mercoledì 27 novembre 2013

Un passo avanti per sconfiggere la mafia delle aste giudiziarie.

È arrivato il momento di rompere la cortina di silenzio che avvolge la questione delle aste giudiziarie, in provincia di Ragusa. Sono continui e drammatici i casi di imprenditori costretti a mettere in scena proteste clamorose, per portare all’attenzione il problema, lottando come leoni. Ma se tanti altri, se chi sapesse, avesse il coraggio di denunciare quella che pare essere come una nuova forma di mafia, si potrebbe davvero contribuire a “bloccare il sistema”. Potrebbe annidarsi, infatti, anche la criminalità organizzata, dietro la questione delle aste. Che persona è, quella che si rende complice di questi tragici eventi?http://www.laspia.it/2013/11/25/la-mafia-delle-aste-giudiziarie-bisogna-avere-il-coraggio-di-denunciare/

Alla Villa Comunale di Vittoria per non dimenticare le donne vittime di violenza.



Una targa simbolo che la consulta alle politiche femminile di Vittoria ha voluto apporre proprio alla villa comunale, luogo frequentato da tutte le età e da tutti i generi, per ricordare tutte le donne vittime di violenza.

La mia giornata contro la violenza sulle donne. Nasce la Rete Anti Violenza in provincia di Ragusa.



Il Prefetto Annunziato Vardè stamani ha presieduto una riunione con tutti i soggetti istituzionali coinvolti nella delicata materia della violenza sulle donne per la firma di un protocollo d'intesa avente ad oggetto la promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione ed al contrasto di questo triste fenomeno.
L'iniziativa, proposta a suo tempo dal Presidente del Centro Antiviolenza "Nuova Vita” di Ragusa, è stata fortemente voluta e sostenuta dal Rappresentate del Governo che, nel corso degli ultimi mesi, ne ha sollecitato la definizione, riuscendo nell’intento di giungere alla sottoscrizione del documento proprio il giorno dell’importante ricorrenza della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”.
Alla sottoscrizione del protocollo, che ha avuto il nulla osta del Ministero dell'Interno che ne ha condiviso i contenuti, hanno aderito il Commissario della Provincia Regionale di Ragusa, i Sindaci dei Comuni capofila di distretto Ragusa, Modica e Vittoria, i Vertici delle Forze dell’Ordine, il dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, i dirigenti dei locali Uffici di Servizio Sociale del Dipartimento di Giustizia Minorile e di Esecuzione Penale Esterna, il Commissario Straordinario dell’Azienda Sanitaria Provinciale, la Consigliera Provinciale di Parità.
Il protocollo, che definisce strategie e precisi percorsi operativi, in particolare, si propone di fare sistema e, con il contributo di tutti attraverso metodologie condivise, affrontare al meglio un problema che richiede, per la sua complessità, interventi mirati. 
Il Prefetto nel suo intervento introduttivo ha evidenziato le potenzialità dello strumento pattizio ai fini del rafforzamento e dell’implementazione dell'operatività di una rete di sinergica collaborazione tra tutte le istituzioni interessate; e ciò nella consapevolezza che, per lavorare bene e fare meglio, è necessario fare riferimento a procedure operative definite e coordinate.
Al riguardo, ha anche sottolineato l’importanza del ruolo istituzionale della Prefettura, quale sede di raccordo e d'impulso per attivare tutti quegli interventi utili alla creazione della rete di servizi di aiuto e di accompagnamento delle vittime, a tutela della sicurezza delle donne con specifico riferimento alla violenza che si consuma in ambito familiare. 
In tale ottica il Protocollo costituisce l'indispensabile premessa per la creazione di un Piano di azione provinciale per il raggiungimento di importanti obiettivi, quali l’analisi ed il monitoraggio del fenomeno, lo sviluppo di azioni finalizzate alla sua prevenzione ed al suo contrasto attraverso percorsi di formazione degli operatori e di sensibilizzazione della società civile, nonchè l’assistenza ed il sostegno alle vittime in tutte le fasi susseguenti al verificarsi di un episodio di violenza.
Dopo il momento della sottoscrizione, il Prefetto ha ringraziato i presenti per il contributo sin qui offerto, augurando a tutti un buon lavoro che si auspica possa dare presto i primi risultati, essendo tutti adesso nelle condizioni di corrispondere al meglio alle varie situazioni che ciascuno si trova ad affrontare nei rispettivi ambiti istituzionali.
Ragusa Oggi.


Civati: ci manca solo l'autostop!


Direzione Messina con Pippo Civati


Solo che noi non abbiamo il pullman, abbiamo i passaggi di chi mi dà uno strappo (termine tecnico) da un punto all’altro. Giovanni verso Vicenza, un altro Giovanni a Cosenza e sul Pollino, Tommaso a Treviso, Andrea a Trento e Bolzano, Luca in Liguria, Elly a Bologna, Valentina da Catania a Trapani, Samuele in Toscana, Sandro dappertutto.

http://www.ciwati.it/2013/11/25/ci-manca-solo-lautostop/

lunedì 25 novembre 2013

Cervelli in fuga: l'anima del Sud che va via!

Nessuno si rende conto di quanto sia difficile, oggi, essere giovane meridionale. Tanti giovani che per trovare una opportunità sono costretti ad andare via dai luoghi di origine. Tante le eccellenze, tante le individualità di primissimo piano che però difficilmente riescono ad emergere. E per chi decide di restare per cambiare la propria terra è veramente difficile far sistema. Io credo che una così massiccia esportazione di cervelli è anche sinonimo di un graduale impoverimento culturale. A ben vedere, questa non è solo una fuga di cervelli, è l’anima del Sud che va via.

L'On. Pippo Civati alla Convenzione Nazionale.



Oggi Pippo Civati alla Convenzione nazionale del PD, prendendo a prestito la fiaba del gatto con gli stivali, si è paragonato al figlio che ha ricevuto il gatto, appunto diventato poi il gatto con gli stivali. Chi conosce la favola sa che il figlio sfortunato, sconsolato  per quel lascito si sedette su una roccia a pensare, ma il gatto gli disse di non preoccuparsi perchè insieme avrebbero fatto fortuna. E' fu così, con l'aiuto del gatto riuscì a sposare la figlia del Re. Pippo ha detto che il nostro gatto è la passione politica, l'amore per le missioni impossibili. Aggiungo io che anche Noi abbiamo una principessa da sposare, una storia d'amore da realizzare: quella con il popolo della sinistra, un popolo per troppo tempo rimasto orfano di una sinistra degna di questo nome.

Valentina Spata
Roma 24- novembre 2013

Convenzione Nazionale Pd - Hotel Elgifa - Roma


Delegazione Pd - Provincia di Ragusa a Roma - Convenzione Nazionale 

23-24 novembre 2013


Processo Stato Mafia, Nino Giuffrè: "Dell'Utri ci diede garanzie e votammo Forza Italia"

Processo Stato Mafia, Nino Giuffrè: "ma non è che Cosa nostra sale sul primo carretto che passa. Siamo sì abili a capire chi è il vincitore, ma prima di salire ci sono state garanzie di persone vicine alla mafia"

Parte da Vittoria il DDL impignorabilità prima casa.


Parte da Vittoria il DDL sull'impignorabilità della casa e contro l’attuale sistema delle aste giudiziarie e da Roma il gruppo GAL al Senato e alla Camera ha fatto sapere che farà in modo di depositarlo entro dicembre. 
Iniziativa concreta e di grande sensibilità verso quelle famiglie che hanno grandi difficoltà economiche e finanziarie.
L'amministrazione e il Partito che vorrei. E che per fortuna ho a Vittoria. 

Vittoria: una comunità che amo!

Tutti mi chiedono se sono di Vittoria o di Ragusa. A dire il vero in molti pensano che sia di Vittoria. A tutti rispondo dicendo che sono ragusana ma è come se fossi vittoriese. Tutto è nato dal 2008 quando mi sono candidata alle primarie dei Giovani Democratici. Il risultato è stato eccezionale. Ma eccezionale è stato trovare moltissimi voti (senza saperlo) proprio a Vittoria. E' da quel momento che ho iniziato la mia attività politica in perfetta sintonia con il Pd di Vittoria. Perchè? Semplice. Perchè mentre a Ragusa si litiga da anni a Vittoria si lavora. Da Vittoria parte la lotta contro il Muos in cui il Sindaco è stato presente alle audizioni parlamentari. A Vittoria abbiamo organizzato l'iniziativa sulla sicurezza nelle strade. A Vittoria ho avuto il piacere di presentare il mio progetto sulla "rivalutazione dei centri storici" in collegamento con Bersani. A Vittoria si organizzano i convegni contro la violenza sulle donne. A Vittoria il Comune aderisce alle campagne Unicef. A Vittoria si costruisce un Osservatorio per i minori. A Vittoria abbiamo organizzato la Scuola di Formazione politica per i ragazzi con la partecipazione del Segretario Nazionale dei Gd. E adesso sempre da Vittoria parte la proposta di legge sull'impignorabilità della casa. Insomma a Vittoria si lavora e si fa politica. Ecco perchè parlo sempre di Vittoria e perchè mi piace fare attività politica in questa città. E di questo devo ringraziare il Sindaco Giuseppe Nicosia che mette a disposizione dei giovani tutti gli strumenti necessari per svolgere attività politica e che si impegna affinchè il Pd non sia solo un contenitore di voti ma di persone impegnate in politica e nel sociale. E poi devo dire che a Vittoria ci sono davvero tanti amici e tante belle persone che mi danno lo stimolo per continuare a fare politica.

Civati sul caso Cancellieri: "avete tutti ragione"


Pippo è così. E' una persona eccezionale ed è l'unico dirigente politico che conosco che con grande umiltà dice di aver sbagliato. Ma dove lo troviamo un altro dirigente così?
Anche per questo #iovotocivati
http://www.ciwati.it/2013/11/21/avete-tutti-ragione/

Roma: assilta la sede del Pd dei Giubbonari.

La violenza è dimostrazione della mediocrità, della debolezza e della mancanza di spirito propositivo. 
Quello che è accaduto a Roma è da condannare senza se e senza ma. 
Indignata!

Caso Cancellieri. Civati: "hanno vinto gli stessi 101 di Prodi"


In un paese normale la Cancellieri si sarebbe dimessa. Abbiamo fatto dimettere la Josefa Idem e su questo caso, che a mio avviso è molto grave, il Pd per l'ennesima volta non prende posizione. 
Il nostro partito, o meglio la nostra classe dirigente che sta in parlamento, non discute mai di nulla. A decidere è sempre Letta che con la storia della "responsabilità" ci ha proprio stancato. E se c'è qualcuno, come Giuseppe Civati, persona seria, coraggiosa e coerente, che cerca di portare all'interno del gruppo parlamentare il dibattito sulle decisioni importanti da assumere adesso qualcuno si permette di criticarlo. Visto che non si discute nemmeno all'interno del gruppo Pippo ha cercato di porre l'attenzione sul caso della ministra. Ha cercato di mettere davanti una scelta il Pd. Ma come al solito questo Pd, questa classe dirigente, decide sempre non di non decidere. Allora io mi indigno per tutti quei deputati che hanno scelto di non sottoscrivere la mozione di Civati e per l'ennesima volta non hanno ascoltato la voce della base. E per l'ennesima volta hanno deciso di salvare il Governo e il loro posticino da deputato. La questione è semplice. non si poteva mettere in discussione il Governo. E quando Letta ha chiestoa tutti di essere "responsabili" gli sono andati dietro. Cosa avrebbe dovuto fare Pippo? Le scelte erano due: 1) lasciare il Pd e abbandonare tutti noi dopo mesi e mesi di lavoro sacrificante (noi abbiamo lavorato senza nessuno dietro e con enormi sacrifici anche economici per costituire questo meraviglioso gruppo di cui faccio parte); 2) votare per l'ennesima volta con rabbia e delusione la fiducia a questo ministro che di certo senza alcuna dignità. 
Ecco, io non lo critico Civati. Io mi indigno perchè non mi sento più rappresentata da questa classe dirigente. E continuo a restare tra le macerie di questo partito solo perchè ci sono persone e dirigenti come Pippo Civati che sosterrò e continuerò a sostenere con tutta la mia forza. 
#iostoconcivati senza se e senza ma!!


lunedì 11 novembre 2013

La prova che inchioda l'Assessore Lucia Borsellino: "Firmi subito o si dimetta". da la Spia

Eccola, finalmente: la prova che inchioda l’assessore Lucia Borsellino alla firma delle cure per i pazienti, con il “Metodo Stamina”, prima che sia troppo tardi, prima che ogni paziente possa morire. Si, morire, perché non ci pensiamo mai, ma purtroppo (chi soffre con patologie così gravi come le loro, più di chiunque altro) “siamo vite a tempo ed il tempo è vitale. Mauro Terranova, come tanti altri come lui, ha bisogno subito delle infusioni del metodo Stamina, senza perdere altro tempo”.

domenica 10 novembre 2013

Perchè nel Pd? Perchè Civati?




Quotidianamente mi vengono poste due domande:
1) perchè ancora rimani nel Pd? 
2) perchè Civati?

Le mie risposte:
1) perchè le cose si cambiano, cambiandole. Non fuggendo. Non lamentandosi. Non restando a casa.
E per cambiarle dobbiamo partecipare al cambiamento. 
2) perchè è l'unico che è riuscito a riunire le migliori risorse di questo partito - anche quelle che erano scappate.
Le ha coinvolte ed è riuscito a creare in poco tempo una grande squadra e un programma vero. Ma anche perchè con i fatti ha dimostrato che la "delusione si può trasformare in speranza". 
Lui è un leader ma riesce a far sentire "leader" chiunque coinvolge. E' il leader delle idee, dell'umiltà, della conoscenza e del coinvolgimento. Soprattutto è il leader che riesce a farti ritornare ad avere fiducia nella politica. Sì, la politica che respiriamo tutti i giorni. Perchè la nostra vita, il nostro futuro, ruota attorno alla politica.

Tesseramento PD sospeso: l'ennesimo errore!

Contrariamente da quanto deciso dalla Direzione nazionale del Pd -di sospendere il tesseramento - penso che si debba dare l'opportunità di partecipazione a tutti coloro che di persona, personalmente vogliono aderire al Partito Democratico. 
E' un intervento tardivo - quello del blocco del tesseramento. Con questa decisione rischiamo di ammettere di non essere in grado di far rispettare le regole che tutti abbiamo approvato e di applicare le dovute sanzioni a chi le trasgredisce le regole. 
L'unica strada da percorrere era quella di accertare i brogli ed intervenire duramente. 
Non possiamo fare di tutta l'erba un fascio. Ci sono iscritti che regolarmente sono andati a ritirare la tessera al circolo, pagandola. Ci sono segretari che hanno aperto la sede del proprio circolo regolarmente. E c'è gente che ancora è indecisa. Chiunque può rinnovare la tessera o diventare un nuovo iscritto. E' un loro diritto! 
Con questa decisione stiamo mortificando il lavoro e l'impegno dei circoli virtuosi, quelli in cui c'è una vera partecipazione. 
Il problema relativo al "caos" tesseramento è a monte. Quando le federazioni lamentavano la mancanza di tessere bisogna porsi degli interrogativi. Come mai tutta questa richiesta di tessere e questa improvvisa partecipazione della cittadinanza? In quell'occasione si dovevano fare i dovuti controlli. Non ha senso - ad esempio - la delibera n. 30 che prevede le tessere "provvisorie" che hanno di fatto "lievitato" il tesseramento durante la fase congressuale. Se si voleva bloccare il tesseramento non si doveva approvare tale delibera ma era doveroso bloccare tutto in tempo utile. 
Adesso è tardi e rischiamo di uscirne con le ossa rotte. Dopo tutto il caos che è successo stiamo rischiando di non far aderire al nostro partito gente realmente interessata. Rischiamo di negare la tessera a chi vuole farla davvero per cambiare questo Paese. 
Questo - a mio avviso - è l'ennesimo errore perpetrato ai danni della democrazia e della partecipazione reale!
Oggi a Ispica - come testimoniato dal Segretario di circolo - un ragazzo, Antonino, 25 anni, professionista impegnato nel mondo della sanità ha deciso di recarsi in sezione per fare la tessera. "Credo sia arrivato il momento di impegnarmi", ha detto al segretario. Ecco, noi dobbiamo aprire le sedi del Pd e non chiudere l'opportunità di aderire perchè qualcuno ha utilizzato i congressi per interessi personali. 
Iniziamo a cambiare questo partito partendo da qui. Dal far rispettare le regole, dal sanzionare chi le trasgredisce e da accogliere chi invece ci continua a dare fiducia e vuole essere protagonista del cambiamento e del proprio futuro. 


venerdì 8 novembre 2013

Immigrazione: serve un cambio di rotta e leggi nuove!

CAOS A POZZALLO NEL CENTRO DI PRIMA ACCOGLIENZA. 
IL SINDACO SOLO E LA CITTADINANZA IN PROTESTA!

L’emergenza immigrati in Sicilia continua. Tanti gli sbarchi e di conseguenza crescono i disagi. I centri di accoglienza vengono messi a dura prova. In particolare una situazione di forte disagio si registra a Pozzallo, nella mia Provincia quella di Ragusa, dove il centro di prima accoglienza che dispone di una capienza massima di 140 posti, è costretto ad accogliere circa 400 immigrati. L’affollamento, pertanto, rende inevitabili le tensioni tra gli immigrati stessi e provoca forti disagi nella popolazione locale. Il sindaco di Pozzallo, Luigi Ammatuna, come nei giorni scorsi ha già fatto il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, ha lanciato un appello alle istituzioni nazionali, in particolare al ministro Alfano, ricordando che per accogliere e mantenere queste persone occorre anticipare subito delle somme di denaro mentre, di contro, lo Stato diventa latitante quando deve pagare i propri debiti alle Amministrazioni locali.
E’ nota la mancanza di azioni politiche da parte del Governo nazionale che di fatto lascia da soli, in questa difficile impresa, i sindaci che sono costretti a fronteggiare queste gravi situazioni. 
A Pozzallo, ad esempio, si è scatenata una forte lite fra tre africani, in pieno centro cittadino.  Una situazione molto difficile. Esseri umani trattenuti nel centro di accoglienza per quasi un mese. Senza libertà, segna dignità vagano pensierosi in città. Una detenzione disumana. 
Nel frattempo il Comune di Pozzallo ha deciso di provvedere a rifornire di tabacco gli ospiti del centro di accoglienza per evitare che i migranti andassero in giro per la città a richiedere sigarette. “Smoke”?  "Somoke?" chiedono ai cittadini pozzallesi. D'altronte, non hanno nessun svago, nessuna attività da svolgere. Pensate a queste persone costrette a girovagare l'intera giornata senza nulla da fare. 
I cittadini, nonostante si son dimostrati molto accoglienti, chiedono maggiore sicurezza.
Intanto gli sbarchi continuano durante le notti e i giorni. E per far fronte a questa emergenza il Sindaco ha dovuto utilizzare il palazzetto dello Sport, annullando tutte le attività sportive. 
I genitori ovviamente hanno protestato e chiesto il trasferimento dei migranti in altri centri di prima accoglienza. E penso che sia lecito chiedere maggiore legalità, sicurezza e giustizia ma a questo sacro santo trinomio di diritti far convivere i valori dell'accoglienza, della tolleranza e della solidarietà.
Per questo, come gruppo Civati, siamo andati ad esprimere solidarietà e vicinanza al Sindaco di Pozzallo Ammatuna che è stato lasciato da solo dalle Istituzioni e dallo Stato. Ma siamo stati anche a visitare i centri di accoglienza. Sergio, il referente provinciale del gruppo Civati in provincia di Ragusa, ha parlato in inglese con alcuni di loro. Sentivano freddo. Ci guardavano con gli occhi grandi e con i volti pieni di sofferenza. Erano davvero simpatici. Tranquilli, curiosi. A volte ci guardavano e sorridevano. Volevano parlare.
E quando siamo andati via ci hanno salutati educatamente stringendoci la mano.
Ormai tutti sappiamo, e vediamo, che l'immigrazione è un fenomeno regolare, destinato ad aumentare nei prossimi anni in maniera significativa e rivolto ad interessare soprattutto il Mediterraneo. Forse è questo il motivo che fa aumentare la preoccupazione e la percezione di insicurezza nei cittadini ospitanti. Gli italiani non ne sono estranei. Certo, senza una politica dell'immigrazione seria e chiara continueremo a considerare il fenomeno come una malattia che accentua il già forte movimento razzista che caratterizza il nostro Paese. Per troppi anni si è parlato di contrasto alla clandestinità ed invece si dovrebbe parlare della gestione dell'integrazione. Questo deve essere il compito della politica. Tra l'altro, il nostro Paese deve prepararsi non solo ad occuparsi ad accogliere chi fugge dalle loro terre ma anche dell'integrazione della seconda generazione di immigrati, ovvero quelli che nascono in Italia. Fenomeno a dir poco sottovalutato dalla politica attuale.
Pertanto, servono politiche nazionali e regionali urgenti. A nostro avviso, visto che siamo nel bel centro del mediterraneo, serve un osservatorio regionale che controlli e monitori il fenomeno dell’immigrazione.
E’ urgente l’eliminazione della Bossi-Fini adottata dal parlamento nel luglio del 2002, sotto il secondo governo Berlusconi (2001-2005). La legge Bossi-Fini prevede il reimpatrio immediato dei migranti, cosiddetti “clandestini”, da parte delle forza dell’ordine dopo la detenzione nei centri di detenzione temporanea  nel frattempo diventati meno eufemisticamente Centri di identificazione e di espulsione (Cie), ossia luoghi in cui vengono concentrati i migranti senza permesso di soggiorno in vista della loro identificazione e espulsione. Tuttavia, per avere un permesso di soggiorno bisogna avere un lavoro e per avere un lavoro bisogna avere un permesso di soggiorno. Come dichiara Ignazio Fonzo, procuratore aggiunto della città d’Agrigento, tra i procuratori incaricati dell’inchiesta sul naufragio del 3 ottobre: “ Per la legge italiana i migranti commettono il reato di immigrazione appena arrivano, salvo che poi venga loro riconosciuto lo status di rifugiati, venga comunque concesso l’asilo politico, o comunque il processo venga definito con una sentenza di non luogo a procedere per la speciale tenuità del fatto. Appena arrivano noi dobbiamo indagarli. In passato abbiamo sollevato eccezioni di costituzionalità, ma la Corte le ha respinte. Ha ritenuto il reato compatibile con il nostro ordinamento. “

Riteniamo scandaloso il fatto che è stata introdotta una pena di 5000 euro (art. 10 bis della legge Bossi- Fini) per il delitto di clandestinità…che si dovrebbe comminare ad un “clandestino” pronto ad essere espulso dall’Italia.
L’altro orrore della legge Bossi-Fini consiste nell’articolo che condanna per complicità nel reato di clandestinità coloro che aiutano un supposto clandestino ad entrare “sul suolo italiano”. E’ così che i pescatori di Lampedusa possono vedersi confiscare le loro barche, i loro strumenti di lavoro ed essere condannati solo perché aiutano donne, bambini e uomini in pericolo di morte. Tutto questo avviene contro la convenzione delle Nazioni unite sui rifugiati e il diritto internazionale alla navigazione. Non ha torto, Giorgio Bisagna, esperto di diritto all’immigrazione, avvocato di Palermo, che afferma: “nel caso del naufragio di Lampedusa, il delitto sarebbe potuto essere commesso da coloro che non sono intervenuti a soccorrere i rifugiati in mare”.
Ed è di fronte a questa tragedia che sta prendendo sempre più piede il dibattito sulla “efficacia” della legge Bossi-Fini nel “regolarizzare i flussi migratori”. Ma noi ne parliamo da anni. Forse perchè siamo gente di mare, uomini e donne che nel mediterraneo ci siamo cresciuti. E vediamo il consumarsi di queste tragedie. E ci sentiamo impotenti contro la natura e anche contro la legge. E la classe dirigente politica, compresa quella del Pd, resta in silenzio su Frontex, l’agenzia europea di “sorveglianza delle frontiere esterne degli Stati dell’Ue”, in piedi dal 2004-2005 che costituisce il processo di esternalizzazione nel controllo delle frontiere. Simbolicamente la sede di Frontex è a Varsavia.
A seguito di Frontex, ma anche prima di esso, il governo italiano  ha stipulato degli accordi con la dittatura di Gheddafi in Libia nel tentativo di bloccare già alle frontiere libiche coloro che cercano di sfuggire alle peggiori persecuzioni e alla miseria dei paesi sub sahariani e del corno dell’Africa. 
Questo accordo è stato rinnovato il 4 luglio 2013 durante un incontro tra Alfano, ministro degli interni, e Mohamed Emhemmed Abdelaziz, ministro degli esteri della Libia.
Ma forse nessuno è a conoscenza, o fa finta di non esserlo, che le repressioni brutali della polizia libica sono moneta corrente da lungo tempo: le incarcerazioni e le brutalità (violenze sessuali, torture, …) , così come le estorsioni di denaro. Tutto questo è stato oggetto d’indagine di innumerevoli rapporti dell’Onu. Nonostante ciò, attraverso l’aiuto finanziario e tecnico (corvette della marina, radar, comunicazioni satellitari) il governo italiano ha attivato un lavoro congiunto tra le due “polizie di frontiera”.
In effetti, da alcuni anni, è stato eretto un muro di polizia nello stretto di Sicilia. Di fronte ad ogni tragedia, i governi europei e l’Unione europea, ieri come ora, si propongono di “migliorare il funzionamento di Frontex” e di accrescerne i fondi. Questa è la proposta del ministro degli esteri francesi Laurent Fabius così come del presidente del Consiglio italiano Enrico Letta.
Eppure, è proprio a causa di Frontex che i migranti arrivati in Libia, ossia coloro che scappano dalla morte e dall’espulsione, rischiano la morte pur di imbarcarsi in più di 500 su una bagnarola nella speranza di raggiungere le coste dell’isola di Lampedusa e del Mediterraneo in generale. Tutto ciò avviene, nonostante che negli ultimi dieci anni 5000 (forse sono anche di più)  migranti siano stati condannati a morte per annegamento. La profonda disperazione nutre la speranza, perché nulla d’altro sembra possibile, di attraversare questo muro. Bisogna essere confinati in custodia amministrativa per non capirlo o rifiutarsi di comprenderlo.
A questo punto, un obiettivo è a portata di mano delle organizzazioni semi-mafiose che “organizzano” il trasporto dei migranti disperati richiedendo ingenti somme di denaro che conducono le loro famiglie ad un indebitamento, spesso senza fine che conduce più di una volta alla schiavitù nel paese di partenza così come nel paese di arrivo (lavoro clandestino, prostituzione…). Ho avuto modo di parlare,durante le mie attività di ricerca e di ascolto, con un medico che ha prestato servizio presso il centro di accoglienza di Pozzallo e mi ha detto che la sua esperienza lavorativa nei paesi Africani le ha fatto capire quanto sono pericolose queste organizzazioni criminali. In questi paesi non si fa altro che pubblicizzare la partenza verso il "mondo nuovo", quello in cui c'è lavoro, c'è umanità, ci sono soldi e benessere. Ecco perchè tutti sono in partenza per una nuova vita, oltre al fatto che ovviamente cercano di sfuggire alla miseria. E parlando, personalmente con alcuni degli immigrati, si evince la loro volontà di raggiungere non la Sicilia, non Lampedusa ma il nord Italia e i Paesi Europei. 
Nonostante siano così ripugnanti, queste reti mafiose di trasporto sono, tuttavia, alimentate da leggi come quelle dalla Bossi-Fini o da istituzioni come Frontex. 
Pertanto, a fronte di tutto ciò credo che sia necessario un cambio di rotta sia a livello nazionale che europeo. Ci vuole una legge che possa legittimare l’arrivo dei migranti, che possa essere in grado di identificarli per un maggiore controllo e che possa creare percorsi di integrazione vera e propria.
E' necessario, soprattutto in Sicilia, creare nuovi e più ampi centri di prima accoglienza e che, dopo l'identificazione dei migranti, venga attuato il trasferimento in altre regioni o in altri Paesi Europei.
Ed è questo che chiedono il Sindaco di Lampedusa, quello di Siracusa e soprattutto il nostro di Pozzallo che è stato completamente abbandonato a se stesso e alla sua immensa umanità. Perchè in effetti, la mia Provincia, quella di Ragusa è il profondo Sud. Quel Sud di cui tutti tacciono e di cui le problematiche e le difficoltà non interessano a nessuno. Ma è lo stesso Sud che fornisce le migliori primizie agricole lavorate proprio dai nostri fratelli immigrati.

New York: vince il democratico, italo-americano, De Blasio!


Dopo 20 anni un democratico alla guida di New York - Bill De Blasio è il nuovo sindaco di New York. Dopo vent’anni di gestioni repubblicane, tra Giuliani e Bloomberg, il primo cittadino newyorkese è di nuovo un democratico. Una vittoria schiacciante nei numeri, perché l’italoamericano trionfa, stando ai dati pubblicati dal New York Times, con il 73,6% dei voti contro il 24% dello sfidante repubblicano Joe Lhota. Oltre ogni aspettative. Questo successo permette ai democratici di riconquistare la Grande Mela, che non vedeva un sindaco progressista dal lontano 1989 con il disastroso David Dinkins. Già, progressista. Perché De Blasio non è affatto un moderato e la sua campagna elettorale, incentrata sull’uguaglianza, ne è una dimostrazione.
Il coraggio delle idee – Ci vuole coraggio, ma anche intelligenza, nell’utilizzare una parola del genere in una città molto ricca come New York. Eppure il neo sindaco ha insistito molto su questi temi e ha attaccato l’ex primo cittadino Michael Bloomberg reo di aver acuito le disuguaglianze all’interno della comunità newyorkese. Nella città simbolo della globalizzazione, dove i ricchi sono sempre più ricchi, e non è un caso che sia la città con più milionari al mondo, mentre i poveri sono sempre più poveri, e infatti circa 50.000 persone sono senza casa e il tasso di povertà non accenna a diminuire, la vittoria di De Blasio assume un’importanza storica.
Parole d’ordine: uguaglianza e lavoro – Forse la crisi economica ha dato la spinta decisiva al neo eletto. Probabilmente qualcosa è cambiato nel pensiero delle cittadine e dei cittadini di New York, che hanno deciso di lasciarsi alle spalle l’11 settembre e la questione sicurezza per dare maggiore peso al lavoro e all’istruzione. Con buona pace dell’ex sceriffo Rudolph Giuliani, che durante la campagna elettorale ha attaccato De Blasio dicendo che “vuole riportare il crimine e la violenza nelle strade”, forse è arrivato il momento in cui queste dichiarazioni hanno esaurito la loro spinta propulsiva tra l’elettorato. In un contesto di crisi economica e valoriale, dove si sa cosa si vuole, ma non si sa come ottenerlo, può capitare che trionfi un candidato come Bill De Blasio.
Le due New York- "New York ha scelto un sentiero progressista e da oggi ci mettiamo in viaggio insieme, come una sola citta'", ha detto De Blasio. L’elezione di De Blasio a sindaco esprime certamente un’istanza sociale, quella ciò di unire una città, una comunità. Aver saputo cogliere e intercettare i bisogni sociali in un posto del genere con tale plebiscito è davvero impressionante e deve far riflettere. A Boston sarebbe stato più semplice, perché lì le istanze sociali sono molto forti. Ma nella Grande mela, dove coesiste tutto e il contrario di tutto, in una città che non dorme mai, comprendere in tal modo i bisogni della gente impressiona tutti. In una città che riassume il mondo, che ne è la sintesi in qualche modo, un gradimento tale fa sperare che ci sia veramente la capacità di risolvere i problemi per cui lui si è candidato. E fa sperare molto anche sulla fine delle diseguaglianze che per troppo tempo hanno diviso la città tra ricchi e poveri. 
Una nuova era – Una vera e propria nuova era per New York e, se la matematica non è un’opinione, sono i numeri a dirlo. Negli ultimi anni la popolazione bianca è diminuita in favore delle minoranze di colore, ispaniche ed asiatiche che oggi rappresentano rispettivamente il 25,5%, 28,6% e 12,7% della popolazione. Un cambiamento che ha dimostrato maggiore apertura verso politiche di sinistra. Inoltre a New York, durante le elezioni presidenziali del 1988, Georg Bush aveva ottenuto un 33%, mentre alle ultime elezioni i repubblicani con Mitt Romney avevano raccolto appena il 18% dei consensi. Dati inequivocabili che segnano un’inversione di tendenza, ma Bill De Blasio non avrà più da oggi la strada in discesa. I compiti che lo attendono, anche per le promesse fatte, sono immensi: ridurre le differenze, aumentando la tassazione per i più ricchi al fine di finanziare scuole ed ospedali, porre un freno alla cementificazione della città, combattere le degenerazioni razziste di una parte della polizia locale. Ecco gli obiettivi che Bill De Blasio vuole raggiungere, per far entrare definitivamente New York in una nuova epoca. 
Il ricordo delle sue origini- "Grazie a tutti, un saluto particolare va a Sant’Agata dei Goti" (Benevento), dove nella nottata  si è festeggiato bevendo falanghina. Il neo Sindaco De Balsio non dimentica le sue origini italiane e ricorda la terra dei nonni.

Le persone valgono più dei numeri e delle tessere!

Siamo la Regione del precariato e della disoccupazione. Le donne non hanno un ruolo nel mondo del lavoro. I giovani scappano per disperati alla ricerca di un futuro che qui non troveranno mai. I pescatori sono abbandonati a se stessi. Gli agricoltori uccisi da un accordo europeo assurdo e dalla mancanza di politiche regionali. Gli imprenditori sono costretti a chiudere le imprese. Molti rischiano di perdere il lavoro a 50 anni rimanendo altri 20 anni in balia di se stessi. Si parla di diritti ma restano solo parole al vento. Siamo la Regione con il + alto tasso percentuale di persone che rischiano di perdere la loro casa. I sindacati hanno perso la loro funzione sociale. Governiamo la Regione ma pensiamo ai pacchetti di tessere, a vincere i congressi in ogni modo e ci vantiamo si aver conquistato Palazzo D'Orleans. 
Siamo così ciechi che non ci stiamo rendendo conto che mentre ci ammazziamo tra di noi la Sicilia sta morendo. In tutti i sensi. E noi siamo complici e responsabili. La gente se ne fotte dei nostri congressi. A loro interessa avere una vita dignitosa dove i figli e i nipoti avranno un domani migliore del nostro.

mercoledì 6 novembre 2013

Intervista di Valentina Spata al quotidiano on line "La Spia!".

Valentina Spata ed il Pd: tra Civati e il "fallimentare Pd ragusano".


http://www.laspia.it/2013/11/03/valentina-spata-ed-il-pd-civati-ed-il-fallimentare-partito-ragusano/

il Regista Ivan Vadori presenta il suo documentario "La Voce d'Impastato" a Bagheria.

Ho conosciuto Ivan Vadori per caso, durante il periodo in cui ho ricevuto le prime minacce. 
Mi è stato molto vicino. Un ragazzo molto dolce. La sua grinta riesce a coinvolgere chiunque. 
Ma quello che mi ha colpito maggiormente è la sua voglia di mettersi sempre in discussione. 
Un ragazzo che ha scelto di portare alta la memoria di Peppino Impastato, ucciso a Cinisi il 9 maggio 1978, in tutta Italia e non solo. 
Un polentone con il cuore nel profondo sud. Con il cuore nella storia di Peppino Impastato che lo porta a realizzare un film-documentario attraverso le testimonianze di chi lo ha conosciuto. E racconta quanto fosse geniale l’idea di Peppino di contrastare la mafia per mezzo dell’ironia e del sarcasmo. 
Perchè Peppino aveva capito come colpire i mafiosi. Attraverso Radio Aut, seguita da tutto il paese, con l'ironia e il sarcasmo ridicolizzava i mafiosi e li rendeva poco "uomini d'onore". 


Il documentario "La voce d'Impastato", per la prima volta proiettato ad aprile a Cinisi approfondisce la ricerca su Radio Aut, lo stretto legame di essa con la rete, il depistaggio dell’omicidio di Impastato, i collegamenti tra le attività di Peppino e l'assassinio dei due carabinieri di Alcamo Marina: Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta. Nel documentario molto interessanti sono le interviste al giornalista di “Repubblica” Salvo Palazzolo, il magistrato Gian Carlo Caselli, il sociologo Nando Dalla Chiesa, la giornalista de “il Fatto Quotidiano” Antonella Mascali, il presidente di “Rete 100 Passi” Danilo Sulis, il fratello di Peppino Giovanni Impastato, il presidente di “Libera” Don Ciotti, il magistrato Franca Imbergamo, lo scrittore Carlo Lucarelli, il co-autore di “Radio Aut” Salvo Vitale.

Ivan Vadori, ormai diventato famoso regista, racconta a Bagheria, una delle tante tappe in Italia di presentazione del suo documentario, quanto sia stato difficile trovare fonti di finanziamento per la sua opera. Che poi è un'opera nazionale oltre che "orgogliosamente" siciliana. L'unico modo, visto che per ottenere fondi nazionali bisogna avere un'attività di produzione ben avviata, è quello di chiedere ai suoi spettatori una quota di 10 euro per l'acquisto di una copia del DVD del suo documentario. E sembra che le cose stiano andando più che bene. Tantissime le tappe in Italia. Dal Nord al Sud è riuscito a riportare la memoria di Peppino. Perchè Peppino vive in ognuno di noi! 

Ma tutti si domandano: per quale motivo un polentone friuliano ha tutto questo interesse per la storia di Peppino Impastato? Ce lo racconta lui: "Ho assistito ad uno spettacolo teatrale su Peppino e su Aldo Moro (i cui cadaveri sono stati scoperti entrambi il 9 maggio 1978) prima che uscisse il famoso film di Marco Tullio Giordana, I Cento Passi e rimasi letteralmente folgorato. Nel 2006, feci un campo scout a Messina e, dopo, andai a Palermo e Cinisi. A Palermo andai per deporre un fiore sulla tomba di Falcone e uno sulla tomba di Borsellino, a Cinisi andai per ripercorrere i luoghi di Peppino ed ebbi la fortuna d'incontrare il fratello Giovanni, al quale ancora oggi mi lega una profonda amicizia". 

E da qui iniziò la sua bella ed entusiasmante esperienza. 

Ivan, carissimo amico, mi invitò sia a Cinisi per la presentazione ufficiale che in altre iniziative. Purtroppo a causa di miei diffusi impegni politici non ho potuto partecipare. Ma qualche giorno fa quando mi disse che sarebbe venuto a Bagheria ho disdetto tutti gli impegni e sono andata ad abbracciarlo e a guardare per la prima volta il suo documentario. Ne rimasi colpita. Pertanto vi invito tutti ad invitarlo nelle vostre città per la proiezione del suo interessantissimo documentario. 

Un'opera davvero importante. Alla fine della proiezione rimasi colpita perchè tra i tanti nomi che figuravano nei titoli di coda c'era anche il mio. Una grande emozione per me!

All'iniziativa di Bagheria, che sono andata con Maria Laura Maggiore, ospiti erano anche Giovanni Chinnici figlio del magistrato Rocco Chinnici, il magistrato Michele Ruvolo e il mitico Giovanni Impastato, il fratello di Peppino.
Una platea affollata e calorosissima. Particolarmente intenso e vibrante l’intervento di Giovanni Impastato, fratello di Peppino divenuto un simbolo della lotta alla mafia. Un tuffo nella storia di quegli anni, le lotte di Peppino, il rapporto con il padre, l'intreccio con la politica e il racconto di quando erano piccoli. 
Ed infine conclude dicendo: "mio fratello Peppino è patrimonio di tutti, non solo di una parte. Peppino è di tutti, le sue idee sono di tutti, non solo di alcuni militanti politici che fanno riferimento alla sinistra radicale. La pace, la fame nel mondo, l’ambiente, i beni comuni. È un peccato fossilizzarlo, ingabbiarlo all’interno di un’ideologia”.

Da sinistra: Maria laura Maggiore, Ivan Vadori, Giovanni Impastato, Io

Insomma una bella esperienza che ho vissuto con grande felicità. Sono orgogliosa e fiera di aver conosciuto Ivan e Giovanni Impastato. Insieme sono due personaggi spettacolari. Nei loro modi e linguaggi diversi si completano e rendono ancora più viva l'esistenza di Peppino. 
Quella di Peppino fu una “tragedia” ma noi non l’abbiamo ricordato per la sua morte bensì per il colpo che inflisse alla mafia. Per il suo genio. Per quello che ci insegna il suo sacrificio. Per la grande intelligenza di Peppino. Lui conosceva bene i mafiosi. e per sconfiggerli bisogna conoscerli. Bisogna sapere come vivono. E li ha combattuti con l'ironia ma soprattutto con i mezzi di comunicazione. 
Non è stata solo una iniziativa commemorativa, anche se ci sono stati autorevoli interventi, piuttosto un punto di partenza per tanti giovani che si avvicinano ad importanti tematiche, chiedendo di dire la loro e non di rimanere annoiati a prestare ascolto. Per noi Peppino è diventato un esempio che ci dà la spinta per combattere contro l’illegalità nel nostro piccolo e contro la mafia.
Adesso lavoriamo per realizzare la presentazione de "La Voce d'Impastato" anche a Ragusa. 


Io e Giovanni Impastato



martedì 5 novembre 2013

GIOVANNI DENARO, IL NUOVO SEGRETARIO PROVINCIALE DEL PD IBLEO!





Finalmente abbiamo celebrato il nostro congresso! 
I miei auguri vanno al neo segretario provinciale, nonchè caro amico Giovanni Denaro. 
Presidente della Fiera Emaia, giovane imprenditore e uomo di "pace". Una figura essenziale per cercare di ripartire e di creare le basi per un partito unito, forte e pieno di grandi energie.



Adesso inizia un percorso difficile: la ricostruzione di tutto il Pd ibleo, che possa coinvolgere tutti i territori, tutte le risorse eccellenti che abbiamo nella nostra Provincia e anche coloro che oggi hanno scelto di andare via (in un modo sconvolgente che non condivido). 
Il nostro dovere è quello di non lasciare da solo Giovanni. Dobbiamo impegnarci affinchè questo partito ritorni a parlare con la gente e ad affrontare i problemi reali della nostra Provincia.
Sono sicura che faremo un gran lavoro!

Scandalo tessere in Sicilia: le nostre denunce!


Io sono stremata. Pensavo che questa fase congressuale potesse essere entusiasmante. Si potesse discutere di idee, progetti, soluzioni per i territori. Si potesse affrontare un dibattito e un confronto. Ed invece sono stata costretta per più di un mese ad occuparmi di tutti i problemi, di tutte le irregolarità, di tutte le minacce, di tutte le tensioni, di tutti i malumori, di tutte le delusioni, di fatti sconvolgenti, di gente che ci ha ostacolati in ogni modo e con ogni mezzo. Fino ad oggi. Credetemi non avevo mai sprecato così tanta energie per contrastare chi commetteva tante irregolarità. E contrastarle in ogni comune di ogni provincia della Sicilia vuol dire trovarsi senza energia, senza forza e soprattutto senza sorriso. Ogni giorno ricevo una miriade di messaggi e di email che mi segnalano anomalie. E prima di ogni cosa devo accertarmi dell'esistenza di questa irregolarità. Devo documentarmi e soprattutto trovare le prove che possono aiutarmi nella denuncia. Tantissimi i ricorsi che ho preparato agli amici del gruppo. Questo non è un partito "democratico" è diventato un campo di guerra. Ed ha ragione l'amico Marcello Ravveduto (scrittore e docente presso l'Unversità di Salerno) quando attribuisce al Pd l’aggettivo feudale per spiegare il sistema delle correnti e del voto: “L’aggettivo feudale non è eccessivo se pensate ai rapporti di potere che i “baroni” locali del Pd stabiliscono con i superiori e i sottoposti. Ai primi garantiscono voti, e qualche finanziamento extra, con truppe di amministratori che occupano le istituzioni con piglio militare; ai secondi distribuiscono un reddito sicuro, secondo la gerarchia dei vassalli, dei valvassori, dei valvassini e dei servi, senza l’assillo di dover dimostrare qualche merito oltre la fedeltà. Siamo di fronte all’involuzione della società politica. Ma il cedimento morale della politica non è mai a senso unico. Infatti, per quanto perbene ed oneste, le persone che hanno accettato lo scambio, pur non avendo fatto nulla di male (in fondo hanno soltanto aiutato un amico), sono entrate a far parte del sistema feudale riconfermando il potere del solito “barone” e dei suoi immarcescibili vassalli”.
Ecco noi siamo servi che combattiamo contro chi ha portato il nostro partito indietro di secoli.

Di sotto tutti i link degli articoli di giornale che raccontano tutto questo caos e tutte le nostre denunce. 
Cliccate su ogni titolo per leggere l'articolo:

L'On. Pippo Civati in Sicilia. Secondo giorno: Palermo, Monreale, Trapani



Su (e giù) di Giri!

La mattina ci svegliamo a Messina. Alle 8.00 andiamo a fare colazione con Pippo e Francesco. 
Compriamo i giornali e poi alla volta di Palermo. 

DIREZIONE PALERMO



TERZA TAPPA. PALERMO: CON I RAGAZZI DI ADDIO PIZZO E CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA CANDIDATURA DI CIVATI  PRESSO L'ARS (ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA).

Stanchissima decido di far guidare Francesco. Alle ore 10.30 arriviamo a Palermo immersi nel solito traffico di via Oreto. 
Arriviamo alla sede di "Addio Pizzo" dove ci attende un gruppo di ragazzi. 
Una calorosa accoglienza. Un appartamento molto grande. Ci fanno accomodare in un salotto. 
Io e Pippo ci sediamo vicini su un divano. Di fronte e a fianco si siedono i giovani di Addio Pizzo. 
Iniziano a parlare uno alla volta. Ci raccontano della loro esperienza. Di quello, che con grande coraggio, hanno fatto e di quello che vorrebbero fare. 
Io, personalmente, alcuni di loro li avevo conosciuti in occasione di molte manifestazioni a cui ho partecipato in qualità di Responsabile della Rete della legalità del Mezzogiorno. 
Pippo ascolta con grande attenzione e prende appunti. Poi inizia a fare domande. 
Il tempo scorreva. Il dibattito si faceva interessante ma avevamo i minuti contati. 
Ad un certo punto, dopo aver preso contatti e appunti, siamo dovuti andar via.




In fretta e furia siamo scappati alla volta dell'ARS (Assemblea Regionale Siciliana) dove ci attendevano impazienti i giornalisti. 
Ho subito tranquillizzato Pippo in merito all'enorme ritardo dicendogli che in Sicilia si rispettano i tempi "democratici", ovvero che è normale ritardare. 
Io ero stanchissima. Non avevo forza. Non riuscivo neanche a parlare. Nonostante ciò sono intervenuta per spiegare cosa era accaduto a Catania. Pippo era stanco, molto ma molto stanco ma con una grande forza e una stupefacente energia. Ha steso tutti con le sue dichiarazioni e con il solito coraggio ha sottolineato, ancora una volta, che il Pd non ha bisogno dei signori delle tessere ma di una partecipazione spontanea e volontaria.
Dopo aver risposto alle numerose domande dei giornalisti siamo andati a Monreale.


Non avevamo messo in agenda la tappa di Monreale ma quando abbiamo saputo che c'erano circa 50 persone che ci attendevano ci siamo recati subito sul luogo. 
Ci hanno accolti con grande affetto il Referente Fabrizio, l'amico Roberto e tante altre persone. 
Il primo ad intervenire è stato proprio Fabrizio, un giovane ragazzo tesserato da poco al Pd, che ha raccontato la sua storia. La storia di tanti ragazzi che ho avuto modo di incontrare in questi mesi. La storia di chi si sente smarrito, di chi non si sente rappresentato e di chi vuole impegnarsi per un futuro migliore. La storia di un giovane che ha ritrovato fiducia in Pippo. E leggere nei suoi occhi tanta speranza mi ha dato conferma del fatto che Pippo è l'unico che riesce a trasformare la delusione in possibilità di cambiamento e di partecipazione. 
Poi è intervenuto Roberto che con grande entusiasmo ha sottolineato il sostegno a Pippo. 
Infine ha concluso Pippo che come al solito ha parlato al cuore della gente. Ha parlato di come vuole cambiare il Pd, ha sottolineato l'idea di un partito dove non c'è un uomo solo al comando ma una grande squadra dove ognuno, per le proprie competenze, viene coinvolto. E' tornato a dire che è necessario riaprire le sedi del partito, coinvolgendo i militanti anche nelle scelte di Governo, di tornare a parlare con la gente, di ascoltare le esigenze degli altri e di costruire un centro sinistra che guarda agli altri e non a se stessi. 
Insomma un bel dibattito. Subito dopo Roberto con il gruppo di Monreale ci hanno deliziati di un buon pranzo. 
Mi è dispiaciuto tanto non aver potuto portare Pippo, per mancanza di tempo, a pranzo o a cena. Avrei voluto fargli gustare le nostre specialità culinarie. Ma abbiamo pranzato al volo. Anche se lui la Sicilia e le nostre specialità le conosce benissimo. Incredibile ma non abbiamo avuto tempo per nulla.
Dopo Monreale di corsa, a proposito di mancanza di tempo, a Trapani. 

DIREZIONE TRAPANI


Alla guida Danilo Orlando, Referente provinciale di Trapani. Io ero distrutta. Non avevo la forza e la lucidità di portare Pippo a destinazione. 

QUARTA TAPPA: TRAPANI
Arrivati a Trapani siamo subito entrati nel nuovo circolo per Civati. Un locale bellissimo. Grande e luminoso. 
Uno striscione grandissimo con la scritta: "Trapani per Civati". Pippo, non appena ha visto lo striscione ha detto: "è uno dei miei striscioni più lungo d'Italia". Io ho aggiunto: "è anche il primo circolo per Civati nato in Italia". 
Davanti la porta ho subito notato i miei carissimi amici della Formazione Professionale a cui sono molto legata. C'erano anche altri amici. Bè, io a Trapani, in un certo senso, mi sento a casa. 
Sono molto legata a tutti loro. Sono persone per bene che si impegnano in politica per passione e non per opportunità personale. Motivo per cui andiamo d'amore e d'accordo. 
Hanno fatto un lavoro straordinario!

Abbiamo rinunciato tutti ad intervenire per dare più spazio a Pippo. Purtroppo in questo faticoso tour il tempo è stato un nostro nemico. Ha moderato Maria Concetta Serse, una dei referenti provinciali.
Poi Pippo, con il suo entusiasmante discorso, si è fatto perdonare per il ritardo. Ovviamente non causato da lui ma da noi. 

Chiaro, preciso, sintetico ma soprattutto ironico. Dalla sala oltre agli applausi il pubblico lanciava sorridi interminabili ad ogni sua battuta. Ha rimarcato l'importanza di avere un partito e una classe dirigente nazionale che dialoga con i territori. Ha parlato di congressi come momenti di dibattito politico e ha sottolineato ancora una volta l'importanza di scegliere le risorse migliori: "ai congressi locali bisogna scegliere i migliori". Ha parlato di questo Governo dicendo che "non si è fatto un altro Governo perchè non si è voluto fare. I 101 non sono un caso". Ha parlato dei giovani: "ci vuole molta attenzione per i giovani. E' necessario fare programmi e non proclami". Ha parlato di innovazione: "la banda larga e la connetività (i trasporti) devono essere parte della costruzione di un nuovo paese". 
Insomma, un dibattito ricco di idee, di progetti, di proposte. Non si è parlato solo di tessere! 


Lo striscione più grande d'Italia. E per questo voglio ringraziare Stefano Farina per il suo grande sostegno. 

Si ritorna a Palermo. Ad attenderci l'evento di Villa Filippina alle ore 19.00.
Siamo in grande ritardo. E siamo anche stremati!
Arrivati ad evento già iniziato, Pippo saluta tutti e come un tornado travolgente ricomincia a parlare ai suoi sostenitori. 

Parla di partecipazione, di coinvolgimento delle persone: "La motivazione profonda di voler cambiare attraverso la politica è ancora presente tra le persone". Sottolinea quanto le associazioni, i movimenti e la società civile tutta riescono a far più della politica. Si sofferma sull'importanza delle donne, del loro ruolo e dice: "L'Italia è uno dei paesi più maschilisti d'Europa. La politica deve adottare i temi di se non ora quando". Parla di Lampedusa, dell'esigenza di eliminare la Bossi Fini. Si sofferma sullo stato delle carceri: "Sono stato nelle carceri ed ho visto cose terribili, cose illegali". Parla dei rapporti con l'Europa: "Chiediamo all'Europa di garantirci gli ammortizzatori sociali che il resto d'Europa ha". "Fuori dal conto del debito europeo dovrebbero rimanere le spese per la scuola". Si sofferma sull'importanza della Formazione dei nostri giovani. Dell'Università e della Scuola. Poi parla di legalità: "Dobbiamo parlare di legalità e di conflitto d'interessi, dovrebbe essere compito della sinistra". Sottolinea l'importanza di un cambiamento di rotta in Sicilia: "C'è bisogno di una nuova politica anche in Sicilia. C'è bisogno di un programma politica chiaro e preciso. Non si può navigare senza sapere dove andare". 
Infine parla di come vorrebbe il Pd: "Da segretario vorrei un partito unito, senza larghe intese, diviso solo nel dibattito". Ha parlato di congressi: "Al congresso si parli di politica,di come ricostruire il centrosinistra, di come risolvere i problemi del Paese e non certo di tessere". Poi torna a dire che vorrebbe che sia Prodi che Rodotà prendessero la tessera del Pd. 
Infine dice che bisogna risanare la ferita con Sel perchè insieme a loro si può ricostruire un centro sinistra che torni a parlare alla gente e che torni ad occuparsi dei problemi reali del paese. Una vera alternativa ad un sistema politico che per vent'anni non ha fatto altro di parlare dei problemi giudiziari di Berlusconi.
E dopo questa ultima tappa finisce il Tour stressante, faticoso ma comunque entusiasmante. Pippo è davvero una persona eccezionale e devo dire che ha una pazienza straordinaria. 

Ma ovviamente in tutto ciò qualcosa l'ho sempre combinata. A fine serata, quando dovevo andare a prendere la macchina lasciata dal pomeriggio all'Ars, ci sorge a tutti un dubbio: ci sarà qualcuno che ci fa uscire la macchina o rimaniamo a piedi? Effettivamente la sbarra era chiusa ma per fortuna in qualche modo sono riuscita a tirarla fuori. 

E vi lascio con una frase scritta da Antonio Sicilia: “la Sicilia come metafora” era il titolo di uno splendido libro-intervista di Leonardo Sciascia. Ecco, questo è stato un tour nella metafora siciliana per meglio comprendere la Sicilia e per guardare, da una prospettiva diversa, i problemi dell’Italia. Conoscere il territorio e i relativi problemi per trovare soluzioni assieme ai cittadini. Questa è la strada segnata in vista del Congresso".

Vi invito a leggere il post sul sito di Civati che descrive esattamente il nostro tour in questa seconda giornata. 
Cliccate sotto:

L'On. Pippo Civati in Sicilia: 1° giorno Misterbianco, Messina!

L'emozione non ha voce!

Non riesco a spiegare l'emozione che avevo quando sono partita da Ragusa per andare a prendere 
l'On. Pippo Civati all'aeroporto di Catania. 
Come sempre sono arrivata con qualche minuto di ritardo. Per fortuna c'era Francesco Barone, il mio fantastico braccio destro (lo chiamo così) che lo ha accolto nell'attesa che io arrivassi. 
Non appena sono arrivata all'aeroporto avevo l'adrenalina a tremila. Stanca ma molto contenta. 
Siamo subito andati al centro e ci siamo seduti al bar a chiaccherare un pò. 
Penso che abbiamo frastornato Pippo con la storia del tesseramento gonfiato e di tutte le irregolarità che abbiamo riscontrato nelle commissioni provinciali. 

PRIMA TAPPA: MISTERBIANCO ORE 17.00
Arrivati a Misterbianco ci attendeva il gruppo di Catania per l'iniziativa pubblica. 
Ci siamo fermati alla sede comunale del Pd dove Pippo ha scambiato qualche chiacchera con i nostri ragazzi, ha fatto qualche foto e ha rilasciato le interviste ai giornalisti. 
Subito dopo siamo entrati al Teatro Comunale.


Dopo l'intervento del referente provinciale, Danilo Festa e quello mio, in cui abbiamo denunciato il "traffico" anomalo delle tessere, ha aperto il dibattito il nostro affezionatissimo Pippo Civati. 
Pippo ha descritto esattamente l'idea di partito che ha. Un partito "collettivo" dove il ruolo dei militanti non è marginale ma deve essere protagonista, che include la partecipazione di tutti, anche di chi ci guarda da fuori. Un partito che mette al centro dell'agenda politica i grandi temi e che tiene conto dei risultati dei referendum elettorali. Ha parlato del referendum dei "beni comuni" che ha visto la partecipazione di 27 milioni di italiani: "sappiate che ventisette milioni di italiani sono lo stesso numero di persone che ha votato per il Pd, il Pdl e il M5S. E noi non possiamo non tener conto della loro volontà. L'acqua è un bene primario e deve essere pubblico". Ha poi parlato del Governo Nazionale, del fatto che a noi le larghe intese ci stanno strette e che abbiamo presentato un programma elettorale diverso agli italiani rispetto a quello che stiamo facendo. Ha poi ribadito che "noi abbiamo il dovere di ricostruire il centro sinistra e che bisogna farlo insieme agli amici di Sel, perchè solo insieme possiamo diventare una vera alternativa". 
Infine, con molto coraggio, di quel coraggio che nessuno dei dirigenti nazionali ha mai avuto, ha denunciato insieme a noi l'eccessivo e anomalo tesseramento in provincia di Catania: "la tessera si fa alla sede del pd di persona, personalmente. Non facciamo pasticci altrimenti la nostra gente non ce lo perdona". Ha poi continuato dicendo: "bisogna essere tutti rigorosi. Bersani, D’Alema, la Cgil, la Finocchiaro: è tutta gente fortissima, non c’è motivo che agiscano a questo modo aumentando in modo spropositato il numero delle tessere. Noi non lo facciamo. I circoli sono aperti ed ognuno chiede la sua tessera e siamo tutti contenti: è così che si fa. Siamo costretti a tenere tutto sotto controllo. Se si dovesse continuare così sarò costretto a denunciare tutto al Congresso e finirà che vinco io."
In seguito si è aperto il dibattito al pubblico e Pippo rispondeva pian piano alle domande che gli venivano poste. 
Un ragazzo il giorno dopo mi ha scritto su facebook: "Ti ringrazio per avermi dato l'opportunità di ascoltare Civati. Avevi ragione è davvero uno di noi. Molto umile ma pronto a rispondere a qualsiasi domanda, anche a quelle che non avevano un senso logico". 
Ecco, Pippo è così. E' umile, coinvolgente, partecipe, simpatico e anche molto ironico. 
Non so come fa. Era stanchissimo ma con il sorriso sempre a 360°. Con una grinta pazzesca e con la forza di parlare con ogni persona che lo fermava. 
Per me è "uno di noi". Quando stavo con lui non facevo caso al fatto che è comunque un dirigente e un deputato nazionale. Per me è un amico. Uno di quelli con cui non devi indossare una maschera. 
Io ero stanca, molto stanca. Avevo affrontato settimane pesanti tra denunce, tra problemi con il tesseramento e tra segnalazioni provenienti da ogni Provincia. Stare dietro a tutto ciò mi ha tolto tante energie e soprattutto il sorriso. E Pippo lo aveva capito. Mi diceva sempre: "devi sorridere di più". 

Alla Fine dell'incontro, insieme a Nicola, Referente Provinciale di Enna, Nadia, Referente Provinciale di Ragusa, Anna, Referente di Vittoria e il mitico Francesco Barone siamo andati a prendere un caffè per poi partire per Messina dove ci attendevano gli altri per un'altra iniziativa pubblica. 

DIREZIONE MESSINA



Eccoci in autostrada mentre guidavo la macchina in compagnia di Pippo e Francesco che da dietro faceva le foto

SECONDA TAPPA: MESSINA
Siamo arrivati alle 20.30. 
Ci attendeva molta gente presso la Chiesa sconsacrata di Santa Maria Alemanna. Una bella location devo dire. 
Il dibattito è iniziato subito con l'intervento di Piero David, Referente provinciale del gruppo Civati che ha sottolineato l'importanza del rapporto tra la politica e i movimenti.
Successivamente è intervenuto il Sindaco di Messina, Renato Accorinti. Un personaggio davvero singolare. 
Il suo è stato un lunghissimo intervento che ad un certo punto ha anche infastidito qualcuno che attendeva con entusiasmo e impazienza l'intervento di Pippo. Mi è sembrato di ascoltare lo stesso intervento che il Sindaco fece quando si candidò alle scorse amministrative. Ha parlato di tutto e di più, facendo anche le dovute critiche al Pd messinese: "ve la siete cercata". Poi conclude dicendo. "mi auguro che il Pd ritorni ad essere quel grande partito che coinvolge i ceti popolari". 
Nel frattempo Pippo, come è suo solito fare, prendeva appunti. Lui scrive tutto quello che può essergli utile. E' un metodo efficace che gli permette di studiare i territori, accogliere le richieste e le istanze degli altri ed elaborare successivamente delle proposte. 
Poi l'intervento della Referente regionale di Sel, Olga Nassis, che ha sottolineato l'importanza di una collaborazione tra una parte del Pd, la nostra, e il suo partito per ricostruire un nuovo centro sinistra che sia in grado di parlare alla gente e di far ritornare fiducia ad un lettorato che oramai si sente smarrito. 
Infine, l'intervento di Pippo che ha emozionato tutti. Addirittura una signora si è alzata dicendogli: "ti voto perchè sei giovane, bello e perchè dici cose di sinistra".
Pippo ha sottolineato ancora una volta la sua idea di partito aperta, in cui si rispettano le regole, che ridà sovranità ai militanti e agli elettori, ma che soprattutto fa le cose che dice. Ha parlato del Governo delle larghe intese e della timidezza del Pd nelle scelte che assume. Ha criticato l'acquisto degli F35, la scelta di non far pagare l'IMU a tutti (ha detto. "io l'Imu la posso pagare. Perchè non me la devono fare pagare?"), di aumentare l'Iva, la mancanza di discussione nel gruppo parlamentare. E alla fine ha sottolineato ancora una volta la necessità di ricostruire un centro sinistra con Sel insieme a Prodi e Rodotà. 
Tantissimi gli applausi e davvero tanto entusiasmo. Poi, come sempre, si è soffermato a parlare con i suoi sostenitori. Una giornata faticosa ma chiusa in bellezza.



Potete leggere il Tour siciliano a cura di Antonio Sicilia pubblicato nel sito di Civati. 
Cliccate sul link sotto:


Valentina Spata: nasce a Palermo il nuovo sindacato regionale SI.NA.L.P.!


La nascita del nuovo sindacato regionale, il Sinalp, di cui orgogliosamente faccio parte, è l'inizio di una nuova stagione a tutela di tutti i diritti dei lavoratori che in questi anni si sono trovati da soli. 
Il nostro compito è quello di raccogliere il malcontento dei lavoratori e di colmare il vuoto lasciato dalle altre sigle sindacali. Ci occuperemo anche di Formazione Professionale mettendo in campo le migliori risorse che abbiamo e soprattutto mettendo fine a tutti i soprusi che in questi anni i lavoratori sono stati costretti a subire: retribuzioni irregolari, ritardi nella programmazione delle attività,burocrazia ‘cancerogena’, politica distruttiva, Governi devastanti, violazioni sistematiche delle leggi regionali, del contratto collettivo di lavoro della categoria, incertezza sul futuro di enti.
In un momento così difficile dove aumenta la delusione dei lavoratori, derubati dei diritti elementari, contestualmente è cresciuto il fabbisogno di rappresentanza. E noi abbiamo il dovere di rappresentare tutti i lavoratori che per troppo tempo sono stati lasciati in balia di se stessi. Questa è la nostra missione e siamo pronti ad iniziare questa nuova avventura. 
Per chi volesse venirci a trovare siamo aperti tutti i giorni nella nostra sede che si trova a Palermo in via Giacomo Serpotta, 53; potete chiamarci al Tel. 091333195 oppure potete scriverci alla nostra email: regionalesicilia@sinalp.it. Molto presto apriremo la sede anche a Ragusa. 
Valentina Spata



una parte della squadra sindacale (Palermo, Trapani, Ragusa, Siracusa, Catania)

Cosa è il Si.na.l.p.?
Il SI.NA.L.P. – Confederazione Sindacale Nazionale Autonoma dei Lavoratori e dei Pensionati, che ha unito l'ideale di confederalità al concetto di autonomia è una organizzazione sindacale libera, indipendente ed apartitica, che fra i suoi scopi ha quello di mantenere la sua originaria e naturale caratteristica confederale e di autonomia. E' formato dalle Organizzazioni Sindacali di Lavoratori e Pensionati che ad essa aderiscono e che condividono i principi ispiratori della Confederazione.

Il SI.NA.L.P. è una Confederazione Sindacale, inserita in un quadro di relazioni internazionali, volta alla rappresentanza degli interessi e delle rivendicazioni di tutti i lavoratori e le lavoratrici comunque dipendenti in Italia, di tutte le categorie, in servizio con qualsiasi tipologia di contratto di lavoro comunque classificato. Esso, inoltre, tende alla rappresentanza degli interessi e delle rivendicazioni di tutti i Pensionati di qualsiasi nazionalità e organizza e tutela i pensionati di tutte le categorie del lavoro, soggetti a qualsiasi regime pensionistico.

Il SI.NA.L.P. è un soggetto sociale in forte crescita, dotato di un progetto adeguato alle sfide del nuovo secolo. Questa Organizzazione Sindacale ha come principale scopo la tutela e la cura dei propri iscritti e nel Paese, dovrà battersi contro ogni forma di sfruttamento del lavoro clandestino e minorile, per la piena dignità di tutti i lavoratori, secondo una programmazione delle opportunità di lavoro che tenga comunque conto dell'obiettivo primario della piena occupazione.

Il SI.NA.L.P. deve trattare con le controparti tutto ciò che riguarda il trattamento economico e previdenziale dei lavoratori e dei pensionati, e più in generale le loro condizioni di vita ed il loro benessere 
Le finalità del SI.NA.L.P. sono la tutela e lo sviluppo delle condizioni sociali, culturali, morali, professionali, giuridiche ed economiche dei cittadini fondate sulla libertà, sulla giustizia ed equità sociale, nel rispetto dei valori della persona e della dignità umana.

Il SI.NA.L.P. assiste le organizzazioni aderenti alla Confederazione nelle vertenze sindacali, nella stipula dei contratti di lavoro, nella regolamentazione di tutti gli altri rapporti che insorgono nel corso delle trattative e fuori di esse e che, comunque, riguardino gli interessi di tutti i lavoratori e dei pensionati. Assicura di promuovere, una sempre più coordinata ed incisiva presenza delle organizzazioni sindacali sovranazionali nei processi decisionali di carattere economico e sociale delle istituzioni dell'Unione Europea.

domenica 13 ottobre 2013

Salvi i contributi d'oro all'Ars (Assemblea Regionale Siciliana). Scandaloso DDL Savona.

“1,8 milioni di euro mantenuti per i partiti e il doppio per i dipendenti assunti per chiamata diretta”. “Un disegno di legge che va in controtendenza rispetto alle direttive sui tagli tracciate dal governo nazionale”. “La solita spending review alla siciliana”.

C’è davvero poco di cui andare fieri leggendo le notizie riportate in questi giorni dai quotidiani che annunciano la presentazione del disegno di legge che parte dalla norma a firma del Presidente della commissione speciale Spending Review Riccardo Savona. Secondo il decreto Monti i contributi ai gruppi parlamentari dell’ARS dovrebbero scendere da 2.268.000 euro a 700.000 euro annui. Invece, come al solito, la nostra Regione sembra non avere alcuna intenzione di tagliare e non solo lascia ( riducendo tali contributi di un misero 20% e confermando una “spesa di mantenimento“ di 1.815.000 euro) ma pure raddoppia aggiungendo a questo budget circa 3.600.000 euro per i dipendenti assunti per chiamata diretta.

In tempi di crisi e disoccupazione come quelli attuali è facile fare demagogia su questo argomento affermando che il governo regionale ha perso l’occasione per dare il buon esempio. “Ma per me -secondo il Capogruppo consiliare della lista Megafono Pippo Scuderi-per il mio gruppo e per l’amministrazione comunale vittoriese più che le parole contano i fatti e quindi il ricordare che il comune di Vittoria è, allo stato attuale, uno dei pochi in Sicilia e in provincia di Ragusa ad essersi impegnato seriamente per abbattere i costi della politica ed esempio ne sono l’abolizione, nel 2012, del gettone di presenza per i consiglieri comunali (tra l’altro tra i più bassi in Sicilia) in prima convocazione e la riduzione del numero delle Commissioni.

Le casse dei comuni siciliani sono esangui e Vittoria non fa eccezione. Per andare avanti si aspettano come una manna dal cielo i fondi europei e gli stanziamenti statali e regionali e dispiace leggere notizie come queste che parlano di una casta sempre più arroccata nel difendere le proprie posizioni e i propri portafogli. Di fronte a certi dati incontrovertibili, che parlano di parlamentari che si ostinano a difendere il loro essere intoccabili da un lato, di città in dissesto e di cittadini che si uccidono per la disperazione dall’altro, non c’è giustificazione che tenga e rappresenta una magra consolazione sapere che il testo di Savona è stato approvato da tutti tranne che da PD e grillini.

A Palermo si deve invertire la rotta, la Regione Siciliana deve allinearsi ai tagli in atto a livello nazionale.

A queste condizioni è scandaloso e inutile che dal capoluogo controllino, ad esempio, se c’è un autista in più o uno in meno nel 118 al fine di risparmiare. L’unica cosa che può venir fuori da atteggiamenti simili è una guerra tra poveri.
E’ nei Palazzi del Potere che si deve cominciare a tagliare!”

Fonte- Pippo Scuderi - consigliere comunale Vittoria