giovedì 11 febbraio 2010

ASSEMBLEA PROVINCIALE CON GLI ASSISTENTI BAGNANTI RAGUSA


Si è tenuta lunedi’ sera l’assemblea tra tutti gli assistenti bagnanti della provincia, che hanno contribuito con la loro prestazione al progetto “Spiagge sicure 2009” in tutte le spiagge iblee.
Erano presenti oltre ai bagnini iblei, anche il Segretario dei Giovani Democratici, Valentina Spata, ed il Segretario provinciale del Sindacato Autonomo ISA, Giorgio Iabichella.
Avendo verificato che il contributo da versare a detti lavoratori viene cosi’ versato:
- Il 50% del contributo viene liquidato dalla Regione Siciliana;
- Il 25 % lo liquida la Provincia Regionale di Ragusa;
- Il 25% viene liquidato dal Comune ove e’ stato svolto il servizio,
abbiamo rilevato che:
- tutti i comuni devono ancora ricevere il contributo della Regione,
- tutti i comuni, ad esclusione di Modica e Scicli(che, per motivi che stiamo verificando, non hanno ancora presentato la documentazione necessaria alla Provincia), hanno gia’ ricevuto il contributo dell’ Ente Provinciale, ma che non hanno ancora inteso accreditare ai bagnini, eccezion fatta per il comune capoluogo che ha gia’ versato il 50% delle spettanze ai lavoratori.
Valentina Spata e Giorgio Iabichella, hanno preso impegni, ciascuno per le proprie competenze, davanti ai lavoratori, di verificare la disponibilità immediata a versare il 50% della somma, nei comuni che hanno gia’ ricevuto l’accredito da parte della Provincia, di sollecitare i comuni di Modica e Scicli a presentare la documentazione richiesta dalla Provincia affinche’ possa loro versare il contributo spettante, e verificare le motivazioni per cui la Regione Siciliana non abbia ancora provveduto a versare la sua quota.
<> V. Spata.
<>G. Iabichella.

cordiali saluti

Segretario
Giovani Democratici
Ragusa,
Valentina Spata

I.S.A. Sindacato Autonomo
Il segretario Provinciale
Giorgio Iabichella

giovedì 4 febbraio 2010

Mezzogiorno: Pd, Udc e Idv battono il Governo alla Camera

Mezzogiorno: Pd, Udc e Idv battono il Governo alla Camera

Sono state prevalentemente le assenze nei banchi della maggioranza a determinare il via libera alle parti della mozione del Pd (le premesse ed il secondo capoverso del dispositivo) contro il parere del governo. Nelle premesse, fra l'altro, si accusa duramente il governo di aver assunto finora 'una strategia sostanzialmente antimeridionalista'. 'I provvedimenti varati sin qui, non ultima la legge finanziaria per il 2010 hanno di fatto azzerato ogni intervento a favore del Mezzogiorno sia in termini di risorse stanziate che di strumenti specifici. Il continuo ricorso al Fas per la copertura di provvedimenti di carattere generale ha determinato nei fatti un'ulteriore divaricazione tra le condizioni economiche e sociali delle zone forti e quelle delle zone deboli. Questa sistematica distrazione di fondi, valutabile nella somma di 35 miliardi di euro, oltre a compromettere il rispetto dell'originario vincolo di ripartizione delle risorse del Fondo (si riconosceva alle regioni sottoutilizzate meridionali almeno l'85 per cento del complesso delle risorse) ha di fatto azzerato le politiche di sviluppo che le regioni del Sud realizzano solo grazie al trasferimento di fondi stanziati dal Governo centrale e dall'Unione europea; a questa sistematica distrazione di fondi, si e' aggiunta una miope politica di tagli per gli imprenditori meridionali. In una fase congiunturale cosi' difficile, invece di supportare le imprese del Sud, il Governo ha di fatto annullato l'operativita' del credito d'imposta per i nuovi investimenti, lasciando le aziende del Sud senza alcuna fiscalita' di sviluppo e deprimendo ancora di piu' le prospettive di crescita delle zone sottosviluppate'. La parte di dispositivo approvata malgrado il no del governo impegna l'esecutivo 'a reintegrare le risorse impegnate del Fas per destinarle a un programma mirato al rilancio del tessuto produttivo meridionale e, conseguentemente, dei livelli occupazionali del Mezzogiorno, ripristinando a tal fine un meccanismo di fiscalita' di sviluppo concreto ed efficace quale e' l'automatismo del credito d'imposta per i nuovi investimenti nel Mezzogiorno'.

mercoledì 3 febbraio 2010

BASTA CON LE LEGGI VERGOGNA. "LEGITTIMO IMPEDIMENTO" STO CXXXX


Basta con le leggi vergogna. Vogliamo un Paese Democratico!!!!

Approvata oggi alla Camera il ddl sul legittimo impedimento.

Un altro attacco al principio costituzionale che sancisce “la legge è uguale per tutti” (art. 3 Cost.).

Questa legge, approvata oggi alla camera che approderà domani al Senato, salva il premier Silvio Berlusconi, e i suoi ministri dai processi per 18 mesi in attesa che il lodo Alfano venga presentato per via costituzionale.

Silvio Berlusconi, indagato su strani rapporti con società svizzere, traffico di droga, falsa testimonianza, tangenti alla GdF, imputato al processo per All Iberian, per finanziamento illecito al PSI, e falso in bilancio aggravato, al processo Medusa cinematografica, Lodo Mondadori, Processo SME, Spartizione pubblicitaria Rai-Finivest, Tangenti sulle pay-tv, Stragi del 1992-1993 dove morirono anche i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, concorso esterno in associazione mafiosa, diffamazione aggravata a uso del mezzo televisivo, Caso Saccà etc, potrà dichiarare il legittimo impedimento.

Cosa vuol dire legittimo impedimento?

Durante il processo, il giudice rinvia l'udienza in presenza dilegittimo impedimento ogni volta che sia richiesto dalla parte. Il rinvio puo' essere automaticamente di sei mesi qualora la presidenza del Consiglio attesti che l'impedimento e' continuativo.
Legittimo impedimento:
-Per il presidente del Consiglio costituisce legittimo impedimento a comparire nelle udienze il concomitante esercizio di una o piu' attribuzioni previste dalle leggi o dai regolamenti, delle relative attivita' preparatorie e consequenziali, nonche' di ogni attivita' comunque coessenziale alle funzioni di governo.

-Per i ministri costituisce legittimo impedimento l'esercizio delle attivita' previste
dalle leggi e dai regolamenti che ne disciplinano le attribuzioni, nonche' di ogni attivita' comunque coessenziale alle funzioni di governo.

Prescrizione: Il corso della prescrizione rimane sospeso per l'intera durata del rinvio dell'udienza. –

Vigenza della legge: Le norme si applicano fino all'entrata in vigore della legge costituzionale recante la disciplina organica delle prerogative del presidente del Consiglio e dei ministri, nonche' delle modalita' di partecipazione degli stessi ai processi penali e comunque non oltre diciotto mesi.

Una legge approvata con 316 voti a favore, 239 contrari, e 40 astensioni. I deputati presenti erano 595, quelli votanti 555. Il provvedimento passa ora all'esame del Senato. Hanno votato sì Pdl, Lega, Mpa, Noi Sud e Pri; i no sono giunti dal Pd, dall'Idv e dall'Api, mentre le astensioni sono venute da Udc, Svp e Ld. I franchi tiratori, all'interno della maggioranza, sarebbero stati quattro.

Ci chiediamo come l’Udc abbia potuto astenersi, dopo che Casini ha dichiarato più volte che non era d’accordo alle leggi ad –personam.

Una vergogna per tutto il Paese. È assurdo che dentro la Camera si discuta sull’ennesima legge di regime, quando fuori centinaia di operai sardi dell’Alcoa manifestano per un altro diritto spezzato, quello al lavoro. Quando nello stabilimento della Fiat di termini imerese 2000 persone rimarranno senza posto di lavoro. Quando in Italia ci sono 1 milione di persone disoccupate. Quando in Italia le famiglie non arrivano alla seconda settimana del mese? Quando in Italia c’è una differenza tra il nord e il sud dell’isola? Quando in italia sale il tasso di povertà. Quando in Italia non esiste più la Giustizia? Quando in Italia tra poco ci privatizzano anche l’aria che respiriamo?

Il Governo da mesi non fa altro che pensare a risolvere il problema “Giustizia-Berlusconi”, dal Lodo Alfano, al Processo Breve all’ultima trovata del “Legittimo Impedimento” e chi pensa ai problemi reali del Paese? Gli altri paesi hanno varato pacchetti anti-crisi e noi stiamo ancora a parlare di aria fritta?

Ed è ancora più assurdo pensare che i pluri indagati ministri e deputati se ne freghino della situazione del Paese, dei cittadini, gli stessi cittadini che li hanno eletti nella speranza che le cose migliorassino. Assistiamo ogni giorno ad un teatrino che non vogliamo più guardare!!! Solo chiacchere !!!

Adesso diciamo Basta..adesso vogliamo che in questo paese cambi qualcosa. Vogliamo che i giovani possiamo avere la speranza di un futuro, quel futuro che tanto abbiamo sognato ma che oggi vediamo sfumare nell’incertezza totale a causa dell’incapacità di questo governo e di questa politica ormai satura.

Vogliamo una scuola, una università all’altezza delle nostre aspettative e del nostro futuro.

Vogliamo che il nostro paese diventi competitivo e innovativo rispetto al welfare, alle infrastrutture, all’ambiente e al turismo.

Vogliamo che nel nostro paese le regioni del Sud siano considerate non come portatrici di consenso ma come motivo di sviluppo e crescita.

Vogliamo che la Giustizia sia garantita per tutti, che tutti di fronte alla legge siamo giudicati allo stesso modo.

Quanto ancora si dovrà aspettare prima che il popolo insorga? Quante bugie dobbiamo ancora ascoltare?

Quante buffonate ancora dobbiamo subire?

Noi non ci stiamo a queste condizioni!!! Vogliamo un paese democratico!!!

Valentina Gulino

Valentina Spata

RIUNIONE ASSISTENTI BAGNANTI PER MANCATO PAGAMENTO STIPENDI


Riguardo alle spettanze non ancora riconosciute agli assistenti bagnanti che hanno prestato servizio nelle spiagge della provincia, la scrivente O.S. intende incontrare tutti gli operatori che ad oggi attendono il pagamento delle spettanze loro dovute, riguardo alle prestazioni effettuate in seno all’Operazione Spiagge Sicure del 2009.

Da precisare che il contributo dovuto dalla Provincia Regionale di Ragusa e’ stato gia’ mandato ai Comuni, in misura di circa il 30% per quanto riguarda Ragusa, mentre l’eccedenza, che deve versare il Comune, non e’ ancora stata messa in pagamento.

Tutti gli assistenti bagnanti della provincia, ormai stanchi di attendere la liquidazione delle somme loro spettanti, intendono esporre il loro malcontento pubblicamente con l’aiuto del Sindacato ISA, e si riuniranno presso la sede provinciale di Ragusa del Sindacato Autonomo, in Via degli Aceri n°42, lunedi’ 8 febbraio p.v. alle ore 18:30, per predisporre l’organizzazione della protesta.

Presiederà l’incontro anche il segretario dei giovani democratici di Ragusa, Valentina Spata, che ha da sempre denunciato la grave situazione di disagio degli operatori, e che si e’ fatta promotrice degli interventi relativi alla situazione dei lavoratori in questione in seno al Comune di Ragusa, fornendoci gli strumenti necessari per comprendere la reale situazione amministrativa.

Cordiali saluti



Il Segretario dei Giovani Democratici Ragusa,
Valentina Spata

I.S.A. Sindacato Autonomo
Il segretario Provinciale
Giorgio Iabichella

IL LAVORO E L’INCERTEZZA DELLE NUOVE GENERAZIONI.


La sfida per noi è quella di tutte le Organizzazioni sociali: saper interpretare il futuro, dare voce, ma anche guida e rappresentanza, alla nostra gente dentro alle tante incertezze del presente.
Il lavoro è il paradigma del cambiamento, il crocevia delle trasformazioni sociali, è dentro al lavoro che intravediamo gli effetti più rilevanti della globalizzazione che ormai ha avvolto l’intero mondo.
La precarietà, l’insicurezza, la mobilità, il tramonto del posto fisso a tempo indeterminato, la mancanza di tutele, il basso livello retributivo: sono tutti attributi dei tanti lavori che sono specchio della globalizzazione e che l’economia postfordista dell’innovazione tecnologica rende obsoleti con una rapidità inedita.
Noi giovani democratici ci preoccupiamo del lavoro che manca e che si cerca invano, di quello che si perde senza speranza diventando troppo spesso dramma umano e familiare, di quello che dequalifica, ma soprattutto del lavoro che fa male il cosidetto lavoro FLESSIBILE, che potrebbe rappresentare una risorsa per imprese e lavoratori finisce per diventare, precariato dequalificante capace solo di mortificare un’intera generazione, non permettendo ai giovani di poter tagliare il cordone ombelicale con le proprie famiglie, destabilizzando di fatto la società attuale ma soprattutto non permettendo la stesura di basi solide per la costituzione di una società futura. Centinaia di miglia di giovani dalle imprese private agli studi professionali vivono ogni giorno il dramma di un lavoro instabile e senza tutele, giovani “professionisti” che sotto l’ombra di uno pseudo- lavoro autonomo in realtà svolgono un lavoro senza regole né tutele, ma soprattutto senza la garanzia di una formazione adeguata al tipo di specializzazione professionale per la quale stanno lavorando.
.Le riforme del mercato del lavoro che nel corso degli anni si sono succedute hanno fatto sì che un’intera generazione vivesse senza certezze presenti.

La nostra Regione, Cari amici, è tra le 10 regioni europee con il più alto tasso di disoccupazione giovanile. Lo dice eurostat, l’ufficio europeo di statistica.
Penso che questi dati sono la testimonianza di una presenza massiccia di clientelismo e corruzione che negli anni hanno contribuito a far crescere un problema che oggi si trasforma in una grande piaga sociale difficilmente controllabile.

Per porre rimedio a fenomeni economici negativi che si sono sviluppati nel campo
occupazionale, i legislatori hanno individuato e promosso nuove forme di partecipazione al
lavoro: … lavoro interinale, lavoro a chiamata, lavoro a progetto, lavoro di collaborazione coordinata continuativa, eccetera … eccetera … eccetera, … i cosiddetti LAVORI ATIPICI.
Nuovi strumenti utili, NELLE INTENZIONI, all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.
Strumenti legislativi e normativi che avrebbero dovuto creare lavoro ma evidentemente non è così: gli strumenti sono utili solamente “QUANDO … E SE” il lavoro lo si è già creato!
Vediamo infatti, che, nel mondo del lavoro italiano, l'introduzione del lavoro atipico e del principio
della flessibilità non si sono dimostrata:
- né risolutivi della disoccupazione;
- né salvatrici delle aziende.
Sostituendo con lavoratori atipici i lavoratori a tempo indeterminato, più che aver vinto la
disoccupazione, si è creata l’occupazione ad intermittenza!
La flessibilità in Italia non sembra essere un’opportunità, essa è subita, non scelta ...
Il PART- TIME diventa quindi una reale precarizzazione del lavoro.
Ma cosa vuol dire precarizzazione?
1°. Precarizzazione del lavoro è precarizzazione della società.
Per molti giovani la cosiddetta flessibilità è una penosa consuetudine di vita, appena migliore della
disoccupazione: quando va bene vivono continui cambiamenti di datore di lavoro … di regole … di contratto e di orari, quando va male vivono nell’angoscia di una imminente disoccupazione …
2°. La precarizzazione del lavoro è precarizzazione della formazione e della
sicurezza.
Occorre dire su questo, anche supportati dalle ricerche effettuate nelle aziende del nostro
territorio, che la precarizzazione del lavoro determina nelle aziende la quasi totale assenza di una
qualsiasi forma di formazione professionale.
E soprattutto, ed è la cosa più grave, la totale assenza di formazione per la prevenzione degli
infortuni sul lavoro.
Ci troviamo spesso di fronte a lavoratori “usa e getta”.
3°. Precarizzazione del lavoro è precarizzazione delle aziende.
In questo contesto anche le aziende che fanno largo uso di lavoratori atipici, sono sicuramente delle
aziende precarie, perché i lavoratori che vi operano non si sentono parte
dell’azienda, manca in loro il senso di fedeltà e appartenenza del lavoratore.
Evidentemente in queste aziende non può che venir meno la mancanza di professionalità
con conseguente peggioramento nella qualità del prodotto.
4°. Precarizzazione del lavoro è precarizzazione delle organizzazioni sindacali.
Cosa può offrire il tradizionale sindacato ai precari? … Come può, un sindacato suddiviso per
categorie, rappresentare un lavoratore che oggi si occupa di imballaggi e domani opera nel tessile
piuttosto che nel metalmeccanico?
Senz’altro può dare una collaborazione quotidiana nella verifica degli atteggiamenti dell'azienda,
ma difficilmente può programmare con i lavoratori delle prospettive vere di
evoluzione della proprie posizioni lavorative ed economiche.
Forse occorrerebbe sviluppare parallelamente degli strumenti di concertazione locale intersindacale
e interistituzionale come ad esempio gli osservatori del lavoro che raccordino gli strumenti sindacali
a quelli assistenziali propri degli enti locali.

Nel nostro territorio si sono evolute e sperimentate tutte le nuove forme di partecipazione al lavoro,
così che da infondere in molti dei nostri cittadini, UNA PATOLOGICA INCERTEZZA SUL
PROPRIO FUTURO.

Una delle forme di lavoro atipico che negli ultimi tempi è diventato una moda è quello delle Partite Iva. Ovvero, quando il committente (un professionista, una ditta..) ci chiede, per affidarci del lavoro, di aprire una partita IVA. C’è stato un tempo in cui si parlava molto di loro, del “popolo delle partite Iva”, poi sono come scomparsi. Rigettati nel vuoto. Non sono nemmeno considerati nelle schiere dei precari.
Comunque questo tipo ti lavoro è senza dubbio un lavoro a rischio. Le conseguenze possono essere spaventose, se l’operazione non viene affrontata con la necessaria informazione e con l’assistenza di un commercialista o di un’associazione sindacale di categoria (artigiani, commercianti).
Chi apre la PARTITA IVA, infatti, diventa un professionista o un imprenditore a tutti gli effetti (fiscali, assicurativi, normativi): le leggi che deve rispettare, da quel momento in poi, sono un’infinità, ed in continua evoluzione. Inoltre, bisogna mettere in chiaro cosa vuol dire essere dipendente di una ditta ma aprire la partita Iva.
Se una ditta ci offre un lavoro ma ci “obbliga” (perché dobbiamo considerare che molti giovani accettano il lavoro per mancanza dello stesso, quindi ad un certo punto diventa un’obbligazione) ad aprire una partita iva vuol dire che sullo stipendio lordo che viene dato al lavoratore bisogna togliere il 20% dell’iva che deve essere versata allo Stato. A questo punto, spesso il datore di lavoro (la ditta committente o il singolo) ci dicono spesso che possiamo detrarre le spese che abbiamo sostenuto durante l’anno e questo è vero ma si tratta solo di spese inerenti all’attività che vogliamo e non di tutte le spese che facciamo e cerchiamo di considerare al fine di pagare meno tasse. Quindi a fine anno spesso molti giovani lavoratori si ritrovano ad avere uno stipendio basso (stipendio che non si aspettavano) e tanto lavoro svolto con un enorme sforzo e sacrificio.
Inoltre, c’è da dire che le tutele di questi lavoratori sono del tutto inesistenti. Ad esempio se il datore di lavoro decide di licenziare il lavoratore, può farlo tranquillamente visto che il singolo lavoratore risulta autonomo e di conseguenza dopo aver perso il lavoro si ritrova con la partita iva aperta.
Questo tipo di lavoro porta all’innescarsi di fenomeni di opportunismo contrattuale da parte dei datori di lavoro e confonde i ruoli e la posizione di questi lavoratori atipici. Non dobbiamo confondere un lavoratore con partita iva subordinato ad una ditta con un lavoratore autonomo. Questi ultimi sono lavoratori professionisti dotati di un loro potere di mercato incorporato nel proprio bagaglio di competenze professionali e non hanno nessuna dipendenza nei confronti di qualcuno a differenza dei lavoratori con p.iva e subordinati che hanno molte caratteristiche della subordinazione (scarsa autonomia, subordinazione gerarchica, dipendenza economica) senza che queste rientrino sotto la legislazione del lavoro subordinato e sotto i vincoli che la norma imporrebbe.
Queste figure di professionisti solo di nome, ma che di fatto svolgono un lavoro subordinato portano con sé importanti implicazioni anche a livello sociale.
Ritengo che in una realtà come quella italiana in cui i diritti sociali degli individui derivano direttamente dalla posizione lavorativa che si ricopre, queste occupazioni che procurano minor salario e più rischi di precarietà non ipotecano solo il destino attuale degli individui, ma anche quello futuro perché significherà minor contributi per le pensioni, minor possibilità di accesso a forme di previdenze sociali come sussidi o redistribuzioni. Per questo motivo questi contratti diventano una “seconda scelta”, da accettare solo dopo aver vagliato tutte le altre possibilità. E così sempre più spesso sono gli individui dotati di minori risorse quelli che rimangono bloccati nella spirale di questi lavori.
Il Consiglio che noi Giovani Democratici vogliamo dare ai tanti giovani che pur di lavorare sono disposti ad accettare un lavoro subordinato con apertura della partita Iva è quello di aspettare e valutare il giro d’affari affinchè si possa avere una idea chiara del tipo di lavoro e del guadagno recepito, per poi eventualmente aprire la partita iva. In ogni caso è necessario e opportuno consultare un consulente del lavoro e le associazioni sindacali per avere migliori consigli.
In “questo” mondo delle partite Iva abbiamo la monocommittenza, gli orari di lavoro, il vincolo di subordinazione, tutti gli istituti di un rapporto di lavoro dipendente. Questi sono gli effetti di un ripugnante sistema duale, dove il rapporto rischio-rendimento è rovesciato: a maggiore rischio (la precarietà) corrisponde un rendimento (la retribuzione) risibile, e nessuna protezione di welfare, o protezioni più formali che sostanziali. Questa è la negazione del mercato, ed il trionfo di una forma moderna di schiavismo. Questi istituti contrattuali non possono chiamarsi lavoro flessibile, è bene sottolinearlo.
Il nostro auspicio è che questa classe politica insieme ad i Sindacati (che devono tutelare tutte le categorie di lavoratori) iniziano ad interessarsi di questo reale problema che rende ancora più incerto il futuro delle nuove generazioni. La precarietà non si contrasta né con il lavoro atipico, né con il lavoro subordinato con partita iva, ma con dei progetti a lungo raggio che permettono ai giovani una sicurezza e una stabilità necessaria per una prospettiva futura.
Un progetto che ribadisce la necessità di rendere più conveniente il lavoro a tempo indeterminato rispetto a quello a termine e prevede misure per rimuovere ostacoli che bloccano la propensione delle imprese ad assumere a tempo indeterminato: allungamento del periodo di prova (per facilitare il test reciproco di gradimento fra impresa e lavoratori), uso modulato del contratto di apprendistato per permettere un ingresso graduale al lavoro con formazione progressiva dei giovani, riduzione dei tempi e dei costi del processo del lavoro che rappresentano gravi oneri specie per le PMI, promozione di conciliazione ed arbitrato (ddl presentato al Senato).
Un intervento urgente riguarda la promozione dell’occupazione femminile da noi molto più basso degli standard europei, sostenere tale occupazione ha un impatto economico maggiore degli interventi sullo straordinario.
Un’analoga politica promozionale è necessaria per alzare il tasso di occupazione dei lavoratori anziani, over 55, anch’esso troppo basso. Questi interventi sono particolarmente urgenti nel nostro paese che presenta un rapido invecchiamento della popolazione e un basso tasso di natalità e sono necessari per allargare la nostra base occupazionale anche ai fini pensionistici.;
Questo è un progetto che ci è stato illustrato dall’On. Marianna Madia del PD in occasione di una iniziativa a Ragusa relativa al Lavoro. Noi riteniamo che possa essere un ottima soluzione per affrontare uno dei problemi più grandi che affligge il nostro Paese e in modo particolare la nostra Regione.

Il Segretario dei Giovani Democratici di Ragusa
Valentina Spata.