: PROPOSTA RAGUSA-MODICA PENALIZZANTE X L'AREA IPPARINA

DISTRETTI SANITARI, LA PROPOSTA RAGUSA-MODICA PENALIZZANTE PER L'AREA IPPARINA

La proposta di istituire due distretti sanitari al posto degli ospedali capofila, illustrata dagli onorevoli Leontini e Ragusa, non trova d'accordo l'on. Pippo Digiacomo che a tal proposito dichiara: “La nuova ipotesi di accorpamento, che ha fatto ritrovare l'accordo nel centrodestra, è una proposta che non ha senso perché innesca un processo di sperequazione nella gestione della sanità, soprattutto in provincia di Ragusa. L'istituzione dei distretti di Ragusa e Modica, infatti, ritengo sia penalizzante per l'area ipparina sia per il suo grande bacino d'utenza, ma anche perché in questo territorio, non bisogna dimenticarlo, sarà operativo tra pochi mesi uno dei più importanti aeroporti del Mediterraneo e dove nasceranno altre importanti infrastrutture come l'autoporto di Vittoria. Alla luce di ciò, credo sia opportuna una scelta più equilibrata che possa mettere d'accordo tutti i territori evitando inutili guerre di campanile. Mi farò carico, insieme al mio gruppo all'Assemblea Regionale, di presentare un sub emendamento in merito con l'auspicio che possa trovare l'appoggio dell'intera deputazione iblea”.
Comiso, 15 marzo 2009 L’Ufficio Stampa

FONDAZIONE SCUOLA DI POLITICA


1° ciclo seminariale
Conoscere l’Italia (con l’aiuto delle statistiche)
Le principali tendenze e i nodi irrisolti
Bologna 27‐29 marzo > 17–19 aprile > 8–10 maggio
www.scuoladipolitica.it
Cos’è il Pil e a quanto ammonta? Quanta “ricchezza finanziaria” sta bruciando la crisi e perché? E quanto è
grave la crisi nei diversi settori dell’economia reale, nelle grandi e nelle piccole imprese? Quali effetti avrà
su un mercato del lavoro che già tiene ai margini le donne e nel limbo infinito del precariato anche persone
non più giovani? È vero che in Italia sta crescendo la disuguaglianza nei redditi? Da quanto tempo e in che
misura? E il Sud? Si sta allargando o si riduce il divario con il Nord? È vero che negli ultimi anni c’è stata una
crescita della microcriminalità? È tutta colpa degli immigrati? Come stanno cambiando la struttura della
famiglia e delle altre forme di convivenza? Come siamo messi, rispetto ad altri paesi europei, con la difesa
della qualità ambientale? È vero che il nostro sistema di istruzione è fallimentare e che la ricerca avanzata si
fa solo all’estero? La risposta a ciascuno di questi interrogativi ha implicazioni rilevanti per le scelte di
governo ai vari livelli territoriali e più in generale per l’azione politica. Per rispondere e prendere decisioni i
dati non bastano. Servono anche interpretazioni e teorie. Ma è importante partire dai dati. Da dati di buona
qualità, interpretati correttamente. Saper trovare i dati giusti e saperli interpretare serve anche a
controbattere la propaganda avversaria o le inesattezze dei media di parte. Essere in grado di cercare e
usare i dati è di fondamentale importanza per capire l’Italia di oggi e per fare politica.
Il corso offre strumenti per analizzare, con i dati più appropriati, le principali tendenze dell’Italia di oggi nel
campo demografico, economico, della finanza pubblica, della sicurezza, degli atteggiamenti politici e dei
comportamenti di voto, le differenze tra le regioni e con gli altri paesi; per discutere criticamente le linee di
politica pubblica adottate negli ultimi anni in merito agli squilibri territoriali, la distribuzione del reddito,
l’occupazione, la competitività delle imprese, l’immigrazione, l’ordine pubblico, l’istruzione, la famiglia e i
giovani; per riflettere sulle priorità di una agenda riformista.
Al mattino e al pomeriggio il confronto con gli esperti, nei dopocena discussioni su temi politici con dirigenti
nazionali del PD. Il corso si terrà presso Ca’ la Ghironda, una suggestiva area museale poco distante da
Bologna, dotata di aule attrezzate, ristorante e foresteria. A ciascun ciclo saranno ammessi fino ad un
massimo di 50 partecipanti. A 40 sarà concessa una borsa che copre buona parte della quota di iscrizione
che viene così ridotta a 450 euro (comprensivi delle spese di soggiorno e di un rimborso delle spese di
viaggio superiori a 50 euro). Per chi non soggiorna la quota si riduce di altri 200 euro.
LE DISUGUAGLIANZE 27‐29 marzo
Venerdì 27 marzo
14:00 ~ 15:00 Arrivi, sistemazione
15:00 ~ 15:30 Presentazione Salvatore Vassallo (Università di Bologna, Deputato)
15:30 ~ 17:15 Come si leggono le statistiche Piergiorgio Corbetta (Università di Bologna)
17:30 ~ 19:15 Gli errori (ricorrenti) da evitare Piergiorgio Corbetta (Università di Bologna)
19:30 ~ 22:30 Discussione serale Con Anna Maria Parente (Resp. nazionale formazione PD)
Sabato 28 marzo
09:00 ~ 10:45 Cresce la disuguaglianza dei redditi? Andrea Brandolini (Banca d’Italia)
11:00 ~ 12:45 La mobilità sociale. Conta il merito? Maurizio Pisati (Università di Milano)
13:15 ~ 14:15 Pranzo
15:00 ~ 16:45 Il mercato del lavoro. Insider e outsider Marco Leonardi (Università di Milano)
17:30 ~ 19:15 Il mercato del lavoro. Uomini e donne Manuela Samek (Irs)
20:00 ~ 22:30 Discussione serale Con Tiziano Treu (Università di Milano, Senatore)
Domenica 29 marzo
09:00 ~ 10:45 Le misure del divario Nord‐Sud Gianfranco Viesti (Università di Bari)
11:00 ~ 12:45 Mezzogiorno a tradimento? G. Viesti ‐ Antonio La Spina (Univ. di Palermo)
13:00 ~ 13:30 Pranzo > partenze
I VINCOLI E LE OPPORTUNITÀ DELLA CRESCITA 17‐19 aprile
Venerdì 17 aprile
14:00 ~ 15:00 Arrivi, sistemazione
15:00 ~ 15:30 Presentazione Piergiorgio Corbetta
15:30 ~ 17:15 Immigrazione Asher Colombo (Università di Bologna)
17:30 ~ 19:15 Criminalità Marzio Barbagli (Università di Bologna)
19:30 ~ 22:30 Discussione serale con Marco Minniti (Deputato)
Sabato 18 aprile
09:00 ~ 10:45 Le misure della crisi finanziaria (*) Giovanni Verga (Università di Parma)
11:00 ~ 12:45 La crisi dell’economia reale Francesco Daveri (Università di Parma)
13:15 ~ 14:15 Pranzo
15:00 ~ 16:45 Il tradimento delle nuove generazioni (*) Tito Boeri (Università di Milano)
17:30 ~ 19:15 Le misure della qualità ambientale Alessandro Bratti (Deputato)
20:00 ~ 22:30 Discussione serale Con Giorgio Tonini (Senatore)
Domenica 19 aprile
09:00 ~ 10:45 Il rendimento scolastico Giancarlo Gasperoni (Università di Bologna)
11:00 ~ 12:45 La produttività scientifica delle università Daniele Checchi (Univ. di Milano)
13:00 ~ 13:30 Pranzo > partenze
STILI DI VITA, VALORI E ORIENTAMENTI POLITICI 8‐10 maggio
Venerdì 8 maggio
14:00 ~ 15:00 Arrivi, sistemazione
15:00 ~ 15:30 Presentazione Salvatore Vassallo (Università di Bologna, Deputato)
15:30 ~ 17:15 La transizione alla vita adulta Massimo Livi Bacci (Univ. di Firenze, Senatore)
17:30 ~ 19:15 La struttura delle famiglie Giampiero Dalla Zuanna (Università di Padova)
19:30 ~ 22:30 Discussione serale Con Roberta Pinotti (Senatrice)
Sabato 9 maggio
09:00 ~ 10:45 La geografia politica italiana (*) Ilvo Diamanti (Università di Urbino)
11:00 ~ 12:45 Gli italiani e la politica Paolo Segatti (Università di Milano)
13:15 ~ 14:15 Pranzo
15:00 ~ 16:45 Gli italiani e i partiti Paolo Bellucci (Università di Siena)
17:30 ~ 19:15 I temi eticamente sensibili Luigi Ceccarini (Università di Urbino)
20:00 ~ 22:30 Discussione serale Con Gianclaudio Bressa (Deputato, Vice‐Capogruppo PD)
Domenica 10 maggio
09:00 ~ 12:45 Le priorità di una agenda riformista per l’Italia
Discussione tra i partecipanti in vista della costituzione di un gruppo di lavoro permanente
13:00 ~ 13:30 Pranzo > partenze

LE PROPOSTE DEL PD SUL DECRETO LEGGE SUGLI INCENTIVI


Le proposte del PD al decreto legge sugli incentivi

Tutti i Governi dei principali paesi europei e l’amministrazione Obama negli USA stanno usando le politiche di bilancio e fiscali in funzione anticiclica. La dimensione e i contenuti degli interventi variano in rapporto alle specificità nazionali e alle diverse condizioni della finanza pubblica. Però tutti, senza eccezione, hanno cambiato la loro politica di bilancio, chiamandola a contribuire a ridurre il costo sociale della recessione e ad accelerare il suo superamento.
Tutti, tranne uno: il Governo italiano, che continua ad annunciare interventi e a sfornare decreti - l'uno confusamente correttivo dell'altro - ma pretende di lasciare inalterate le scelte di bilancio operate con la manovra triennale dell’estate scorsa (decreto-legge 112 del giugno scorso), cioè quando la crisi non era ancora scoppiata. Tutti i cosiddetti “decreti anticrisi” che sono stati via via approvati da allora, infatti, contengono disposizioni di spesa e di riduzione del gettito che, oltre ad essere di modesta entità e insufficienti, sono finanziariamente “coperte”, ossia finanziati con riduzioni di spesa ed aumenti di entrata, così che la politica di bilancio per il 2009 del Governo Berlusconi mantiene un robusto carattere prociclico: una restrizione per 10 mld di euro, in piena recessione.
Contrariamente a quanto propagandato dal Governo in merito alle risorse stanziate per finalità anticrisi e stando alle relazioni tecniche del governo e ai dati della Ragioneria Generale dello Stato la sommatoria delle risorse lorde impiegate da questi provvedimenti ammonta a 18,1 miliardi nel 2009 (12,6 miliardi nel 2010 e 13,4 miliardi nel 2011), a fronte di fonti di finanziamento che valgono 28,3 miliardi nel 2009 (31,9 miliardi nel 2010 e 44,5 nel 2011: di conseguenza, l'impatto netto dell'insieme dei provvedimenti è fortemente restrittivo, con una riduzione dell'indebitamento netto – almeno in base alle intenzioni del Governo - di 10,2 miliardi nel 2009 (0,7% del Pil), che salgono a 19,2 miliardi nel 2010 (1,2% del Pil) e 31,2 nel 2010 (1,9% del Pil). Questi numeri derivano pressoché interamente dalle disposizioni del decreto legge 112/2008 (la manovra d'estate), e non vengono controbilanciate né dal decreto legge 185/2008 (il pacchetto anti crisi, che ha un impatto finanziario nullo nel 2009 e leggermente depressivo nel 2010 e 2011) né, tantomeno, dal decreto legge 5/2009 (interamente finanziato da maggiori entrate e minori spese in conto capitale).

Per dare una risposta il Gruppo del PD alla Camera ha presentato un pacchetto di proposte, per finalità espansive, di cui si illustrano di seguito i principali contenuti:

Riduzione dell'acconto IRPEF, IRES ed IRAP
Per sostenere l'imprenditoria italiana attraverso un sostegno al reddito e l'incremento della liquidità si chiede che la misura del primo acconto IRPEF, IRES ed IRAP in scadenza a giugno sia ridotta di 20 punti percentuali. La misura si applica a tutti i contribuenti esercenti attività di impresa, arti e professioni e non solo ai soggetti IRES come previsto dal Governo nel precedente decreto legge 185 e quindi raggiunge una platea molto vasta comprendendo anche i piccoli artigiani, le ditte individuali, le partite IVA.

Incremento del forfettone per i contribuenti minimi e riduzione della ritenuta d’acconto
Si prevedono interventi fiscali sul lavoro autonomo e le imprese.
a) il potenziamento del forfettone fiscale: per i lavoratori autonomi, piccoli imprenditori e professionisti innalzamento del limite di fatturato a 70.000 euro l'anno e del limite di spesa per la disponibilità di beni strumentali a 45.000 euro nel triennio (circa 2 milioni di soggetti potenzialmente interessati, per i quali si elimina l'Iva, l'Irpef, l'Irap e gli studi di settore e si applica un'imposta sostitutiva complessiva del 20%);
b) la riduzione della ritenuta d'acconto applicata dal 20 al 10% per evitare ricorrenti crediti fiscali, soprattutto per i più giovani.

Misure per i distretti produttivi
Anziché le misure di difficile applicazione e dubbia efficacia previste dal decreto come il consolidato e il concordato di distretto, si prevede la parziale detassazione degli investimenti produttivi per le imprese appartenenti al distretto.

Sospensione del tetto alla deducibilità degli interessi passivi
Secondo l’attuale regime gli interessi passivi, al netto degli interessi attivi, sono deducibili in ciascun periodo di imposta limitatamente al 30% del risultato operativo lordo della gestione caratteristica e la quota eccedente può essere dedotta negli esercizi successivi entro i suddetti limiti. La misura colpisce prevalentemente le PMI che, nell’attuale situazione di crisi economica, vedono ridotti i redditi operativi (ROL) e incrementati gli oneri finanziari. Al fine di sostenere le imprese, si propone di elevare la percentuale di deducibilità degli interessi passivi al 50% del reddito operativo lordo per il biennio 2009-2010.

Pagamenti della PA
Per quanto riguarda il problema della liquidità, si propone di aggredire il problema a partire dai crediti che le imprese fornitrici vantano dalla Pubblica Amministrazione. Si tratta di circa 50 miliardi di euro. Se almeno una quota di questi crediti fosse liquidabile velocemente, le imprese, e i loro lavoratori, potrebbero guadagnare qualche mese di respiro. Ma non sempre le banche sono disponibili a scontare, e quindi anticipare, alle imprese i crediti vantati verso Stato, Regioni e altri enti pubblici. I motivi sono due, ma per ciascuno di questi c’è un rimedio:
a) non sempre i crediti sono ritenuti certi ed esigibili. Rimedio: l’amministrazione, a richiesta dell’impresa, è tenuta a “certificare” la validità della fattura emessa, una volta eseguiti tutti i controlli di legge (sul rispetto del contratto di servizio o di fornitura, piuttosto che sul collaudo dell’opera pubblica);
b) non sempre la banca ha sufficiente liquidità. Rimedio: si mette in campo un “anticipatore” dei fondi di ultima istanza. Nella nostra proposta abbiamo individuato per questo ruolo la Cassa Depositi e Prestiti (CDP), che viene autorizzata a scontare le fatture “certificate” a prezzi di mercato.

Garanzia sui crediti concessi dalle banche e consolidamento del debito delle imprese nei confronti dei sistema creditizio
Si utilizzano due diversi strumenti:
a) si prevede la costituzione di un fondo presso la gestione separata della Cassa depositi e prestiti, dotato di 4 miliardi per gli anni 2009 e 2010. Il fondo è destinato alla prestazione di garanzie alle banche su finanziamenti a medio e lungo termine, anche garantiti dai confidi, concessi dalle banche alle PMI, a favorire le operazioni di consolidamento a medio termine dei debiti a breve (anche medianti operazioni di cogaranzia effettuate dalle Regioni e finalizzate al consolidamento) e a garantire operazioni di sospensione dei pagamenti per i prestiti in essere concessi dalle banche alle imprese.
b) si favorisce la rinegoziazione dei prestiti concessi dalle banche alle imprese: entro 30 giorni ABI e associazioni imprenditoriali stipulano una convenzione per ridefinire modalità e criteri di rinegoziazione. La priorità è per le imprese che hanno impiegato tali finanziamenti per la realizzazione di investimenti produttivi. Nell'ambito del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese è costituita una Sezione Speciale per la Rinegoziazione dei Prestiti, riservata alla concessione di garanzie su rinegoziazione di prestiti accordati a imprese, di qualsiasi settore, situate sul territorio nazionale,

Disposizione in materia di compensazioni IVA per il settore dell'export
La normativa in vigore stabilisce che possano accedere ai rimborsi IVA annuali e trimestrali solo i soggetti che effettuano esportazioni per un ammontare di operazioni non imponibili superiore al 25 per cento dell'ammontare complessivo di tutte le operazioni effettuate. L'emendamento propone che solo per il 2009 e 2010 tale limite del 25% sia superato nel senso di ammettere al rimborso anche i soggetti esportatori con un volume complessivo di esportazioni inferiore al 25 per cento, ossia i piccoli esportatori.
Inoltre sempre la normativa vigente dispone che i medesimi soggetti possano effettuare la compensazione del credito IVA, con le altre imposta da pagare, per un ammontare massimo che corrisponde all'eccedenza detraibile del trimestre di riferimento. Anche in questo caso si concede l'accesso alla compensazione per i soggetti con esportazioni al di sotto del 25% e si stabilisce una ulteriore quota da portare in detrazione, rispetto a quella già spettante relativa all'anno 2009, relativa ai crediti maturati nel 2008. Questo alla luce dell'andamento delle esportazioni stesse che induce a ritenere che gli esportatori abbiano un credito maturato negli anni passati, quando le esportazioni erano una componente positiva del PIL, che se non si interviene con la modifica suddetta rimane non compensabile nell'anno di imposta in corso quando, al contrario, le esportazioni stanno subendo una rilevante contrazione.

Svalutazione dei crediti e accantonamento dei rischi su crediti per le banche
Al fine di incentivare la concessione di prestiti da parte delle banche, si ripristina la normativa precedente al DL 112 sulle modalità di deduzione delle svalutazioni dei crediti e degli accantonamenti per rischi su crediti relativamente agli enti creditizi e finanziari disponendo:
- l’incremento della quota annua massima deducibile dallo 0,3% allo 0,4% dei crediti iscritti in bilancio;
- la riduzione da diciotto a nove anni del periodo di tempo entro il quale è deducibile l’eccedenza non deducibile nell’anno.

Rimanenze di magazzino
L'emendamento proposto offre un sostegno alla categoria degli esercenti per affrontare il momento di crisi economica che si traduce anche con una riduzione della propensione al consumo. Si dispone infatti una svalutazione crescente del valore delle merci che costituiscono il magazzino. In particolare la norma riguarda quegli esercizi commerciali ai quali sono applicabili gli studi di settore disponendo che la valutazione delle rimanenze di prodotti suscettibili di notevole deprezzamento sia effettuata applicando al costo di acquisto sostenuto nell’anno di formazione delle rimanenze dei coefficienti di deprezzamento che annullano il valore della merce dopo il quinto anno.

Interventi per il miglioramento dell’offerta turistica e di stimolo per il settore tessile
Il settore tessile è profondamente colpito dalla crisi economica in atto. Per sostenere il settore si ipotizza un intervento duplice che avrà riflessi positivi anche sul comparto turistico. In particolare si ipotizza un intervento sulla falsariga di quanto avviene già per le ristrutturazioni edilizie ma dedicato al rinnovo dell'erredamento che abbia ad oggetto prodotti tessili. Infatti si dispone che le spese effettuate da strutture turistico ricettive per acquistare prodotti tessili, finalizzati alla ristrutturazione e all'ammodernamento degli arredi, compresa la biancheria, effettuati nel 2009, siano ammesse in detrazione dall'imposta sul reddito dei contribuenti che le hanno sostenute, sino ad un importo massimo delle stesse di 50.000 euro, nella misura del 36 per cento.
Tra le spese sostenute sono comprese anche quelle di progettazione e per prestazioni professionali connesse all'esecuzione delle opere di ristrutturazione ed ammodernamento.
Inoltre come per le ristrutturazioni edilizie si prevede che gli interventi di ristrutturazione suddetti siano soggetti all’imposta sul valore aggiunto con aliquota del 10 per cento.
AC 2187


Dopo l'articolo 4 inserire il seguente:



Articolo 4-bis
(Riduzione dell'acconto IRPEF, IRES ed IRAP)


La misura del primo acconto dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, dell'imposta sul reddito delle società e dell'imposta regionale sulle attività produttive dovuto, per il periodo di imposta in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto, dai contribuenti esercenti attività di impresa, arti e professioni è ridotta di 20 punti percentuali. E’ conseguentemente incrementata di 20 punti percentuali la misura del secondo acconto dovuto dai predetti soggetti per il medesimo periodo di imposta .
AC 2187
Emendamento

Dopo l’articolo 7, inserire il seguente:

“Articolo 7-bis
(Modifiche al regime fiscale dei contribuenti minimi e riduzione ritenuta d’acconto)

1. All’articolo 1, comma 96, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) alla lettera a), numero 1) le parole “30.000 euro” sono sostituite dalle seguenti “70.000 euro”;
b) alla lettera b), le parole “15.000 euro” sono sostituite dalle seguenti “45.000 euro”.
2. All'art. 25, primo comma, del D.P.R 29 settembre 1973, n. 600, dopo il primo periodo è inserito il seguente “La predetta ritenuta è ridotta al 10 per cento nel caso di prestazioni di lavoro autonomo da parte di contribuenti minimi di cui all'articolo 1, comma 96 e seguenti della legge 24 dicembre 2007 numero 244 per i soli periodo di imposta in cui non abbia efficacia l'opzione di cui al comma 110 della medesima legge.”»

AC 2187
Emendamento

Articolo 3
Sostituirlo con il seguente:
«Articolo 3
(Distretti produttivi)
1. Al fine di promuovere lo sviluppo del sistema dei distretti produttivi, per le imprese appartenenti ai distretti, come individuati dalle leggi regionali, è escluso dall'imposizione del reddito di impresa e di lavoro autonomo il 50 per cento dell’ammontare degli investimenti in beni strumentali realizzati nel periodo d'imposta precedente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto legge e nei due periodi d’imposta successivi.
2. Sono ammesse al beneficio di cui al comma 1 le acquisizioni, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di:
a) macchinari, impianti, diversi da quelli infissi al suolo, ed attrezzature varie, classificabili nell'attivo dello stato patrimoniale di cui al primo comma, voci B.II.2 e B.II.3, dell'articolo 2424 del codice civile, destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nei distretti;
b) programmi informatici commisurati alle esigenze produttive e gestionali dell'impresa, limitatamente alle piccole e medie imprese;
c) brevetti concernenti nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi, per la parte in cui sono utilizzati per l'attività svolta nell'unità produttiva; per le grandi imprese, come definite ai sensi della normativa comunitaria, gli investimenti in tali beni sono agevolabili nel limite del 50 per cento del complesso degli investimenti agevolati per il medesimo periodo d'imposta;
d) nel settore tessile, dell'abbigliamento e calzaturiero, progetti di sviluppo e innovazione relativi ai campionari in cui l'impresa attui operazioni tecnicamente omogenee e collegate tra loro, finalizzate alla ideazione, realizzazione, promozione e gestione logistica di prodotti o collezioni sotto forma di campionari.
3. Per fruire dell’agevolazione, i beneficiari devono presentare all’Agenzia delle entrate un formulario, il quale deve contenere notizie sull’impresa e sulle acquisizioni effettuate. La fruizione del beneficio fiscale è, al verificarsi delle condizioni previste, automatica.
4. Il formulario per la trasmissione dei dati di cui al comma 3 del presente articolo è approvato con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate, adottato entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. Entro 30 giorni dalla data di adozione del provvedimento è attivata la procedura per la trasmissione del formulario.
5. L’articolo 1, commi da 366 a 372, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 e l’articolo 6-bis del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sono abrogati.
6. Dall'attuazione del presente articolo, non devono derivare oneri superiori a 50 milioni di euro a decorrere dal 2009.»
AC 2187
Emendamento

Dopo l’articolo 7, inserire il seguente:

“Articolo 7-bis
(Sospensione al limite di deducibilità degli interessi passivi)
1. Limitatamente ai periodi di imposta 2009 e 2010 il limite di deducibilità degli interessi passivi di cui all’articolo 96, comma 1, secondo periodo, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con Decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986 n. 917, è innalzato al 50 per cento.”
AC 2187

Emendamento


Dopo l’articolo 7, inserire il seguente:

“Articolo 7-bis
(Pagamenti della PA)
1. I fornitori di beni e servizi alle pubbliche amministrazioni hanno diritto ad ottenere a domanda l’attestato della sussistenza del relativo credito. Le pubbliche amministrazioni, verificata la regolarità delle prestazioni e dei servizi ed effettuati, se del caso, i controlli e i collaudi previsti, sono tenute ad attestare la sussistenza dei crediti medesimi con apposita dichiarazione in calce a copia delle fatture non contestate.
2. È sempre consentita la cessione dei crediti riconosciuti ai sensi del comma precedente a istituti di credito e ad altri intermediari finanziari autorizzati, ai prezzi di mercato.
3. Le imprese di cui al comma 2-ter possono cedere il relativo credito ai prezzi di mercato alla CDP SpA, che può provvedere nell’ambito della gestione separata di cui all’articolo 5, comma 7, lettera a) del DL 30 settembre 2003, n. 269, come convertito in legge con modificazioni dall’articolo 1 della legge 24 novembre 2003, n. 326. Un’apposita convenzione da stipulare tra ABI, CDP SpA e organizzazioni del sistema imprenditoriale disciplina i presupposti e le condizioni dell’intervento della CDP SpA.
4. Per la regolazione finanziaria degli interventi di cui al comma 2-quinquies è stipulata una apposita convenzione tra il Ministero dell’economia e delle finanze e la CDP SpA. In ogni caso, la convenzione può autorizzare impegni non superiori a 30 miliardi di euro e può fissare limiti massimi mensili o trimestrali per l’utilizzo dei fondi della gestione separata di cui all’articolo 5 comma 7 lettera a) del DL 30 settembre 2003, n. 269, come convertito in legge con modificazioni dall’articolo 1 della legge 24 novembre 2003, n. 326.
5. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano per il solo anno 2009, salvo diverse disposizione delle leggi finanziarie per gli anni successivi.”
AC 2187
Emendamento

Dopo l’articolo 7, inserire il seguente:

«Articolo 7-bis
(Fondo di garanzia interbancario)
1. Al fine di intervenire tempestivamente a sostegno del sistema produttivo nazionale per facilitarne l’accesso al credito e il consolidamento del debito, è istituito presso la presso la gestione separata della Cassa depositi e prestiti S.p.A. il Fondo temporaneo di garanzia Interbancario, di seguito denominato “Fondo”. La dotazione del Fondo è stabilita in 4 miliardi di euro per gli anni 2009 e 2010, a valere sulle risorse del risparmio postale, nonché su quota delle risorse del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese di cui all’articolo 1, commi 354-366, della legge 30 dicembre 2004, n. 311.
2. Il fondo è destinato alla prestazione di garanzie a prima richiesta alle banche iscritte all’albo di cui all’articolo 13 del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, prioritariamente su finanziamenti a medio e lungo termine, anche garantiti da consorzi di garanzia collettiva fidi (Confidi) di cui all'articolo 13 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, concessi dalle banche alle micro, piccole e medie imprese, nonché a favorire le operazioni finalizzate al consolidamento a medio termine dei debiti a breve. Gli interventi del Fondo possono essere finalizzati anche a operazioni di cogaranzia effettuate dalle Regioni e finalizzate al consolidamento a medio termine dei debiti a breve.
3. Entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge, la Cassa depositi e prestiti S.p.A. istituisce un Comitato di esperti con funzioni consultive ai fini del funzionamento del Fondo composto da un massimo di dieci membri in rappresentanza del Ministero dell’economia e delle finanze, dell’Associazione bancaria italiana e degli organismi maggiormente rappresentativi dei Confidi.
4. Entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge il Ministro dell’Economia e delle Finanze, con proprio decreto, previo parere del Comitato di cui al comma 3, definisce criteri, condizioni e modalità di funzionamento del Fondo. Il decreto stabilisce le operazioni ammesse alla garanzia, in via prioritaria privilegiando le operazioni di consolidamento e quelle che prevedono una congiunta componente di patrimonializzazione delle imprese.
5. In caso di inadempimento delle imprese finanziate le banche possono rivalersi a “prima richiesta” sul Fondo per gli importi da esso garantiti, anziché perseguire il debitore principale. In tal caso, il Fondo acquisisce il diritto di rivalersi sulle imprese per le somme pagate, ai sensi dell’articolo 1203 del codice civile, beneficiando altresì del privilegio di cui all’art. 2776 del codice civile, attraverso la procedura esattoriale di cui all’art. 67 DPR 28.1.1988 n.43, così come sostituita dall’art 17 D.lgs 26.2.1999 n.46.
6. Se il finanziamento concesso dalla banca è garantito anche parzialmente da un Confidi, la garanzia del fondo è gestita dal Confidi in cogaranzia. In tal caso, il Confidi deve essere iscritto all’elenco speciale di cui all’articolo 107 del decreto legislativo 1 settembre 1993 n. 385. Se il Confidi è iscritto all’elenco generale di cui all’articolo 106 del decreto legislativo 1 settembre 1993 n. 385, la cogaranzia del Fondo è gestita dal Confidi solo qualora esso si impegni ad adottare le misure previste con il medesimo decreto di cui al comma 4 finalizzate all’iscrizione all’elenco speciale di cui all’articolo 107.
7. Le perdite registrate dal Fondo a fronte dei finanziamenti accordati alle imprese dalle banche sono assistite da garanzia dello Stato, quale garanzia di ultima istanza. Al 31 dicembre di ciascuno degli anni 2009 e 2010 le perdite accertate del Fondo a seguito di escussione sono ripianate limitatamente alla parte dei finanziamenti non recuperata all’esito delle procedure esecutive. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, sono individuate le risorse necessarie per finanziare la garanzia di cui al presente comma. Le predette risorse, da iscrivere in apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, sono individuate mediante:
a) riduzione lineare delle dotazioni finanziarie, a legislazione vigente, delle missioni di spesa di ciascun Ministero, con esclusione delle dotazioni di spesa di ciascuna missione connesse a stipendi, assegni, pensioni e altre spese fisse; alle spese per interessi; alle poste correttive e compensative delle entrate, comprese le regolazioni contabili con le regioni; ai trasferimenti a favore degli enti territoriali aventi natura obbligatoria; del fondo ordinario delle università; delle risorse destinate alla ricerca; delle risorse destinate al finanziamento del 5 per mille delle imposte sui redditi delle persone fisiche; nonché quelle dipendenti da parametri stabiliti dalla legge o derivanti da accordi internazionali;
b) riduzione di singole autorizzazioni legislative di spesa;
c) utilizzo mediante versamento in entrata di disponibilità esistenti sulle contabilità speciali nonché sui conti di tesoreria intestati ad amministrazioni pubbliche ed enti pubblici nazionali con esclusione di quelli intestati alle Amministrazioni territoriali con corrispondente riduzione delle relative autorizzazioni di spesa e contestuale riassegnazione al predetto capitolo;
d) emissione di titoli del debito pubblico.
8. Gli schemi dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri di cui al comma 7, corredati di relazione tecnica, sono trasmessi alle Camere per l'espressione del parere delle Commissioni competenti per i profili di carattere finanziario. I pareri sono espressi entro quindici giorni dalla data di trasmissione. Il Governo, ove non intenda conformarsi alle condizioni formulate con riferimento ai profili finanziari, ritrasmette alle Camere gli schemi di decreto, corredati dei necessari elementi integrativi di informazione, per i pareri definitivi delle Commissioni competenti per i profili finanziari, da esprimere entro dieci giorni dalla data di trasmissione. Decorsi inutilmente i termini per l'espressione dei pareri, i decreti possono essere comunque adottati. I decreti di cui al comma 7 e i correlati decreti di variazione di bilancio sono trasmessi con immediatezza al Parlamento e comunicati alla Corte dei conti.
9. Una quota del Fondo è destinata a garantire operazioni di posticipazione delle scadenze di pagamento dei mutui in essere concesse dalle banche alle imprese. Il debitore può chiedere la sospensione del pagamento delle rate in scadenza nel periodo intercorrente il trentesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge e il 31 dicembre 2009 per non più di tre mesi complessivi. In tal caso, la durata del finanziamento è prorogata di un periodo eguale alla durata della sospensione. Al termine della sospensione, il pagamento delle rate riprende secondo gli importi e con la periodicità originariamente previsti, salvo diverso patto eventualmente intervenuto fra le parti per la rinegoziazione delle condizioni del contratto medesimo. Con il medesimo decreto di cui al comma 8 sono stabilite le modalità e i criteri operativi e la quota del Fondo destinata alle operazioni di cui al presente comma, nonché le modalità con cui il debitore deve dimostrare di non essere in grado di provvedere al pagamento delle rate per le quali chiede la sospensione.
10. Entro il 31 gennaio 2010 il Ministro dell’economia e delle finanze riferisce al Parlamento, con propria relazione, sull’attività svolta dal Fondo, anche al fine dell’eventuale proroga dell’operatività dello stesso.»
A.C.2187

Emendamento

Dopo l’articolo 3 aggiungere il seguente:

Articolo 3-bis
(Rinegoziazione prestiti delle imprese)


1.Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, il Ministro dello Sviluppo Economico, l’Associazione bancaria italiana e le Associazioni imprenditoriali definiscono con apposita Convenzione, le modalità ed i criteri di rinegoziazione dei finanziamenti accordati ad imprese anteriormente alla data di entrata in vigore del presente decreto, anche mediante accordi negoziati tra imprese, singole banche creditrici o sindacati di banche, nell’ipotesi di pluriaffidamento. La rinegoziazione è accordata, con priorità, alle imprese che possano dimostrare di aver impiegato tali finanziamenti per la realizzazione di investimenti produttivi, in particolare se orientati all’innovazione tecnologica e all’applicazione di ricerca scientifica.

2.Nell'ambito del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di cui all'art. 2, comma 100, lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662, di seguito Fondo, è costituita una Sezione Speciale per la Rinegoziazione dei Prestiti, di seguito denominata Sezione (SERIPRE), con una dotazione pari a € 200.000.000,00 per l'anno 2009, € 100.000.000,00 per l'anno 2010, € 100.000.000,00 per l'anno 2011, riservata alla concessione di garanzie a titolo gratuito dirette, esplicite, incondizionate e irrevocabili su rinegoziazione di prestiti accordati a imprese, di qualsiasi settore, situate sul territorio nazionale, anche di dimensione superiore ai parametri dimensionali di cui alla vigente disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato alle piccole e medie imprese (decreto MAP del 18 aprile 2005, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 238 del 12 ottobre 2005), ed alla Raccomandazione della Commissione Europea 2003/361/CE del 6 maggio 2003).
3.La Sezione è destinata alla prestazione di garanzie a prima richiesta a titolo gratuito alle banche iscritte all’albo di cui all’articolo 13 del decreto legislativo 1° settembre 1993, n.385, su rinegoziazioni, in particolare destinate al consolidamento del debito a breve, relative a finanziamenti anche controgarantiti da consorzi di garanzia collettiva fidi di cui all'articolo 13 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, e controgarantiti o cogarantiti da fondi di garanzia gestiti da banche, finanziarie regionali, intermediari o soggetti iscritti nell'elenco generale di cui agli artt. 106 e 107 del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385.
4. La rinegoziazione è concessa dalle banche.

5 La garanzia sulle rinegoziazioni accordate è a titolo gratuito ed è diretta, esplicita, incondizionata e irrevocabile ed è concessa in misura pari al 100% dell’importo di ciascuna operazione per capitale, interessi anche moratori e ogni altro onere o spesa, comprese le spese di istruttoria dell’operazione. Nei limiti di tale importo, la garanzia copre fino al 100% dell’importo dell’esposizione.
6.In caso di inadempimento delle imprese che hanno ottenuto la rinegoziazione le banche possono rivalersi a “prima richiesta” sulla Sezione per gli importi da essa garantiti, anziché perseguire il debitore principale. In tal caso, la Sezione acquisisce il diritto di rivalersi sulle imprese per le somme pagate, ai sensi dell’articolo 1203 del codice civile, beneficiando altresì del privilegio di cui all’art. 2776 del codice civile, attraverso la procedura esattoriale di cui all’art. 67 DPR 28.1.1988 n.43, così come sostituita dall’art 17 D.lgs 26.2.1999 n.46.
7.Le perdite registrate dalla Sezione a fronte dei finanziamenti rinegoziati sono assistite da garanzia dello Stato, quale garanzia di ultima istanza. Al 31 dicembre le perdite accertate dalla Sezione a seguito di escussione sono ripianate limitatamente alla parte dei finanziamenti non recuperata all’esito delle procedure esecutive.
8.La garanzia di cui al presente articolo resta in vigore fino al termine di rimborso del finanziamento garantito rinegoziato e copre l’obbligo di rimborso del capitale e degli interessi, anche moratori, e di ogni altro onere o spesa, comprese le spese di istruttoria dell’operazione. Entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, con proprio decreto, emanato di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico, definisce criteri, condizioni e modalità di funzionamento della Sezione e per l’operatività della garanzia statale di ultima istanza sulle rinegoziazioni relative a finanziamenti erogati da banche a imprese.
8.Le operazioni di rinegoziazione dei prestiti di cui al presente articolo sono esenti da imposte e tasse; gli oneri di rinegoziazione, stabiliti in cifra fissa e per un ammontare definito nel Protocollo d’Intesa di cui al comma 1, sono a carico della Sezione Speciale.

9.All'onere derivante dall'attuazione del presente articolo, valutato in euro 200 milioni per l’anno 2009, 100 milioni l’anno 2010 e 100 milioni per l’anno 2011 si provvede mediante riduzione, in misura lineare, delle dotazioni di parte corrente relative alle autorizzazioni di spesa come determinate dalla tabella C allegata alla Legge n. 203 del 22 Dicembre 2008.
AC 2187
Emendamento
Dopo l'articolo 4 inserire il seguente:
Articolo 4-bis
(Disposizione in materia di compensazioni IVA per il settore dell'export)

1. In deroga al principio generale di cui all'articolo 30 e 38-bis del Decreto del Presidente della Repubblica del 26 ottobre 1972, n. 633, per l'anno 2009 e 2010 i soggetti di cui all'articolo 8, 8-bis e 9 del suddetto D.P.R. possono accedere alle procedure di cui all'articolo 30 e all'articolo 38-bis del medesimo D.P.R. anche in presenza di un ammontare di operazioni non imponibili inferiore al 25 per cento dell'ammontare complessivo di tutte le operazioni effettuate stabilito all'articolo 30 comma 3 lettera b) del Decreto del Presidente della Repubblica del 26 ottobre 1972, n. 633. I medesimi soggetti possono altresì effettuare la compensazione prevista all'articolo 8, comma 3, del Decreto del Presidente della Repubblica 14 ottobre 1999, n. 542 per l'ammontare massimo corrispondente all'eccedenza detraibile del trimestre di riferimento e per una ulteriore quota dell'eventuale eccedenza d'imposta derivante dall'anno 2008 il cui ammontare è determinato dal decreto di cui al comma 2.

2. Il Ministro dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, sentite le categorie interessate, con proprio decreto, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, stabilisce l'ulteriore quota da ammettere alla compensazione di cui all'articolo 8, comma 3 del Decreto del Presidente della Repubblica 14 ottobre 1999, n. 542 negli anni di imposta 2009 e 2010.


AC 2187
Emendamento

Dopo l’articolo 7, inserire il seguente:

“Articolo 7-bis
(Svalutazione dei crediti e accantonamento dei rischi su crediti).

1. All'articolo 106, comma 3, del Testo Unico delle imposte dirette approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) le parole: «0,30 per cento», ovunque ricorrano, sono sostituite dalle seguenti: «0,40 per cento»;
b) le parole «nei diciotto esercizi successivi» sono sostituite dalle seguenti «nei nove esercizi successivi».
2. Le residue quote dell'ammontare complessivo delle svalutazioni eccedenti la misura deducibile in ciascun esercizio ai sensi del comma 3 dell'articolo 106 del testo unico delle imposte sui redditi approvato con decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, formate negli esercizi precedenti a quello in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto e non ancora dedotte, sono deducibili per quote costanti fino al raggiungimento del nono esercizio successivo a quello in cui esse si sono formate.
3. In deroga all'articolo 3 della Legge 27 luglio 2000, n. 212, le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 si applicano a decorrere dal periodo di imposta in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto; nella determinazione degli acconti dovuti per il medesimo periodo di imposta si assume quale imposta del periodo precedente quella che si sarebbe determinata applicando le disposizioni dei commi 1 e 2.”
AC 2187
Emendamento
Dopo l'articolo 5 inserire il seguente:
Articolo 5-bis
(Rimanenze di magazzino)
1. Dopo il comma 5 dell'articolo 92 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, sono inseriti i seguenti:
«5-bis. Nei negozi dei settori tessile, dell'abbigliamento e calzaturiero, nei confronti dei quali sono applicabili gli studi di settore, la valutazione delle rimanenze di prodotti di carattere fortemente stagionale o di moda o comunque suscettibili di notevole deprezzamento, se non venduti entro il periodo di tempo corrispondente alla stagionalità del settore, è effettuata applicando al costo di acquisto sostenuto nell’anno di formazione delle rimanenze i seguenti coefficienti di deprezzamento:
a) 1o anno: 20 per cento del costo;
b) 2o anno: 35 per cento del costo;
c) 3o anno: 50 per cento del costo;
d) 4o anno: 75 per cento del costo;
e) 5o anno: 90 per cento del costo.
5-ter. Al termine del quinto anno, il valore delle rimanenze di cui al comma 5-bis è pari a zero, purché sia fornita idonea prova della loro avvenuta distruzione o cessione sotto la voce "stracci" o donazione a organizzazioni umanitarie.
5-quater. Il Ministro dell'economia e delle finanze definisce, con propria circolare, i criteri per la determinazione delle giacenze per anno di acquisto in relazione a specifici metodi di valutazione adottati.»

AC 2187

emendamento


Dopo l’articolo 2 aggiungere il seguente:

"2-bis
(Interventi per il miglioramento dell’offerta turistica e di stimolo per il settore tessile)


1. Al fine di qualificare l’offerta turistica e migliorare le strutture ricettive già esistenti quali alberghi, residenze turistico-alberghiere, locande, campeggi, villaggi turistici, parchi per vacanza, ostelli per la gioventù, rifugi alpini o escursionistici, sono ammessi agli interventi agevolativi di cui al presente articolo, gli acquisti di prodotti tessili, finalizzati alla ristrutturazione e all'ammodernamento degli arredi, compresa la biancheria, delle suddette strutture ricettive, effettuati nel periodo di imposta in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. Tra le spese sostenute sono comprese anche quelle di progettazione e per prestazioni professionali connesse all'esecuzione delle opere di ristrutturazione ed ammodernamento.
2. Le spese effettuate per gli investimenti di cui al comma 1 sono ammesse in detrazione dall'imposta sul reddito dei contribuenti che le hanno sostenute, sino ad un importo massimo delle stesse di 50.000 euro, nella misura del 36 per cento.

3. La detrazione stabilita al comma 2 è ripartita in quote costanti nell'anno in cui sono state sostenute le spese e nei quattro periodi di imposta successivi. E' consentito, alternativamente, di ripartire la predetta detrazione in dieci quote annuali costanti e di pari importo.

4. Fermo restando le disposizioni di cui all’articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 e delle tabelle ad esso allegate , fino al 31 dicembre 2009, gli interventi di cui al presente articolo sono soggetti all’imposta sul valore aggiunto con aliquota del 10 per cento.

5. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di concerto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono stabilite le modalità di attuazione delle disposizioni di cui ai commi 1, 2, 3 e 4 nonché le procedure di controllo prevedendosi in tali ipotesi specifiche cause di decadenza dal diritto alla detrazione e di riduzione dell'imposta sul valore aggiunto.
Ulteriore proposte da approfondire

AC 2187
Emendamento

Dopo l’articolo 7, inserire il seguente:

“Articolo 7-bis
(Raddoppio della deducibilità degli interessi passivi)
1. Limitatamente ai periodi di imposta 2009 e 2010, la deducibilità degli interessi passivi di cui all’articolo 96, comma 1, secondo periodo, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con Decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986 n. 917, relativi agli investimenti realizzati nel periodo 2006-2008 aggiuntivi rispetto al periodo 2004-2005 è raddoppiata.”
2. Sono ammessi al beneficio di cui al comma 1 gli investimenti, realizzati anche mediante contratti di locazione finanziaria, per:
a) macchinari, impianti, diversi da quelli infissi al suolo, ed attrezzature varie, classificabili nell'attivo dello stato patrimoniale di cui al primo comma, voci B.II.2 e B.II.3, dell'articolo 2424 del codice civile, destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nei distretti;
b) programmi informatici commisurati alle esigenze produttive e gestionali dell'impresa, limitatamente alle piccole e medie imprese;
c) brevetti concernenti nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi, per la parte in cui sono utilizzati per l'attività svolta nell'unità produttiva.


A.C.2187

Emendamento

Dopo l’articolo 3 aggiungere il seguente:

Articolo 3-bis
(Rinegoziazione prestiti delle imprese)


1.Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, il Ministro dello Sviluppo Economico, l’Associazione bancaria italiana e le Associazioni imprenditoriali definiscono con apposita Convenzione, le modalità ed i criteri di rinegoziazione dei finanziamenti accordati ad imprese anteriormente alla data di entrata in vigore del presente decreto, anche mediante accordi negoziati tra imprese, singole banche creditrici o sindacati di banche, nell’ipotesi di pluriaffidamento. La rinegoziazione è accordata, con priorità, alle imprese che possano dimostrare di aver impiegato tali finanziamenti per la realizzazione di investimenti produttivi, in particolare se orientati all’innovazione tecnologica e all’applicazione di ricerca scientifica.

2.Nell'ambito del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di cui all'art. 2, comma 100, lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662, di seguito Fondo, è costituita una Sezione Speciale per la Rinegoziazione dei Prestiti, di seguito denominata Sezione (SERIPRE), con una dotazione pari a € 1 miliardo di euro per gli anni 2009, 2010 e 2011, riservata alla rinegoziazione di cui al comma 1.
3.Entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, con proprio decreto, emanato di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico, definisce criteri, condizioni e modalità di funzionamento della Sezione.
4.Le operazioni di rinegoziazione dei prestiti di cui al presente articolo sono esenti da imposte e tasse; gli oneri di rinegoziazione, stabiliti in cifra fissa e per un ammontare definito nel Protocollo d’Intesa di cui al comma 1, sono a carico della Sezione Speciale.

PROPOSTE DELLA CGIL

Le proposte della CGIL

Estendere l’indennità di
disoccupazione ordinaria
La CGIL propone di estendere l’indennità di
disoccupazione, che attualmente “copre” il 26,6% dei
disoccupati, ad una platea che include coloro i quali hanno
versato contributi tra 17-51 settimane (stimabile al 35% del
totale dei disoccupati.
La platea aggiuntiva di beneficiari dell’indennità è di 191
mila disoccupati, per una spesa aggiuntiva stimata di 663
milioni di euro.
Sostegno al reddito dei
collaboratori
L’intervento coinvolgerebbe 171 mila collaboratori
(monocommittenti che hanno lavorato più di 3 mesi in corso
d’anno e che da almeno 2 non versano contributi)
La nostra proposta , prevede -rispetto al bonus varato dal
Governo – l’estensione ai redditi lordi annui compresi tra
1001 e 20 mila euro) per un importo pari al 40% dell’ultimo
compenso annuale (3200 euro importo medio del bonus), si
allarga così la platea a circa 95 mila collaboratori
disoccupati in più, con una spesa aggiuntiva di circa 427
milioni di euro.
Ampliamento degli importi
massimi mensili CIGO, CIGS e
indennità di mobilità
Ampliando i limiti degli importi mensili che possono essere
corrisposti di 200 euro. In particolare:
1. da 886,31 a 1.086,31 euro per i lavoratori in CIG con
retribuzione lorda mensile inferiore a 1917,48 euro
2. da 1065,26 a 1.265,26 euro per i lavoratori in CIG
con retribuzione lorda mensile superiore a 1917,48
Ipotizzando una distribuzione delle retribuzioni con il 70%
sotto e 30% sopra i 1917,48 euro mensili, il costo
aggiuntivo sarebbe di 678 milioni di euro
In base alle proposte della CGIL, che estendono le misure “straordinarie” di sostegno al reddito
contro la crisi ad una platea più ampia dei potenziali aventi diritto, la spesa prevista è di:

1.768.milioni di euro

FENOMENO RANDAGISMO: L'ON. AMMATUNA SCRIVE ALL'ASSESSORE REGIONALE

Comunicato Stampa
Martedì 17 marzo 2009

L’on. Ammatuna sull'emergenza randagismo chiede all'assessore Regionale alla Sanità di riferire in Aula, nel pomeriggio di oggi, come intende affrontarla.

Con una nota, inviata all'Assessore Regionale alla Sanità, l'on. Ammatuna chiede che questo pomeriggio, prima di iniziare i lavori dell'Assemblea Regionale Siciliana, riferisca in Aula come intende affrontare l'emergenza randagismo che sta colpendo la provincia di Ragusa. Di seguito il testo integrale della nota:
“Il randagismo è ormai diventato una vera e propria emergenza in provincia di Ragusa. Dopo i tristi avvenimenti che hanno causato la morte di un bambino di dieci anni ed il ferimento di altre due persone, stamane una giovane donna straniera è stata ferita gravemente, tanto che si è reso necessario il suo trasferimento in elicottero a Catania, da un branco di cani randagi nella stessa zona dove sono avvenuti i precedenti eventi. Appare chiaro che non si tratta più di semplici casi isolati ma di una vera e propria emergenza che sta colpendo in maniera gravissima questa parte di territorio ragusano. Per questo motivo le chiedo, prima di iniziare nel pomeriggio i lavori d'Aula, di riferire all'Assemblea come intende affrontare una simile situazione di emergenza che sta peggiorando con il trascorrere del tempo”.




L’addetto stampa
Giuseppe Privitera

I GIOVANI DEMOCRATICI DI RAGUSA AGGIUNGONO CHE NON RIESCONO A CAPIRE DOVE SONO ANDATI A FINIRE I 3 MILIONI DI EURO DATI ALLA REGIONE SICILIA PER COMBATTERE IL FENOMENO RANDAGISMO E POICHE' LE DOMANDE PRESENTATE RIMANGONO INEVASE E PRIVE DI DOCUMENTAZIONE.
IL FENOMENO DEL RANDAGISMO DEVE ESSERE AFFRONTATO AL PIU' PRESTO POICHE' NON SI PUO' ASSISTERE ANCORA AD EPISODI TRAGICI COME QUELLA DEL PICCOLO DI 9 ANNI.
INOLTRE, ESPRIMONO LA LORO SOLIDARIETA' ALLA FAMIGLIA DEL AMBINO E ALLA STRANIERA 24enne ANCORA IN CONDIZIONI DI PROGNOSI.

GIOVANI DEMOCRATICI RAGUSA

CESARE ZIPPELLI NEL SUO 90° COMPLEANNO

MOZIONE IN MERITO ALLA SITUAZIONE ECONOMICA FINANZIARIA DEGLI ENTI LOCALI

CAMERA DEI DEPUTATI
Seduta n. 147 Martedì 17 Marzo 2009

La Camera,
premesso che:
i comuni e le province versano in una situazione di grave crisi economico-finanziaria, dovuta a scelte quali l'inadeguata copertura del mancato gettito derivante dalla soppressione dell'ici sulla prima casa, il blocco dell'autonomia impositiva degli enti territoriali, il taglio dei trasferimenti erariali e dei fondi destinati alle politiche sociali, le regole fortemente restrittive del patto di stabilità interno;
dopo il significativo apporto reso dall'intero comparto al riequilibrio della finanza pubblica (secondo i dati Istat, tra il 2004 e il 2007 i comuni sono passati da un deficit di 3.689 milioni di euro ad un avanzo di 325 milioni, mentre le province hanno migliorato il loro deficit da 1.968 a 1.270 milioni), il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, all'articolo 77, ha imposto agli enti locali un contributo alla manovra finanziaria di 1.650 milioni nel 2009 (di cui 1.340 a carico dei comuni e 310 delle province), 2.900 milioni nel 2010 e 5.140 milioni nel 2011;
si tratta di un obiettivo che, se non sarà allentato, determinerà per molti enti l'oggettiva impossibilità di rispettare il patto di stabilità interno, un'ulteriore contrazione della spesa per investimenti, l'assenza di sostegno all'economia a fronte della crescente stagnazione produttiva;
con l'approvazione della legge finanziaria per l'anno 2008 (articolo 1, comma 5) e, successivamente, con l'approvazione del decreto-legge n. 93 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 126 del 2008, l'abitazione principale è stata esentata dal pagamento dell'ici, con l'eccezione di una piccola minoranza di immobili appartenenti alle categorie catastali A1, A8 e A9 (abitazioni signorili, ville e castelli);
il Governo, nel documento di programmazione economico-finanziaria 2009-2013, ha assicurato l'integrale copertura finanziaria del minor gettito ici ai comuni a partire dall'anno 2008;
in realtà, i trasferimenti compensativi per minori entrate ici sull'abitazione principale previsti per l'anno 2009 nel bilancio dello Stato ammontano a 2.604 milioni di euro e, a legislazione vigente, coprono una percentuale pari a circa l'86 per cento del complessivo gettito attestato dai comuni nel corso del 2008. Appare, tuttavia, verosimile ritenere che l'importo che verrà certificato dai comuni entro il 30 aprile 2009, in esecuzione del comma 32 dell'articolo 77-bis del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, supererà addirittura quanto certificato nel 2008, perché, tenendo conto delle stime del gettito ici sull'abitazione principale di fonte Istat (3.831 milioni di euro), Anci (3.200 milioni di euro) e del Servizio bilancio del Senato della Repubblica (3.738 milioni di euro), la copertura finanziaria per la compensazione del minor gettito ici ai comuni è da ritenersi ampiamente insufficiente, specie a fronte dell'emergere di fenomeni di cambiamenti di residenza o di separazioni fra coniugi fittizie, che provocano un restringimento della base imponibile e una riduzione del gettito;
il combinato disposto della legge finanziaria 2008 (articolo 2, comma 31) e del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 (articolo 61, comma 11), impone un taglio dei trasferimenti per gli enti locali pari a 563 milioni di euro: 313 milioni (di cui 251 milioni a carico dei comuni e 62 a carico delle province) in relazione alla riduzione dei costi della politica (a fronte di risparmi effettivi conseguiti assai inferiori alle stime del Governo) e 250 milioni sotto forma di riduzione del fondo ordinario destinato ai comuni (200 milioni) e alle province (50 milioni);
per quanto riguarda le province, il fronte del calo delle entrate, principalmente collegate a tributi relativi al mercato dei veicoli, sta determinando evidenti difficoltà a gestire i bilanci per l'anno 2009, inasprendo ulteriormente i già pesanti vincoli. Dalle rilevazioni effettuate dalle province, infatti, emerge che per quanto concerne l'ipt, gli incassi 2008 fanno registrare un -8 per cento rispetto al 2007, mentre il dato di gennaio 2009 è addirittura inferiore del 25 per cento rispetto allo stesso mese del 2008; ancor meno confortante è il dato relativo all'imposta responsabilità civile auto, dove annualmente il 2008 ha chiuso con un -5 per cento e la differenza tra gennaio 2009 e gennaio 2008 è addirittura del 14 per cento;
il comma 8 dell'articolo 77-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, come modificato dalla legge n. 203 del 2008 (legge finanziaria per il 2009), dispone che le risorse originate da una serie di operazioni di carattere straordinario (cessioni di azioni o quote di società operanti nel settore dei servizi pubblici locali, distribuzione dei dividendi determinati da operazioni straordinarie poste in essere dalle predette società qualora quotate sui mercati regolamentati e vendita del patrimonio immobiliare) non sono conteggiate nella base assunta nel 2007 a riferimento per l'individuazione degli obiettivi e dei saldi utili per il rispetto del patto di stabilità interno, se destinate alla realizzazione di investimenti o alla riduzione del debito;
con la circolare n. 2 del 27 gennaio 2009, sul patto di stabilità interno per il 2009-2011, la Ragioneria generale dello Stato ha interpretato il dettato letterale del comma 8 in senso fortemente restrittivo, stabilendo che l'esclusione delle suddette risorse deve essere riferita non solo al saldo finanziario preso a base di riferimento, ossia l'anno 2007, ma anche al saldo di gestione degli anni del patto 2009-2011, con il rischio di una vera e propria paralisi degli investimenti degli enti locali (che rappresentano una quota maggioritaria del totale degli investimenti pubblici);
la citata circolare ha evidentemente snaturato la portata della norma, poiché l'esclusione dei proventi di cui al citato comma 8 non solo dalla base di riferimento 2007, ma anche dai saldi utili ai fini del patto di stabilità interno 2009/2011, limita fortemente l'opportunità degli enti locali di destinare ad investimenti le risorse conseguite con dismissioni di azioni, quote di società, vendite di immobili e dividendi e rende difficile la programmazione delle spese in conto capitale, spese da sottoporre a revisione ogni anno del triennio 2009-2011 per la verifica del rispetto del patto;
questo significa cancellare dai bilanci dei comuni almeno 1.700 milioni di euro di operazioni virtuose, bloccando ulteriormente pagamenti di investimenti già realizzati e l'utilizzo degli avanzi di amministrazione proprio per quei comuni, che più hanno contribuito al patto negli anni scorsi;
al contrario, le analisi evidenziano che le opere medio-piccole producono un effetto moltiplicatore sul sistema economico e sull'occupazione molto più elevato delle grandi infrastrutture e distribuito in modo diffuso sul territorio, da cui le piccole e medie imprese potrebbero avere grande beneficio. Il Governo, invece, ha destinato le risorse (spesso sottratte alle destinazioni originarie, come nel caso del Fondo per le aree sottoutilizzate) per realizzare grandi infrastrutture, che produrranno effetti solo nel lungo periodo: secondo la Confindustria, dei 16,6 miliardi di euro stanziati sono effettivamente spendibili, nel 2009, solo 650 milioni e, nel 2010, 3,6 miliardi;
gli enti locali nel 2007 hanno realizzato il 50,9 per cento degli investimenti fissi lordi delle amministrazioni pubbliche (i comuni il 43 per cento e le province il 7,9 per cento). Molti enti locali hanno a disposizione risorse economiche libere ed utilizzabili per finanziare opere già progettate, cantierabili immediatamente o già cantierate, ma ferme a causa dei vincoli posti dal patto di stabilità che bloccano gli investimenti locali (pari a circa l'80 per cento del totale della spesa pubblica per investimenti), riducendo gli esigui spazi di bilancio lasciati aperti per attivare nuovi impegni di spesa con le risorse disponibili. Inoltre, impediscono il pagamento dei lavori già eseguiti ovvero il proseguimento delle opere appaltate e in corso di realizzazione (si registra un'impennata nei ritardi dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni e si stima che molti adempimenti verranno rinviati, trasformandosi in situazioni debitorie per i comuni, ma soprattutto di paralisi dell'attività aziendale, a causa dell'assenza di liquidità);
in tutti gli altri Paesi dell'Europa e dell'Occidente le misure di politica economica per contrastare la crisi comprendono l'attivazione di programmi infrastrutturali diffusi a valenza locale, a partire dalla manutenzione dei beni pubblici, dall'edilizia popolare, dalle opere di dimensione piccola e media;
andrebbe assegnata una corsia preferenziale all'utilizzo di quelle risorse, peraltro disponibili, che possono essere impegnate nella manutenzione dei beni pubblici, quali, ad esempio, scuole, reti idriche, strade, ovvero nella realizzazione di progetti già cantierati - ad esempio, edilizia residenziale pubblica - e in grado di essere ultimati velocemente, entro il 2010: è stato stimato che un allentamento del patto di stabilità per i comuni consentirebbe di mettere in moto opere medio-piccole pari a circa 4,5 miliardi di investimento finanziario complessivo, con sicuri effetti sul piano occupazionale in settori, quali quello dell'edilizia e il suo indotto, che, secondo stime Ance, ha già perso in questo inizio 2009 circa 130 mila posti di lavoro;
sarebbe necessario consentire alle amministrazioni locali un'immediata spendibilità di ulteriori risorse che gli stessi enti avrebbero la possibilità di attivare, sbloccando una parte dei residui passivi relativi alla spesa in conto capitale ovvero procedendo alla definizione di nuovi apporti finanziari tramite dismissioni o alienazioni patrimoniali per mettere in campo con immediatezza programmi di manutenzione ordinaria e straordinaria: scuole, verde pubblico, beni artistici e culturali, periferie, edilizia pubblica;
inoltre, sul fronte del welfare sono proprio gli enti locali il primo fronte di lotta alla povertà e di argine alla preoccupante crescita del disagio economico, sociale ed occupazionale,
impegna il Governo:
a definire gli interventi da adottare per ovviare alla grave situazione in cui versano i comuni e le province, assumendo, nei tempi utili alla predisposizione dei bilanci di previsione per il 2010, iniziative normative urgenti di riordino della finanza locale volte a garantire l'autonomia finanziaria degli enti locali nel quadro della concreta attuazione del federalismo fiscale;
a garantire l'integrale copertura del minor gettito derivante dall'abolizione dell'ici sulle abitazioni principali;
ad adottare iniziative normative volte a superare, d'intesa con le associazioni delle autonomie locali, le criticità derivanti dall'applicazione del comma 8 dell'articolo 77-bis del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, anche tenendo conto dei bilanci approvati;
ad adottare iniziative per consentire l'utilizzo degli avanzi di amministrazione per la spesa in conto capitale, in particolare per lavori di medio importo realizzabili entro il 2009;
ad adottare iniziative per escludere il più possibile dai saldi utili del patto di stabilità interno i pagamenti a residui concernenti spese per investimenti effettuati nei limiti delle disponibilità di cassa, a fronte di impegni regolarmente assunti ai sensi dell'articolo 183 del testo unico degli enti locali;
a incentivare l'utilizzo del patrimonio immobiliare per sostenere la spesa in conto capitale ed abbattere il debito, in particolare eliminando i vincoli che impediscono l'utilizzo dei proventi della vendita del patrimonio per finanziare la spesa per investimenti.
(1-00123)
(Nuova formulazione) «Franceschini, Soro, Sereni, Bressa, Amici, Baretta, Fluvi, Bersani, Fontanelli, Zaccaria, D'Antoni, Lanzillotta, Bordo, D'Antona, Ferrari, Giovanelli, Lo Moro, Minniti, Naccarato, Piccolo, Pollastrini, Vassallo, Boccia, Calvisi, Capodicasa, Cesario, Duilio, Genovese, Marchi, Cesare Marini, Misiani, Nannicini, Andrea Orlando, Rubinato, Vannucci, Ventura, Carella, Causi, Ceccuzzi, De Micheli, Fogliardi, Gasbarra, Graziano, Losacco, Marchignoli, Pizzetti, Ria, Sposetti, Strizzolo, Samperi, Lovelli, Codurelli».

MOZIONE PD SULLA FINANZA LOCALE

Roma, 18 marzo 2009

Agli amministratori locali PD
Ai segretari Regionali PD
Ai Segretari Provinciali Pd
e. p. c. Ai Responsabile Enti Locali PD



Carissime/i,
la mozione sulla finanza locale presentata alla camera dal PD, è stata approvata con una larga maggioranza. E’ un fatto nuovo e importate che di fronte ad un impegnativo passaggio elettorale, caratterizza il Partito Democratico come una grande forza di governo nell’interesse del paese. Abbiamo presentato la mozione, con Dario Franceschini primo firmatario, per segnalare ancora una volta la situazione di gravissima emergenza che riguarda la finanza locale, come evidenziato da moltissimi amministratori locali, sindaci e presidenti di provincia.
Abbiamo raccolto questa preoccupazione sia in relazione alle risorse disponibili, sia in relazione ai meccanismi di attuazione del patto di stabilità interno che rendono spesso difficile, anche laddove le risorse ci sono, la possibilità di utilizzarle e di destinarle ad investimenti.
La nostra mozione mette in luce la funzione di contrasto alla crisi economica che possono sviluppare le autonomie e l’ampio consenso ottenuto dimostra come la nostra iniziativa abbia colto nel segno.
E’ necessario che il Governo dia corso subito alle misure necessarie ad attuare i contenuti della mozione. Ciò non è scontato. Anzi, ci saranno sicuramente tentativi di rinvio o di elusione degli impegni, per questo, vi chiediamo di sostenere la mozione con iniziative sul territorio e negli enti da voi amministrati.
Per qualunque ulteriore informazione, potete rivolgervi al Dipartimento Enti Locali, entilocali@partitodemocratico.it.

Cordiali saluti e buon lavoro

Il Responsabile Enti Locali PD
Paolo Fontanelli

NOI, IL PD: assemblea nazionale dei circoli

“Raccontate quello che avete visto”. Cosi Dario Franceschini ha concluso l’assemblea nazionale dei circoli PD. Il segretario si è detto soddisfatto e orgoglioso dell’incontro con la base democratica, che "nella riunione di oggi ha mostrato qualità e impegno”. “La politica deve iniziare dal basso, dalla base” ha ribadito più volte Franceschini, anche perché l’assemblea ha visto protagonisti “molti giovani e molte donne”. “Molte donne brave!” - ha sottolineato – “che non sono qui grazie alle quote rosa, ma grazie alle loro doti. Meno male che il nostro statuto prevede la parità dei generi perché fra un po’ noi uomini ne avremo bisogno”.

“Siamo un grande partito” - rivendica orgogliosamente Franceschini – “Che ci sia il dibattito, anche quello duro, ma che si faccia al chiuso e si esca con una voce sola”. E proprio i passati dissapori interni spingono il leader democratico ad un gesto insolito per un politico: “Mi scuso – dice ai rappresentanti dei circoli – perché, mentre voi lavoravate a stretto contatto con i problemi veri, anche con la delusione dei nostri elettori, i dirigenti non facevano altro che litigare. Ma oggi è successo qualcosa di importante: nessuno di noi si è chiesto se chi parlava provenisse da questo o da quel partito. Siamo un unico popolo”.

Il legame con la base rimane una priorità perciò “ogni regione dovrebbe fare assemblee regionali dei circoli”. Nel 2009 ci si augura di toccare quota 10.000 circoli, “cui garantire una sede, magari con un fondo perequativo, perché la militanza è essenziale, "è volontariato civile”. Spetta a tutti, ai dirigenti quanto ai circoli locali, tenere aperti i temi che ci stanno a cuore (ad esempio l’assegno di disoccupazione). Non basta un titolo al telegiornale, bisogna parlare con la gente”.

Non tralascia nessun tema Dario Franceschini. Le sue parole corrono dalla imminente Scuola Politica organizzata dal PD ad Amalfi, al “Mezzogiorno che ha voglia di riscattarsi dalla stretta della criminalità organizzata”, passando per la stesura delle liste per le prossime elezioni europee, che dovranno essere “forti e pulite, come richiede il nostro codice etico”.

Le ultime battute riguardano l’attuale situazione politica. “Dobbiamo far capire agli italiani – insiste Franceschini - che, alle europee, c’è in ballo qualcosa di più profondo di una semplice vittoria politica. L’ho detto e lo ripeto: Berlusconi pensa di stravincere, a quel punto farebbe cose inimmaginabili. Non vincerà, perché troverà sulla sua strada noi!”

Il segretario chiude con un proverbio africano, letto su uno dei tanti biglietti arrivatigli durante l’assemblea: “Se vuoi andare veloce vai da solo, se vuoi andare lontano vai insieme agli altri. Noi vogliamo andare lontano”.

Già in mattinata il leader democratico aveva parlato ai rappresentanti locali.

“È bello vedere tutti voi e devo dirlo a chi ha raccontato il pd sui giornali”. E' la prima frase del discorso di Dario Franceschini all’assemblea dei circoli del PD. Migliaia di segretari di circolo con i quali ribadire che “ Siamo un partito vero, un partito di popolo, che ha una gran voglia di cambiare tutto. Abbiamo un compito straordinario: disputare un partito dentro una crisi enorme, inaspettata, all’inizio di un secolo nuovo, mentre cambiano i punti di riferimento. Aiutare gli italiani in difficoltà anche stando all’opposizione. La sfida di un partito riformista è unire protesta e proposta. Un partito che denuncia con onestà la durezza della crisi, e delle sue straordinarie occasioni”. È l’occasione per ricordare i dati dei disoccupati forniti dall’ISTAT, che sono di prima che esplodesse la crisi: 14 milioni di famiglie con meno di 1300 euro al mese, 10% senza spese mediche, 16% senza vestiti. Numeri prima della crisi di settembre, quanto sono peggiorati. Da qui l’affondo a Tremonti: “A che serve rivendicare di esser ei primi a prevederlo se poi non si agisce? Perché se sono stati così bravi poi hanno fatto tutto a rovescio buttando 5 miliardi tra Alitalia e ICI? Perché hanno detassato gli straordinari, tassato le banche e poi le hanno aiutate? Perche non iniziare dai redditi bassi? Perché nascondere la crisi, negarne l’esistenza e parlar d’altro? C’è il tentativo di nascondere tutto parlando di giustizia, intercettazioni, del caso Englaro? Sono armi di distrazione di massa, ma la gente non ci casca”.

Emergenze e tempi lunghi. “Abbiamo il dovere di dire cosa fare abbinando misure d’emergenza e strutturali. Nella pianura padana quando c’è la piena si fanno le catene umane con i sacchi di sabbia sugli argini e così salvano la città. Dopo la piena ragionano sugli interventi permanenti. Questo serve. C’è chi ha perso il lavoro da anni e ha più di cinquanta anni, i precari senza ammortizzatori. Anche tra le imprese ci sono deboli e forti: eliminiamo la burocrazia. Facciamo ripartire l’edilizia: hanno detto di si e poi con un emendamento hanno stravolto la nostra mozione, ma incalzeremo perché non si possono prendere in giro i comuni. Ci sono 14 miliardi di euro possono essere pagati dai comuni, vincolati dal patto di stabilità a non spenderli!! Vorrei avere una webcam nei vertici di governo per sapere cosa si dicono…".

No a questo piano casa, si a un grande piano per l’affitto. Il segretario del PD boccia il piano casa: devastazione del territorio. E riferendosi alle ultime novità si indigna: “Vogliono far costruire anche nei centri storici col silenzio assenso delle sovrintendenze!!! Probabilmente lo vogliono mettere dopo un’ora senza risposte! Abbiamo letto che basta un autocertificazione per costruire un condominio!! Il decreto legge senza le regioni è inaccettabile, va contro la Costituzione, non lo accetteremo mai.Si può fare un premio del 20% ma non così. L’economia ambientale può essere investendo su ricerca e sviluppo quel che è stato l’informatica negli anni 80.
Si parla di casa ma pensiamo a chi è in affitto: dovremo lanciare un grande piano per l’affitto partendo dalla costruzione di case popolari, un meccanismo per le detrazioni, un aliquota di solo il 20% per i proprietari che affittano. Abbiamo centinaia di migliaia di case sfitte e studenti, anziani, famiglie che non sanno dove dormire.

Opposizione non antiberlusconismo.“Questo è fare opposizione. Non antiberlusconismo, non parlare della persona, ma incalzare, sfidare sui contenuti, alzare la voce perché il governo è completamente inadeguato ad affrontare la crisi e il premier offende la costituzione, vive il Parlamento come un ingombro, nemmeno il ruolo di garanzia del Capo dello stato non gli va bene. Proprio perché i riformisti hanno la forza di dire di si alzano la voce quando vedono la superficiale mediocrità di chi è chiamato a un ruolo di Stato e insultano gli italiani: impiegati fannulloni e studenti guerriglieri. Lì c’è un problema di rapporti con il mondo”.

Alleanze ed europee. “Non è oggi il momento di scegliere; non discutiamo di alleanze per il 2012. Ma delle cose le dobbiamo dire. Negli enti locali le alleanze si stanno costruendo sulla base di condivisione di programmi e candidati. Grande libertà agli enti locali. Per le prossime politiche io provo un brivido di fastidio quando sento leggere. Ritorneremo all’Unione; no non torneremo a 15 alleati rissosi che sfilano contro sé stessi e non l’avversario, voglio ringraziare con voi Veltroni perché ci ha portato fuori da quella situazione, ha dichiarato chiusa quella parte di storia. Certo sappiamo che difficilmente da soli vinceremo, certo costruiremo alleanze: con poche forze e chiare. Abbiamo un compito doppio rispetto agli altri partiti che perdono le elezioni dentro sistemi consolidati. Sono percorsi che richiedono anni, non mesi. Il parlamento europeo è il luogo dove si decide il nostro futuro, non un luogo per pensionati di lusso. E le nostre liste saranno fatte solo da persone che si candidano ad andare a lavorare a Bruxelles non per raccogliere preferenze sulla base di una truffa. Berlusconi ha già annunciato di essere capolista ovunque e di candidare i ministri omettendo di dire che per legge dovranno dimettersi tutti. È per questo che proporrò di candidare solo persone autorevoli e competenti che resteranno a lavorare in Europa, solo persone che non hanno mandati locali o regionali da completare.
Molti amici mi hanno detto: riflettici resta capolista in tutte le circoscrizioni.
Voglio dirlo direttamente a Berlusconi: il primo atto di serietà di un uomo politico è non imbrogliare gli elettori, non chiedere preferenze per un luogo dove non si metterà mai piede.

Riconquistare i democratici delusi. “È nata una speranza comune. Dobbiamo anche costruire il partito che non è ancora costruito, lo stiamo costruendo. Fa bene riflettere ma smettiamola di parlare dei nostri limiti e abbiate l’orgoglio di quello che è stato fatto in pochi mesi. Diamanti parla di esuli in patria: questi sentimenti si provano verso una cosa alla quale si stente di appartenere, non a una cosa lontana. È lì che dobbiamo lavorare. Servono circoli aperti nel territorio. Dobbiamo essere mobilitati, aperti. L’assegno di disoccupazione non basta passi in tv, dal giorno dopo i circoli si aprano, distribuiscono i volantini, fermino la gente, vadano davanti alle fabbriche. Questo è il valore della militanza, con strumenti antichi e solidi. Così si chiude il dibattito su partito liquido e solido: raccogliamo il voto di opinione, parliamo all’opinione pubblica e ai media ma teniamo porte e finestre spalancate con i circoli. Facendo del rigore e della pulizia i criteri di scelta dei dirigenti ben oltre le responsabilità penali. Controllate, denunciate, alzate la voce".

No alle correnti. “Non temiamo i dibattiti interni ma sui contenuti, non per avere fonti di divisione sui giornali. Avremo aree culturali di riferimento, non distorsioni di correnti individuali, dividetevi, aggregatevi ma non fatelo in base ai cognomi dei leader nazionali, neanche sul mio!fatelo sulla base delle idee in campo per il futuro. Ci siamo lasciati alle spalle i litigi, siamo democratici italiani, amate il vostro partito tornate a casa orgogliosi: il PD l’abbiamo costruito noi e lo difenderemo dagli attacchi, dalla rassegnazione e dalla delusione, i mali più difficili da curare”.

Abbiamo un compito incredibile: costruire un partito nuovo in un tempo nuovo.“Quando tutto è immobile la rotta è quella dei binari di un treno, ora siamo in mare aperto: tutto è più difficile ma più affascinante. La globalizzazione ci ha portato lì e le singole nazioni sono inadeguate, per questo sui nostri manifesti elettorali ci sarà scritto: noi siamo europei. E l’opinione pubblica è più avanti: i giovani faticano a capire se parliamo di proprietà nazionale delle imprese e o della difesa. I giovani sono già europei, vanno in Europa per l’Erasmus, parlano inglese, usano la rete per costruire un percorso comune e s coprendosi una volta in piazza un unico popolo. È l’Europa dei voli low cost e non c’è differenza ad andare a Milano, Barcellona, Berlino. Sono i governi impauriti che non hanno coraggio: i popoli sono davanti ai loro governi.
Globalizzazione e crisi hanno cambiato tutto: divide chi pensa che la globalizzazione debba essere trainata dai mercati che avrebbero portato benessere e democrazia. Dall’altra parte ci siamo noi che pensiamo che servano gli anticorpi di politica, diritto globale, valori. Manteniamo nelle mani della politica la lotta alle diseguaglianze: dentro i paesi e tra i paesi. Guardiamo avanti per fare la grande politica. Risposte per l’oggi indicando il futuro nel quale vogliamo portare il nostro paese.
Non limitiamoci a correggere un modello, dobbiamo avere la forza di cambiare le gerarchie. La vittoria di Obama non è legata solo alla sua figura. Ha vinto non proponendo correzioni a Bush ma proponendo valori completamente diversi.
Non possiamo mettere gli uni contro gli altri, il nord contro il sud. Mettiamo a disposizione il nostro talento per la comunità in cui viviamo, i forti in aiuto dei deboli. Dalla crisi possono uscire un’Italia divisa o un’Italia migliore e lavoreremo per questo. Anche quando tutto sembra buio, paura, rassegnazione serve la capacità di guardare il futuro e c’è un modo per farlo: non si vede ben col cuore perché l’essenziale è invisibile agli occhi