martedì 29 gennaio 2013

Violenza di Genere: siglato Protocollo d’Intesa tra il Sindacato Confsal e il Centro Antiviolenza “Nuova Vita”.


La violenza contro le donne costituisce "la più diffusa violazione dei diritti umani" che si concretizza in diverse forme: da quelle più tradizionali di violenza fisica, psicologica e sessuale alle più drammaticamente attuali come i vari aspetti in cui si manifesta lo stalking. La violenza nei confronti delle donne, come madri, può esercitare direttamente ed indirettamente un impatto negativo duraturo sulla salute mentale ed emotiva dei loro figli che diventano a loro volta vittime di violenza. 
Queste sono state le motivazioni che hanno indotto il Segretario della Fesica Confasal di Ragusa, la Dott.ssa Valentina Spata, con il Presidente del Centro Antiviolenza “Nuova Vita” di Ragusa, la Dott.ssa Licitra Letizia, a firmare un Protocollo d'intesa. 

“E’ necessaria – afferma Valentina Spata - la promozione di strategie condivise finalizzate alle prevenzione ed il contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne" 

Con la sottoscrizione del documento - dichiara il Presidente del Centro Antiviolenza, la dottoressa Licitra – inizia un percorso per la costruzione e la sperimentazione di una Rete territoriale antiviolenza volta a garantire forme di sostegno alle donne vittime di violenza intrafamiliare e sessuale attraverso interventi di prevenzione, tutela e contrasto. 
“Per la realizzazione di tali obiettivi - continua la Dottoressa Licitra - il Protocollo prevede una rete fattiva di partenariato che definisca un sistema coordinato di servizi rivolti alle donne vittime di violenza a scopo, in grado di contrastare il fenomeno, di favorire l’inserimento sociale delle vittime e di operare nella logica di prevenzione e diminuzione del danno; un’accordo quadro di cooperazione per la costituzione del patto sociale di genere e la realizzazione di azioni specifiche previste dalla legge finalizzare a garantire le pari opportunità in tutto il territorio provinciale”. 
Il Segretario della Fesica Confsal, Valentina Spata, conclude dichiarando che ritiene il Protocollo d’Intesa un grande passo avanti per cercare, insieme, risposte a drammi che diversamente rischiano di rimanere sommersi. “La violenza di genere è una grave emergenza sociale e, pertanto, è necessario rafforzare le politiche di prevenzione e sensibilizzazione del tema. Come Segretario di Sindacato mi sono sentita in dovere di collaborare e di essere parte integrante della Rete considerando anche la violenza perpetrata sui luoghi di lavoro, come il mobbing e molto altro ancora. E’ improcrastinabile un intervento sindacale ma anche istituzionale, strutturato e continuativo, perché la violenza viene generata anche dalla incapacità di convivenza e rispetto delle persone e delle donne in particolare”. 

domenica 20 gennaio 2013

IN SLOVACCHIA: PROGRAMMA DI STERILIZZAZIONE DI MASSA PER GLI ZINGARI! COSEDANONCREDERCI!


Tornano di moda i progetti attuati dal nazismo in Germania, in molti stati americani e del Canada a partire dagli anni ’20 con leggi ad hoc o in Svezia fino agli anni ’70

La proposta di legge del Ministero del Lavoro della Slovacchia, «definita a favore delle comunità svantaggiate» – stimate in 700, pari ad oltre 200mila persone – ha al suo centro il programma di sterilizzazione, in questo caso volontaria, delle donne, in particolare quelle appartenenti all’etnia rom. La notizia è comparsa sui giornali di tutto il mondo ed è stata definita scioccante.
In realtà, come hanno documentato negli anni passati fonti autorevoli – l’Associated Press, per esempio – sono dozzine i casi di sterilizzazioni avvenute tra il 1979 e il 2001 nell’allora Repubblica Ceca, «senza che vi fosse stato consenso formale ed esplicito», quindi in modo forzato e molte donne romni hanno portato i loro casi in tribunale, senza peraltro vedere riconosciuti i loro diritti.
Ma la cosa ancora più grave – in questo clima di ipocrisia dominante – è costituita dal fatto che nessuno ha sottolineato quanto l’iniziativa odierna del governo slovacco s’inserisca in un contesto scandaloso a livello internazionale, dove la sterilizzazione delle donne – uno degli esempi più terribili dell’eugenetica del terzo millennio – è stata usata e viene ancora usata come strumento di controllo della natalità, soprattutto nei paesi poveri del mondo.
Non c’è bisogno di richiamarsi al nazismo o prima ancora ai ventiquattro Stati americani, a partire dall’Indiana, che negli anni ’20 introdussero leggi ad hoc o alla Svezia, dove si è praticata la sterilizzazione fino agli anni ’70, o a parti consistenti del territorio del Canada.
Durante gli anni ’90, in Perù, fu praticata una sterilizzazione di massa nei confronti delle donne indigene, in base al cosiddetto “Programma Nazionale di Salute Riproduttiva”. Sembra che tale campagna fosse stata finanziata dall’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID), tramite un contratto concesso all’Association for Voluntary Surgical Contraception (AVSC). Le donne, minacciate da funzionari o costrette a cedere al ricatto per ottenere cibo e medicinali, furono sottoposte a interventi chirurgici. Molte morirono. Un’indagine indicò che tra il 1995 e il 2000, 331.600 donne furono sterilizzate contro la propria volontà, a causa di una politica eugenista e in nome di un Piano di salute pubblica, il cui vero obiettivo era quello di ridurre il numero di nascite tra i settori più poveri, cioè tra le popolazioni indigene delle zone più disagiate del Paese.
Nel 2000, alcuni dottori uzbeki raccontarono all’Institute for War and Peace Reporting che esisteva un decreto riservato del Ministero della Salute, che ordinava la riduzione del tasso di natalità nelle aree rurali del Paese, suggerendo di praticare isterectomie e di applicare spirali alle donne subito dopo il parto.
In India, sono milioni e milioni le donne sottoposte a sterilizzazione nel Tamil Nadu, sotto l’egida di un programma di “pianificazione familiare”, promosso dal governo indiano. Con un tasso di incremento demografico annuo pari all’1,40%, l’India registra attualmente una crescita demografica costante, tuttavia notevolmente inferiore ai picchi raggiunti tra gli anni Cinquanta e Settanta che portarono a drastiche misure di pianificazione familiare, tra cui impopolari campagne di sterilizzazione.
Secondo stime del 1995, le ultime a disposizione, 160 milioni di donne in età riproduttiva hanno fatto ricorso alla legatura delle tube. Di queste, centotrentotto milioni vivono in paesi in via di sviluppo ed è difficile credere che questa pratica di massa, in queste realtà del mondo, sia stata frutto di una libera scelta da parte delle donne. È stata, piuttosto, la conseguenza, di scientifici piani di controllo delle nascite e di aperte violazioni dei diritti umani.
La cosa ancora più grave è costituita dal fatto che queste violazioni – perpetrate per almeno tre decenni – sono state pianificate e perfino finanziate da organismi internazionali legati al sistema delle Nazioni Unite. Per esempio, l’International Planned Parenthood Federation, il Population Council – fondato dal finanziere John D. Rockfeller III e dal presidente della Società Eugenetica Americana Frederick Osborn -, che hanno come scopo il calo delle nascite nei Paesi in via di sviluppo. Anche l’UNICEF, per molti anni, si è mossa in questa direzione.
Pure l’Unione Europea ha concorso a questo disegno, che evidentemente non è stato mai dichiarato nella sua nettezza. Prendiamo, ad esempio, la relazione del 2003 sui diritti umani nel mondo, presentata al Parlamento europeo, dove si legge: «Dal 1994 la Commissione è diventata uno dei maggiori partner nell’affrontare le esigenze di salute riproduttiva nei paesi in via di sviluppo, nel quadro degli obiettivi concordati alla Conferenza internazionale dell’ONU sulla popolazione e lo sviluppo svoltasi al Cairo dieci anni fa. Nel periodo compreso tra tale conferenza e il 2001 abbiamo stanziato oltre 655 milioni di euro per assistenza esterna esplicitamente destinata alla pianificazione familiare, alla salute riproduttiva, alla maternità sicura, all’HIV/AIDS e alla politica e alla gestione demografiche».
Il contesto teorico di queste politiche, rispondenti alle logiche dei cosiddetti “diritti riproduttivi” – la definizione che le Nazioni Unite hanno usato per definire i “nuovi diritti umani” – è stato rappresentato dai movimenti internazionali neomalthusiani ed eugenisti. I primi considerano la crescita della popolazione come una diretta minaccia al benessere dell’Occidente, al suo accesso privilegiato alle risorse fondamentali. I secondi spingono per un processo di selezione e miglioramento genetico delle popolazioni, e ritengono che i poveri, i deboli, i malati, i disabili, non debbano riprodursi.
Questa è la logica all’interno della quale può e deve essere letta la proposta di legge che si discute oggi in Slovacchia ed è anche la logica che ha prodotto una realtà dove l’umano – come l’abbiamo conosciuto – è stato dolosamente e forse irrimediabilmente compromesso, in nome di teorie aberranti e di poteri che le hanno usate per consolidare se stessi e i loro interessi.
Fonte: La Bussola Quotidiana

Trovato l'accordo! La Facoltà di Lingue è salva!

"Esprimo la mia soddisfazione - afferma Valentina Spata - in merito all'accordo unitario tra il Commissario Rizza, del Comune di Ragusa e il Commissario Scarso, della Provincia Regionale. Finalmente, dopo molte attese, arriva l'accordo che porterà alla firma della convenzione, il 28 febbraio con l'Università di Catania e permetterà l'inizio dei corsi della facoltà di Lingue per l'anno accademico 20013-2014, senza alcun problema". "Un plauso e un ringraziamento particolare - continua la Spata - è doveroso farlo al Prefetto Verdè, che con diplomazia è arrivato alla mediazione tra i due Enti e ha fatto da garante all'accordo, sottoscritto dai due commissari straordinari, Margherita Rizza per il Comune di Ragusa e Giovanni Scarso per la Provincia di Ragusa, dal Presidente del Consorzio Universitario Ibleo, Enzo di Raimondo, dal suo Vice, Gianni Battaglia e dai dirigenti dei due enti, Francesco Lumiera del Comune e Benedetto Rosso della Provincia". 

L'accordo prevede una convenzione di circa 10 milioni 700 mila euro (il debito contratto con l’ateneo di Catania), pagata da Comune e Provincia che si impegnano ad onorare il debito nell’arco di 15 anni con rate semestrali di 390 mila euro. 
Tra le novità contenute in questo accordo, il Comune sarà risarcito per gli immobili di proprietà che mette a disposizione per le sedi universitarie. Tali sedi, precedentemente, venivano date in comitato gratuito dall'Ateneo catanese.
Altra novità importante è che le tasse universitarie andranno direttamente al Comune di Ragusa e pertanto risparmieremo il pagamento delle ultime 3 rate previste nell'accordo. 
"Certo, - conclude Valentina Spata - le mie aspettative così come quelle di tanti giovani e delle loro famiglie, dei commercianti che hanno investito nel nostro territorio e di tutti quelli che ci abbiamo creduto, sono state deluse con la chiusura delle altre Facoltà. Ci manca, soprattutto in questo momento buio di crisi, l'afflusso notevole di giovani provenienti da tutta la Sicilia che hanno portato al nostro territorio vivacità culturale e sociale, oltre che economica. Spero che con il nuovo Governo ci sia un segno di discontinuità e mi auguro che con nuove misure per lo sviluppo ci sia maggiore attenzione per il rilancio del sistema universitario". 

I DETTAGLI DELLA CONVENZIONE
Il Consorzio si obbliga a corrispondere l’importo complessivamente dovuto per un totale di 1.697.431 euro di cui 1.535.169 euro a titolo di sorte capitale e 162.256 a titolo di interessi al tasso annuo dell’1,5%. L’importo relativo a ciascun anno finanziario, dal 2013 al 2027, sarà versato all’Università entro il mese di luglio dello stesso anno. Inoltre, la Provincia ed il Comune, con riferimento alla gestione ed al funzionamento dei corsi di laurea attivati presso la sede di Ragusa, si obbligano a corrispondere in parti uguali, per il tramite del Consorzio, l’importo complessivamente dovuto per un totale di 10.775.333 euro, comprensivo di sorte capitale e rivalutazione. L’importo relativo a ciascun anno finanziario sarà versato all’Università in due rate di pari importo, una rata entro il mese di maggio e una rata entro il mese di ottobre dello stesso anno. Resta fermo l’impegno dell’Università di quantificare entro il 30 settembre rispettivamente del 2013, 2014, 2015 le tasse pagate dagli studenti frequentanti i corsi di Ragusa e di darne comunicazione alla Provincia e al Comune. Il 70% di detto ammontare spetterà alla Provincia e al Comune e sarà detratto dagli importi dovuti annualmente a far data dal 2025. Il 70% dell’ammontare delle tasse relative all’anno accademico 2011-2012, pari a 416.760,75 euro, sarà detratto dall’importo relativo all’anno finanziario 2013. La somma spetterà alla Provincia e al Comune ed è destinata prioritariamente a rifondere il Comune per intero delle spese che lo stesso sostiene per immobili presi, eventualmente, in locazione ed al 50% del valore locativo degli immobili di proprietà del Comune. L’Università relazionerà, con riferimento agli anni accademici 2011-2012, 2012-2013, 2013-2014, 2014-2015, in ordine a tutte le spese sostenute per la struttura didattica speciale di Lingue di Ragusa, fatti salvi i pagamenti nella misura e nelle scadenze previste dall’accordo. Qualunque somma eventualmente non utilizzata da parte dell’Università sarà dalla stessa impiegata per potenziare l’offerta formativa. L’atto avrà validità sino al 31 ottobre 2027.

sabato 19 gennaio 2013

Tre direttori di carcere a proposito del sovraffollamento!

Ancora oggi Il nostro sistema penale Uno dei disegni di legge naufragati con la fine della legislatura, è quello sulle pene alternative.
è incentrato sulla pena detentiva in carcere. Il fascismo, sistema deprecabile, si servì tuttavia di fior di giuristi; uno di questi fu l’allora guardasigilli Alfredo Rocco, artefice di un codice penale che nella sua struttura portante sopravvive ancora oggi e prevede, anche per reati di lieve entità, come pena principale quella detentiva in carcere. Poi la pena non sempre viene applicata, ma la sanzione comminata nominalmente, come autorevolmente sottolinea il Consiglio superiore della Magistratura nel suo parere al disegno di legge Severino sulle pene alternative, risponde più all’esigenza di rassicurare l’opinione pubblica che a quella di dare una risposta reale ed efficace al crimine.

Più in dettaglio, oggi un giudice, quello cosiddetto di cognizione, commina la condanna a una pena detentiva in carcere; poi, in alcuni casi interviene un altro giudice, quello di sorveglianza, che converte la pena in una misura alternativa al carcere. Si tratta quindi di un beneficio da concedere caso per caso, che richiede comunque un ulteriore passaggio processuale e in parecchi casi non impedisce un breve, inutile e dannoso passaggio in carcere. In tale contesto poi, sono i detenuti appartenenti alla c.d. marginalità sociale (extracomunitari, tossicodipendenti di lunga data, disagiati psichici e psichiatrici) che rappresentano la percentuale maggiormente significativa di detenuti, ad avere le maggiori difficoltà di accesso alle misure alternative esterne per l’assenza di idonei riferimenti: lavoro, domicilio, riferimenti familiari in grado di sostenere praticabili percorsi di inclusione sociale e per la difficoltà di avvalersi di una valida difesa.

Senza entrare in una eccessiva tecnicalità diciamo che il disegno di legge sulle pene alternative stabiliva che per reati non gravi la pena comminata direttamente dal giudice di cognizione potesse essere di tipo non carcerario: la permanenza presso il proprio domicilio, la messa in prova ossia una forma di sospensione della pena con lo svolgimento di lavoro di pubblica utilità e un’altra serie di forme di limitazione della libertà con varie graduazioni (la detenzione e l’arresto presso l’abitazione o altro luogo di privata dimora, anche per fasce orarie o giorni della settimana). Una svolta culturale e di sistema. Una parte di un pacchetto di provvedimenti che unita a un ragionevole piano carceri (un limitato non faraonico aumento di posti letto) e al recupero delle strutture detentive già esistenti potrebbe fare uscire dall’emergenza. Ancora, sarebbero da rivedere la Bossi-Fini (legge sull’immigrazione) e la Fini-Giovanardi (legge droga) che contengono risposte in termini di carcerizzazione per fenomeni sociali complessi. Da ultimo, un ripristino della legge Gozzini rimaneggiata negli anni e quasi devitalizzata, nonostante gli ottimi risultati. La legge cosidetta ex Cirielli, ultimo e più pesante intervento sulla Gozzini, nota per una cospicua abbreviazione dei termini di prescrizione prevede un aumento del numero di anni trascorsi in carcere per accedere ai benefici esterni nei casi anche lievi di rediciva (cioè per tutti i detenuti). Avviare e condurre con convinzione questo percorso, porre in agenda un ventaglio di provvedimenti porterebbe a realizzare, citiamo ancora il CSM “un’equilibrata politica di “decarcerarizzazione” e dare effettività al principio del minor sacrificio possibile della libertà personale”. Per questo, in tanti non siamo d’accordo con Pannella pur rispettandone le battaglie. Amnistie e indulti ce ne sono stati tanti. Marcello Mastroianni nel film “Divorzio all’italiana” nel calcolare gli anni che doveva ancora scontare diceva che dopo quattro anni una amnistia gli spettava quasi “di diritto“. Sono stati dei tamponi i cui effetti sono stati regolarmente annullati nel giro di un paio di anni. E poi si è ricominciato a parlare di nuova emergenza, di stato di necessità che giustificava un ulteriore provvedimento di clemenza. Sempre annunciato come l’ultimo. E ci auguriamo che nel centro sinistra ci si ricordi che l’indulto del 2006, a cui seguì il nulla nella politica carceraria, segnò un picco negativo di consensi per il governo Prodi e forse contribuì all’inizio della fine di quell’esperienza governativa. E ci auguriamo che tutte le forze politiche presenti nel parlamento prossimo venturo guardino all’Europa non solo per lo spread o per il fiscal compact, ma anche per i diritti civili.

*Rita Barbera direttrice casa circondariale Palermo Ucciardone, Letizia Bellelli direttrice casa circondariale Enna, Antonio Gelardi direttore casa reclusione Augusta


Un furto alla democrazia. Negato il diritto di voto agli studenti italiani all'estero!

Secondo le disposizioni del Decreto del Presidente della Repubblica numero 226 del 22 dicembre 2012 alle elezioni del prossimo 24 e 25 febbraio potranno votare all’estero i cittadini italiani appartenenti alle forze armate e di polizia impegnati in missioni internazionali, i dipendenti di amministrazioni dello Stato temporaneamente fuori dal Paese e professori e ricercatori in trasferta, tutti per motivi di servizio. Gli studenti, invece, potranno esercitare il loro diritto solo se iscritti all’Aire (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero): ma l’iscrizione è possibile se la residenza copre periodi superiori ai dodici mesi; per di più il plico elettorale sarà inviato solo ai residenti registrati all’Aire entro il 31 dicembre 2012.
Si, perché secondo la legge 459 del 27 dicembre 2001 chi risiede all’estero vota per la Circoscrizione Estero, alla quale vengono assegnati dodici seggi per la Camera e sei per il Senato. Detratti dal numero complessivo dei seggi costituzionalmente assegnati ai due rami del Parlamento. 
Gli studenti che temporaneamente risiedono all'estero non sono infatti compresi nella lista di quelli che vi si trovano per motivi di servizio o missioni internazionali e che quindi possono beneficiare del voto per corrispondenza. Sono oltre 20.000 gli studenti che, per L'erasmus o altre motivazioni sempre legate allo studio, non potranno esercitare il loro diritto di voto. 
Ritengo inconcepibile e assurda tale decisione e credo che sia stato leso un diritto sacro e santo sancito dalla Costituzione Italiana. 
La maggior parte di questi ragazzi sceglie di lasciare il nostro Paese per mancanza di opportunità di studio, di lavoro e quindi un un futuro migliore. Spesso, questi ragazzi scelgono di andare via dall'Italia con tanti sacrifici, pieni di dubbi e rimorsi. Lasciano la loro famiglia, i loro parenti, i loro amici, la loro terra e tutto ciò che amano. Sono ragazzi che cercano una speranza altrove perchè qui non c'è più la possibilità di dire "la speranza è l'ultima a morire". Non hanno altra scelta perchè non sono nelle condizioni di scegliere. Perchè il nostro Paese ha smesso di pensare alle opportunità e al futuro da offrire a questa generazione. 
Questi ragazzi, oggi, non hanno nemmeno la possibilità di scegliere chi dovrà governare il nostro Paese. E chi vuole esercitare il proprio diritto costituzionale (negato) dunque, è costretto a tornare a casa (con annessi costi economici e di tempo). E sembra che allo Stato non importi molto il fatto che i giovani italiani si sentano sempre più abbandonati dalle istituzioni.
Molta l'indignazione e la delusione. Questo è un vero attacco alla democrazia! 
Auspico ad una rivalutazione del provvedimento da parte del Presidente della Repubblica. 
Per cambiare un paese bisogna ripartire dal rispetto dei diritti e dalla considerazione di una generazione che è stata lasciata senza uno stralcio di futuro!






Università Iblea: a Rischio anche la Facoltà di Lingue. E' necessario trovare accordo unitario.



Ancora una volta ci troviamo ad affrontare il problema dell'Università Iblea - lo afferma Valentina Spata in una sua nota.
Ritengo sia inopportuno che Comune e Provincia discutono, in separate sedi, su diverse proposte per il futuro della Facoltà di Lingue rischiando di non trovare in tempo una soluzione per l'avvio del prossimo anno accademico.
Sappiamo tutti che entro fine mese bisogna formalizzare una proposta seria all'Ateneo di Catania per la convenzione da stipulare tra Consorzio Universitario Ibleo e il Rettore catenese.
Ricordo, altresì, che il Maginifico Rettore deve presentare al Ministero della Pubblica Istruzione il programma 2013-2014. Se non lo farà si rischia di escludere i corsi della Facoltà di Lingue dall'anno formativo, così come accaduto per quest'anno.
Personalmente, avendo visionato la proposta del Commissario Straordinario della Provincia, ritengo che sia la miglior soluzione per salvare l'unica Facoltà rimasta nella nostra città.
Il Commissario Scarso, nella sua proposta, prevede una rateizzazione del debito in 15 anni con un’obbligazione finanziaria di circa un milione di euro da pagare con 30 rate semestrali da 360 mila euro.
Il prefetto Annunziato Vardè si è fatto promotore di una riunione per cercare di trovare una soluzione immediata al problema e per sollecitare gli Enti interessati ad attivarsi per presentare un'unica proposta.
Credo sia necessario accellerare i tempi e dimostrare maggiore sensibilità al problema, rispettando anche la volontà e i diritti dei tanti studenti che hanno speso tempo e denaro per frequentare i corsi in questione. Senza contare, poi, che la chiusura della Facoltà di Lingue, così come lo è stata quella degli altri corsi, rappresenta un vero e proprio "problema sociale" per tutto il comprensorio ibleo, in virtù della constatazione del fatto che le università rappresentano un vero e proprio nucleo economico attorno al quale ruota un indotto di fortissimo rilievo non solo per gli studenti, ma anche e soprattutto per tutti coloro che hanno scelto di investire in quelle zone (affitti, ristrutturazioni, librerie, ristoranti, commercianti vari, e l'elenco potrebbe essere ancora più lungo).
Pertanto, auspico che tutte le forze politiche sollecitano il Commissario Comunale Rizzo e il Commissario Provinciale Scarso, a trovare insieme un accordo proficuo e a mettere a disposizione i fondi richiesti dall'Ateneo di Catania.



giovedì 17 gennaio 2013

Stato-Mafia. Di Matteo: Borsellino ucciso per proteggere la "trattativa"

All’ingresso dell’aula Bunker del carcere dell’Ucciardone di Palermo sono solo gli agenti della polizia penitenziaria che osservano i pochi passanti. Quarta udienza preliminare del processo sulla trattativa Stato-mafia, porte chiuse al pubblico e ai giornalisti. All’interno del bunker ci sono esponenti dello Stato-stato assieme a personaggi “ibridi” accusati di aver trattato con Cosa Nostra
I nomi dei Boss mafiosi di prim’ordine come Totò Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella e Antonino Cinà, sono scritti nella richiesta di rinvio a giudizio accanto a quello del collaboratore di giustizia Giovanni Brusca, insieme ai nomi e cognomi di uomini delle istituzioni e della politica che con essi avrebbero trattato: Calogero Mannino, Marcello Dell’Utri e Nicola Mancino, e poi ancora esponenti del Ros dei carabinieri come Mario Mori, Giuseppe De Donno e Antonio Subranni; in ultimo Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo, don Vito.
Tra coloro che hanno chiesto ed ottenuto di essere ammessi come parte civile al processo sono presenti in aula Sonia Alfano, presidente dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, nonché presidente della Commissione antimafia europea e Salvatore Borsellino,fratello del giudice assassinato in via D’Amelio e presidente dell’associazione delle “Agende Rosse”. Punto focale dell’udienza odierna: la competenza territoriale per il futuro processo. Gli avvocati degli “imputati di Stato” mirano a farlo spostare da Palermo. Per l’avv. Carlo Federico Grosso, legale di Calogero Mannino, la competenza territoriale dovrebbe essere del tribunale di Roma. Sulla stessa onda l’avvocato di Antonio Subranni e Mario Mori, Basilio Milio, così come il legale di Nicola Mancino, Massimo Krogh, che contesta ugualmente la competenza territoriale e funzionale del tribunale di Palermo (insistendo soprattutto sulla competenza del tribunale dei ministri).
Poco dopo l’inizio dell’udienza Totò Riina rinuncia a presenziare in video conferenza. L’avvocato di Bernardo Provenzano, Rosalba Di Gregorio, eccepisce l’incapacità per Provenzano di partecipare coscientemente al processo in quanto incapace di intendere e di volere e a fronte di ciò deposita la relativa documentazione. Il Gup dispone quindi una perizia per accertare le capacità mentali di Provenzano così da verificare se sia capace o meno a partecipare coscientemente al giudizio. E’ il momento delle parti civili. Tra questi l’avvocato Fabio Repici che rappresenta l’associazione delle Agende Rosse e l’associazione naz. Familiari Vittime di Mafia. L’avv. Repici spiega che, così come risulta dal capo di imputazione formulato dalla procura, sono tutti connessi i fatti citati: dall’omicidio di Salvo Lima fino alle stragi del ’92 e del ’93. Secondo il legale per ragioni di diritto eccepite da varie sentenze della corte di Cassazione il processo non si deve quindi spostare né a Caltanissetta, né a Firenze, ma si deve celebrare a Palermo in quanto la prima minaccia al governo (rappresentata dall’omicidio di Salvo Lima) si è consumata nel capoluogo siciliano.
Nel suo intervento il pm Antonino Di Matteo sottolinea ulteriormente come il primo atto nel quale si è esplicitata la minaccia al governo – e che quindi ha aperto la trattativa – è stato l’omicidio di Salvo Lima commesso a Palermo ed è questa la ragione per cui la competenza è dell’autorità giudiziaria palermitana. Per quanto riguarda il collegamento tra la strage di via D’Amelio e la trattativa il pm è alquanto esplicito. “Sulla base degli elementi di prova acquisiti – evidenzia Di Matteo leggendo la memoria successivamente depositata –, è invece possibile ritenere l’esistenza di un collegamento fattuale tra la ‘trattativa’, scaturita dalla minaccia, e l’uccisione di Paolo Borsellino. Ma è necessario chiarire l’effettiva consistenza di tale nesso. Ed infatti, il collegamento esiste e rileva non perché la strage di via D’Amelio sia stata perpetrata ‘per eseguire’ la minaccia, ma semmai ‘per proteggere la trattativa’ dal pericolo che il dott. Borsellino, venutone a conoscenza, ne rivelasse e denunciasse pubblicamente l’esistenza, in tal modo pregiudicandone irreversibilmente l’esito auspicato”. Il pm entra ulteriormente nello specifico dei collegamenti tra la trattativa e le stragi quando legge il passaggio relativo alle “stragi del continente”. Secondo Di Matteo le stragi del ’93 a Roma, Firenze e Milano “possono certamente considerarsi come commesse in esecuzione della minaccia che viene contestata”.
Nel documento firmato congiuntamente da Lia Sava, Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia viene evidenziato che in base al compendio degli elementi probatori, in gran parte valutati anche da più sentenze delle Corti di Assise di Caltanissetta e Catania, si induce a ritenere che l’omicidio di Giovanni Falcone sia da ricondurre a moventi e finalità “principalmente riconducibili alla vendetta nei confronti del ‘nemico storico’, che era riuscito ad incidere pesantemente nei confronti di Cosa Nostra anche nella sua veste di direttore degli Affari penali. Alla finalità vendicativa certamente si accompagnava una finalità spiccatamente preventiva, volta a neutralizzare i pericoli che all’organizzazione mafiosa sarebbero derivati dalla prospettata nomina del dott. Falcone alla carica di Procuratore Nazionale Antimafia, ma anche – ed ancor più nell’immediatezza – dalla continuazione di quella vera e propria strategia di contrasto incisivo che lo stesso, con il sostegno politico del Ministro Martelli e in piena sintonia con il Ministro dell’Interno Scotti, aveva sviluppato fin dal primo momento successivo alla sua nomina a direttore degli Affari penali”. Fine dell’udienza. Grande assente l’avvocatura dello Stato che sulla competenza non ha voluto pronunciarsi lasciando così soli Procura e parti civili private. Il 4 dicembre prossimo il Gup si pronuncerà sulla competenza territoriale.

Tratto da:www.antimafiaduemila.com

martedì 15 gennaio 2013

Traffico Umano: 55 arresti. Valentina Spata, Responsabile della Rete della Legalità del Mezzogiorno d'Italia, esprime grande soddisfazione per l'esito dell'operazione.




Uomini, donne e bambini venduti al primo offerente e utilizzati per traffici illegali in cambio di una illusoria speranza e di una nuova vita che mai vedranno. 

Questo aumento esponenziale del traffico mondiale di persone, quello che oggi si definisce “traffico umano”, è in gran parte un sottoprodotto dell’economia mondiale. Questa nuova economia da una parte ha infranto le frontiere e le economie nazionali assistite e, dall’altra, ha drasticamente inciso sulla distribuzione della ricchezza fra le nazioni e le persone. Mentre ha prodotto un’enorme ricchezza per alcuni individui, nazioni e imprese, ha ridotto in miseria miliardi di persone. I poveri del mondo, che spesso vivono con meno di un dollaro al giorno, hanno poche o nessuna possibilità di scelta. Con una popolazione così enorme a loro disposizione è molto facile per i trafficanti di esseri umani costringere le madri a vendere i propri figli o ingannare un adolescente facendogli credere di poter trovare lavoro in una nazione più prospera. Tutto quello che occorre è nutrire un po’ di speranza e la convinzione che questa nuova economia possa lavorare a proprio favore. Nello stesso tempo i trafficanti hanno poco da temere, perché il traffico, in quanto attività di mercato nero, è difficile da rintracciare e ancor più difficile da perseguire. Non esiste una giurisdizione internazionale per gli avvocati dei diritti umani, per cui l’istruzione di un processo molte volte è demandata alle stesse vittime, che spesso hanno troppa paura per testimoniare contro quelli che le sfruttano. 

Per questi motivi, oggi il traffico di esseri umani è, dopo quello di armi e droga, il terzo maggiore commercio illegale: un commercio di 27 miliardi di dollari l‘anno. Questo commercio sommerso cerca di estendere le proprie attività a tutte le regioni del mondo comprese quelle italiane. 

Esprimo grande soddisfazione e plauso – dichiara Valentina Spata, Responsabile della Rete della Legalità del Mezzogiorno d’Italia - per l’esito delle indagini che hanno visto l’arresto di 55 persone accusate di traffico umano. 

Alcune organizzazioni criminali, radunavano i migranti provenienti dal Corno d’Africa e li smistavano nei porti maltesi e greci prima di dirottarli verso alcune città italiane. Successivamente, dopo la fornitura di documenti falsi, venivano mandati nelle capitali d’Europa. 
Le indagini, durate circa un anno e mezzo - dichiara la Spata – sono state avviate dalla Procura di Modica nella nostra Provincia, poi dalla Procura di Catania e da quella di Firenze che, per il carattere di stampo mafioso, sono state coordinate dalla Direzione Nazionale Antimafia. 
L’operazione delle procure di Catania e Firenze hanno smantellato due organizzazioni composte da 55 membri (quelli finora accertati) tra cui Hussein Mohames Abdurahman, un mediatore culturale dell’ambasciata italiana a Nairobi e Mohamed Sheik Ali Bashir, un collaboratore del World Food Program delle Nazioni Unite.  
Sono tutti accusati di favoreggiamento aggravato di immigrazione clandestina, contraffazione di documenti, esercizio abusivo di attività finanziaria e riciclaggio, oltre ad altri reati minori. 

A coordinare le operazioni nel nostro paese sono state, e lo dico con grande orgoglio – afferma la Spata- la Squadra Mobile di Ragusa, il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, il Corpo della Guardia di Finanza, Il Nucleo Operativo di Polizia Tributaria e le Fiamme Gialle di Firenze. A coordinare le operazioni a livello internazionale ha contribuito l’organo europeo che si occupa di antimafia, l’Eurojus. 

Sebbene questa realtà sia scoraggiante – conclude Valentina Spata - c’è ancora speranza. Un numero crescente di movimenti, di associazioni e la grande competenza delle forze dell’ordine e degli organi Antimafia in Italia e all’Estero, lavorano con grande coraggio e dedizione per contrastare il traffico di persone, così come quello degli organi.  Questa è la ragione per la quale anche noi, con la Rete della Legalità del Mezzogiorno d’Italia, ci sentiamo chiamati a rispondere a questo male mostruoso. Lavoriamo per sensibilizzare i cittadini, soprattutto i bambini e i giovani nelle scuole e nei luoghi da loro frequentati, per conseguire la maggiore informazione possibile in modo tale di essere meglio attrezzati per poter combattere un fenomeno così terribile. 



Elettrodotto: la classe dirigente politica ragusana si mobiliti per bloccarlo! No ad inutili polemiche!



Cosa è l'elettrodotto Sicilia- Malta?
L'ENE - Malta Corporation, grazie ad un finanziamento dell'Unione Europea di circa 200 milioni di euro, ha presentato il progetto dell'ELETTRODOTTO Sicilia- Malta. L'elettrodotto porterà energia elettrica dalla Sicilia a Malta partendo da Ragusa ed attraversando una parte della riserva dell'Irminio. I cavi di interconnessione elettrica sottomarini dal depuratore di Marina di Ragusa attraverseranno il Canale di Sicilia con una potenza di 2x225 Megawatt. Il condotto elettrico avrà due terne di cavi di trasmissione a 220w. 
Tale progetto risale al 2008 quando l'ENE - Malta affidò a Terna la progettazione dell'elettrodotto e nel 2010, l'isola di Malta ha aperto le trattative con quattro compagnie per l'aggiudicazione dell'appalto, successivamente assegnato alla compagnia francese NEXAN. 
l Ministero dello Sviluppo Economico e la Regione Siciliana avevano, già da tempo, concesso le autorizzazioni; il Comune di Ragusa aveva espresso parere contrario a giugno del 2011.

A prescindere dalle polemiche e dalle accuse tra il Pd di Calabrese e il Movimento Territorio, che poco mi e ci interessano, credo sia opportuno che tutte le forze politiche della città, insieme al Commissario comunale, fermino l'iter per la realizzazione dell'elettrodotto che risulta essere dannoso per l'ambiente ma anche per la salute dell'uomo. 
Pensate alle nostre coste incontaminate e all'impatto devastante che l'elettrodotto in questione avrà sull'ambiente. Ricordatevi che la centrale di partenza dell'elttrodotto sarà installata a Marina di Ragusa, dove è sito il depuratore. 
Considerate anche che, alcuni studi epidemiologici hanno indicato con una certa coerenza un'associazione tra l'incidenza tra leucemia infantile e l'esposizione a campi magnetici anche a frequenza estremamente bassa. L'agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato i campi magnetici ELC (come quelli dell'elttrodotto) come "possibilmente cangerogeni" per l'uomo. 
Pertanto, la prima cosa da fare, e con urgenza, è quella di interloquire con il Presidente Crocetta in modo tale che, senza se e senza ma, si renda nulla l'autorizzazione che il Governo Lombardo rilasciò a favore dell'installazione dell'elettrodotto, provvedimento che prese nonostante il suo Governo era dimissionario. 
Non c'è tempo da perdere, abbiamo bisogno che la classe dirigente politica, della nostra Provincia ed in particolar modo della nostra città, unita stoppa immediatamente questo iter. 
Auspico al buon senso dei singoli politici nella speranza che questo impianto non venga realizzato. 

Valentina Spata

mercoledì 9 gennaio 2013

Valentina Spata: soddisfazione per l'approvazione della mozione contro il Muos.

Approvata, all'Ars, la mozione presentata da Fabrizio Ferrandelli (Pd) che prevede la revoca delle autorizzazioni e il blocco del muos. 
In questo modo il Governo Regionale ha contrastato la decisione del Governo Nazionale anche se i lavori continueranno per il momento. Saranno chiesti i pareri dell'Onu e dell'Unesco. 
Intanto la giunta regionale siciliana ha deciso di installare una stazione di monitoraggio dell'inquinamento elettromagnetico a Niscemi, a tutela della salute dei cittadini. 
Il governo Crocetta, inoltre, chiederà un parere all'Istituto superiore della sanità sulle emissioni del Muos e chiederanno un parere dell'istituto superiore della sanità e anche un parere all'Enav sulle possibili interferenze che la struttura potrebbe creare al vicino aeroporto di Comiso. 
"Sono soddisfatta, anche se ancora c'è molto da fare - dichiara Valentina Spata - rispetto al provvedimento del Governo Crocetta. Il mio auspicio è che a breve verranno revocate le autorizzazioni e che i lavori siano bloccati quanto prima. Bisogna porre fine a questa lunghissima e scandalosa vicenda. Attendiamo con fiducia, sono sicura che questa volta la Regione Siciliana non resterà a guardare". 

domenica 6 gennaio 2013

Lettera a Valentina Spata!



Ho il grande piacere di pubblicare una email che mi è stata recapitata stamattina da una cittadina ragusana: 

Gentile Sig.ra Spata, 
accetti queste righe in segno di ammirazione e rispetto. 

In questo periodo buio per la politica e per la società udire la voce autorevole di una giovane donna che si schiera dalla parte del “giusto”, della sofferenza, della vita delle persone, che chiede ad esponenti del potere economico e politico di riflettere sulle proprie scelte e che, senza freni inibitori, accusa chi approfitta di ruoli, di cariche senza nemmeno essere in grado di rappresentare al meglio una società è stato come un balsamo, mi ha fatto sentire meno sola e compresa nella mia esigenza di chiarezza, di onestà e di vera democrazia.
Seguo da tempo il suo impegno civile e politico e mi rendo conto che lei si pone in netta controtendenza rispetto alla maggior parte dei suoi coetanei e delle donne in generale, propensi a trascorrere la loro vita diversamente senza rendersi conto che sono rimasti senza un passato, con un presente da scordare e un futuro che non si può neppure costruire. Vedere lei, che ha ancora la voglia di sognare, di lottare e di mettersi in discussione mi fa comprendere che ancora il nostro paese ha delle speranze. Ciò che mi colpisce maggiormente è che, a differenza di altri giovani che sono impegnati in politica, lei non è propensa all’infeudamento e alla ricerca di un Signore al quale prestare obsequium ma fa politica con grande passione, forse perché ci crede e pensa che i sogni possano realizzarsi. 
La sua forza e la sua determinazione sono davvero confortanti. Vedere una giovane donna che con sicurezza riesce a far valere le sue ragioni, le sue idee, i suoi progetti senza nessuna paura e con tanto coraggio rappresentano una lezione di vita oltre che di politica. 
Lei, cara Valentina, può non piacere politicamente ad alcuni, sicuramente perché fa paura il suo modo ribelle e diretto di esprimersi e di lottare, ma è comunque lodevole il tentativo di rischiare in proprio e di non arrendersi mai. Se dovessi scegliere una persona che meglio potrebbe rappresentarmi, di certo sceglierei lei che è capace di garantire sicurezza, affidabilità e fiducia. Una donna capace e libera dai vecchi colonnelli della politica ma soprattutto al di fuori di uno schema politico che non ha saputo rispondere alle esigenze reali di una intera popolazione. 
Lo scetticismo manifestato verso il Pd ragusano e i suoi dirigenti, la critica verso il Segretario del Pd Calabrese, ne fa una interessante alternativa per chi pensa di poter votare persone nuove che non nutrono interessi personali ma che quotidianamente, anche senza aver nessun ruolo, si impegnano ai fini collettivi. Lei, come giovane e come donna, rappresenta un simbolo di un cambiamento di rotta nel nostro territorio. E’ davvero ammirevole vedere persone che ancora oggi, come un tempo, pensano che le battaglie comuni vengano prima delle sue ambizioni personali. Lei è e potrebbe divenire un grande esempio per le nuove generazioni ma anche per quelle precedenti. Ben vengano più leader donne in politica, possibilmente con il sostegno di tutte, anche quelle non impegnate direttamente.
Io credo, che lei possa dare ancora ascolto alle tante voci che le si levano attorno, nella sua città, nella sua regione. Voci di donne, soprattutto. Di donne spesso tanto diverse da lei per cultura e condizione, e per le quali lei può fare molto. Voci di giovani che in questo periodo sono smarriti in un vuoto, forse, incolmabile, lei può farcela a patto di restare ciò che è.
Donne e giovani, guardano a persone come lei. Come faccio io, del resto, da una distanza che va accorciata di parecchio perché avrei il piacere di conoscerla.
La politica e il bene della città di Ragusa devono diventare questione che ci riguarda tutti: una nostra casa da difendere. E lei, potrebbe essere la guida per la quale i cittadini possono ritornare ad essere protagonisti del loro stesso destino. 
Pertanto, continui il suo impegno, faccia conoscere a tutti ciò che fa e che ha intenzione di fare e inizi ad ascoltare e parlare con la gente. Si faccia conoscere bene, sono sicura che non appena la conosceranno tutti diventerà un vero punto di riferimento. 
Lasci ai loro destini politici, ormai consumati, coloro che, invece di ricoprire al meglio i ruoli per il bene collettivo, pensano ad accusarla inutilmente. 
Lei ha grandi capacità e competenze ma ha soprattutto il dono di amare gli altri e di avere passione per ciò che fa. 

Con grande stima
Maria Carmela Falcone

Tagli ai servizi sociali: "Passo avanti ma non basta".

Si ritiene soddisfatta Valentina Spata - Segretario della Fesica Confsal di Ragusa - rispetto alla decisione del Commissario del Comune Rizza, dopo l'incontro con gli indigenti,  di voler elargire i contributi attraverso bandi pubblici.
"Ritengo importante l'intenzione di predisporre dei bandi di lavoro per servizi e forniture che prevodono anche l'assunzione di persone tra le fasce svantaggiate - afferma la Spata - ma penso che si possa e si debba fare di più.
L'assessorato ai servizi sociali dovrebbe predisporre dei progetti per favorire l'inclusione socio-lavorativa di persone svantaggiate. Un percorso di inserimento lavorativo rivolto alle persone diversamente abili, persone con patologie di tossicodipendenza, donne vittime di violenza e indigenti.
E' necessario il coinvolgimento del Terzo Settore per programmare e attuare servizi e interventi sul welfare, definendo modalità di lavoro destinate all'offerta sociale.
La finalità di tali progetti non deve essere solo quella di inserire persone svantaggiate nel mondo del lavoro, ma anche quella di recupero e reinserimento sociale dei soggetti coinvolti.
In sintesi - conclude Valentina Spata - con questi progetti si può prevenire e sconfiggere l'esclusione sociale avviando percorsi di lavoro ma altresì percorsi educativi e di integrazione sociale in grado di valorizzare al meglio le risorse individuali dei fruitori.
In futuro, mi auguro che, di fronte a decisioni importanti come quella dei tagli ai servizi sociali, l'amministrazione comunale coinvolga nella scelta anche i sindacati e il Terzo Settore.

L’ENAIP (ENTE DI FORMAZIONE PROFESSIONALE) DI RAGUSA NEL BEL MEZZO DI UN CICLONE.



Il Segretario della Fesica Confsal, Valentina Spata, lancia accuse pesantissime contro il presidente delle Acli Cavallo.

E’ arrivato il momento di fare chiarezza sulla vicenda dell’En.A.I.P. di Ragusa, in particolar modo sulla gestione dell’Ente. Sono rimasta basita rispetto all’intervento del Presidente provinciale delle Acli di Ragusa, Rosario Cavallo durante il convegno sul Welfare tenutosi qualche settimana fa con la presenza del Vice Segretario Nazionale Acli, Santino Scirè. In occasione di quel convegno, Cavallo, ha accusato l’attuale Presidente della Regione, Rosario Crocetta, di voler fare “una caccia alle streghe” chiedendo ai dipendenti degli enti di formazione un’autodichiarazione per rendere nota l’eventuale parentela con deputati regionali e politici vari. Il Presidente delle Acli ha inoltre sottolineato come Crocetta parli “della formazione professionale siciliana, senza tener conto che oggi ci sono migliaia di famiglie che non prendono lo stipendio da 10 mesi e stanno VENDENDO L’ORO PER MANGIARE”. Le accuse di Cavallo hanno anche riguardato il Presidente Nazionale delle Acli, Andrea Olivero, per aver dichiarato la sua ascesa in campo a fianco di Montezemolo senza prima dimettersi dalla sua carica. Rosario Cavallo ha inoltre parlato di “casta”, ma a mio avviso, dovrebbe tenere presente che anche lui appartiene alla “casta” di coloro che ricoprono tantissimi incarichi, peraltro incompatibili: Presidente Provinciale delle Acli di Ragusa; Vice Presidente Regionale delle Acli; Direttore centro En.A.I.P. Ragusa; Vice Presidente Provinciale dell’En. A.I.P. di Ragusa. Tanti gli imbrogli e le irregolarità che avvengono all’En.A.I.P. di Ragusa, di cui il Sig. Cavallo è Vice Presidente provinciale e Direttore di centro. Mogli di direttore passati ad hoc dagli interventi ai servizi formativi per garantirsi almeno uno stipendio al mese. Mogli che prestano la propria attività lavorativa in un settore diverso per il quale sono stipendiati; parenti e amici che, proprio per la vicinanza alla dirigenza non possono rifiutarsi dal recarsi al lavoro anche in presenza di cassa integrazione; assunzioni fatte in base a criteri personali e fuori da ogni norma di legge (assunzioni fatte dopo il 30 dicembre del 2008); personale che deve ricevere stipendio per il lavoro svolto all’Ente nel 2004; allievi che devono ricevere il loro compenso per i corsi frequentati; denunce e cause vinte dai dipendenti nei confronti dell’Ente. Ma la cosa che fa più rabbia è che tutti i dipendenti dell’En.A.I.P. soffrono per colpe non proprie continuando a lavorare senza ricevere nessun compenso economico e nessuna gratificazione personale. E come è possibile che l’Ente trovi i soldi per pagare i fornitori, le cause perse contro i dipendenti e tanto altro ancora, ma non ci sono i soldi per pagare i dipendenti quando risulta che la Regione Siciliana ha erogato l’intero finanziamento per l’anno 2011 all’En.A.I.P. di Ragusa. 
Il Sig. Cavallo al convegno sul welfare parla anche di politica e di etica, cercando di fare la morale agli altri senza guardare se stesso. Si scandalizza del fatto che il Presidente Nazionale delle Acli non si sia dimesso per candidarsi alle politiche e poi lui stesso ha utilizzato le Acli per la campagna elettorale dell’On. Aiello. Inoltre, nel parlare di “casta” ha già dimenticato che è stato, pochi mesi fa, consulente dell’Assessore all’agricoltura della Regione Sicilia.
Ciò che mi lascia maggiormente perplessa sono i componenti del Consiglio Provinciale delle Acli: la moglie, il suocero, la cugina (che per restare in famiglia potrebbe essere il futuro presidente delle Acli Ragusa), il compare e altri amici che per la maggior parte, eccetto qualcuno, provengono tutti da Vittoria e Chiaramonte. In particolare possiamo accertare che ci sono ex dipendenti della Fiera Emaia di cui il Sig. Cavallo era Presidente quando l’On. Francesco Aiello era sindaco di Vittoria.
Insomma, alla faccia della “casta” e di parentopoli!! Le Acli della Provincia di Ragusa appaiono come una vera azienda a conduzione familiare che riporta la stessa identica gestione all’interno dell’En.A.I.P., l’Ente di formazione professionale che fa riferimento all’Associazione Cattolica.
L’Enaip di Ragusa, anzicchè, essere un Ente, dove l’amore per il prossimo e la solidarietà sono punti fondamentali, invece, a causa dell’attuale presidenza favorisce la perdita di dignità dei suoi dipendenti e ancor peggio discrimina persone svantaggiate quali i disabili. Difatti, le famiglie dei ragazzi disabili di Vittoria che frequentavano i corsi ad hoc all’En.a.i.p di Ragusa, sono andate dal Sindaco Nicosia per chiedere aiuto in merito alla sospensione del servizio trasporto, garantito prima dall’ente, che permetteva i loro figli di raggiungere e frequentare i corsi di formazione in questione. Non riesco a spiegarmi per quale motivo Cavallo, che rappresenta i principi cristiani delle Acli, abbia sospeso un servizio così importante, che garantiva la partecipazione di tanti ragazzi disabili ai corsi specifici. Non era mai successo che i corsi dei disabili venissero gestiti così in malo modo e che addirittura venisse privata la partecipazione ad alcuni di loro. Questo è un fatto davvero grave e vergognoso che meriterebbe maggiore attenzione! Un fallimento totale di questa dirigenza che sta portando al baratro il lavoro svolto da tante persone in tutti gli anni di gestione dell’ente e delle Acli portando alla diminuzione di più del 50% dei corsi (da 45 a 15 in tutta la provincia).

Ha ragione Santino Scirè, Vice Presidente delle Acli Nazionali, presente all’ultimo convegno Acli di Ragusa, nel dire che “la gente non sa più dove sta il bene ed il male”. Se lui stesso aprisse gli occhi e guardasse in fondo a tutti gli imbrogli e le illegalità che si riscontrano all’interno delle Acli ragusane ma anche e soprattutto dell’En.A.I.P., forse capirebbe che Crocetta ha perfettamente ragione a fare la “caccia alle streghe” e a dire semplicemente la verità a differenza di quanto è stato fatto in tutti questi anni.

Sono certa che con l’ottimo lavoro di controllo che sta svolgendo il Presidente della Regione Siciliana, insieme all’assessore Scilabra, tutti i nodi verranno al pettine. Sono tanti i lati oscuri di questo ente ma faremo qualsiasi cosa per fare luce e denunciare tutte le irregolarità che stanno gravando sulla pelle dei dipendenti.
La caccia alle streghe è già iniziata, ne abbiamo trovata una: “Rosario Cavallo”.

Il Segretario della Fesica Confsal

Valentina Spata

sabato 5 gennaio 2013

Il capo viene accusato e il "cerchio magico" interviene! Valentina Spata: "le accuse su di me sono infondate".


Nell’assoluto rispetto della pluralità delle opinioni ritengo che, quanto detto da La Cognata e il giovane democratico Licitra sono la dimostrazione che la segreteria di Calabrese è più militarizzata che mai.
Il grande capo è in difficoltà ed il “cerchio magico” corre in sua difesa.
Con questa nota intendo fare chiarezza sulle polemiche sterili e poco veritiere che in questi giorni mi hanno resa la protagonista di un film che ritengo sia comico.
Chiarisco subito che se la sottoscritta, insieme a tanti altri giovani e militanti, non partecipa alle attività svolte all’interno del Pd cittadino, di cui conosco perfettamente l’indirizzo della sede, un motivo c’è. Non mi riconosco in quel percorso politico portato avanti solo da un gruppo di persone che a mio avviso è lontano anni luce dal motivo per cui ho sposato il progetto del partito democratico sin dal primo giorno.
In passato, nel Pd, tutti condividevamo un unico progetto, che mirava a realizzare una società più giusta e soprattutto più umana. Ci occupavamo di temi molto importanti per la nostra città, organizzavamo almeno una iniziativa al mese, avevamo creato le aree tematiche per discutere e affrontare i problemi della città e tanto altro ancora. Ho cercato di partecipare all’attività politica del Pd durante la gestione Calabrese ma le cose son ben diverse. Avevo anche dato la mia disponibilità a partecipare alle aree tematiche da loro riproposte ma ancora aspetto una chiamata, un invito o una proposta.
Nell’attuale Pd ragusano non si fa altro che litigare, accusare “i traditori”, progettare nuove strategie politiche affinchè Calabrese possa candidarsi ad ogni competizione elettorale. Come potrei mai condividere questo percorso politico?
Se qualcuno di noi, ma anche comuni cittadini, la pensano diversamente dal Segretario Calabrese si scatena la guerra e la segreteria si scaglia contro i “nemici”. Questa non è politica!
Un tempo, quando il Segretario era La Porta, persona che stimo molto anche se abbiamo avuto qualche incomprensione, ognuno di noi faceva sentire la sua voce quando atteggiamenti o decisioni seguivano percorsi diversi. Nessuno, neanche il Segretario La Porta prendeva decisioni senza averne discusso con tutti. Oggi, se la pensi diversamente dal “magico cerchio” diventi un traditore!
Per questi e altri motivi “politici” la mia partecipazione è sporadica. Ciò non vuol dire che non mi preoccupo dei problemi della mia città e che non mi attivo per risolverli.
Per quanto riguarda la mia assenza ai direttivi cittadini del Pd posso solo dire che se mi invitassero potrei essere più presente dicendo tutto quello che riporto sulla stampa.  
In merito alle accuse sul mio sostegno a Fabio Nicosia, candidato nella lista Crocetta e iscritto e dirigente al Partito Democratico della mia Provincia, rifarei questa scelta senza alcun problema. Non avrei mai potuto votare una persona come Calabrese che non riconosco né come segretario, né come persona capace di ricoprire qualsiasi altro ruolo politico o istituzionale.
Ricordo, inoltre, che io a differenza di Calabrese posso scegliere di sostenere chiunque faccia parte del mio partito, lui non può sostenere altri candidati che non siano di Ragusa perché è il Segretario del Partito Democratico del capoluogo. Un segretario di partito deve curare gli interessi e il bene territoriale, se non ne è capace deve avere la responsabilità di mettersi da parte e dare spazio a chi ha più capacità e competenze politiche.
Rispetto alle accuse del giovane Licitra, che nella sua nota non rappresenta i Giovani Democratici ma se stesso, (voglio precisarlo perché ho ricevuto solidarietà e vicinanza da alcuni Gd di Ragusa) rispondo dicendogli che è lui a dimostrare una mancata conoscenza dei fatti.
E’ vero che, alle scorse amministrative, il dott. Tumino ha ottenuto 500 voti e Lauretta più di 300 ma è anche vero che più di venti persone hanno ottenuto meno voti della sottoscritta. Sicuramente non ho ottenuto una performance brillante ma, ricordo a Licitra e a tutta la segreteria, che sono stata cercata da loro per candidarmi, che per senso di responsabilità e dedizione al mio partito ho accettato nonostante vivevo fuori da due anni, che mi avevano promesso di aiutarmi e che poi non lo hanno fatto, che ho potuto fare campagna elettorale per me stessa e per il candidato a Sindaco in soli 4 giorni senza manifesti, senza poter distribuire volantini e appena facendo qualche chiamata. Invece di criticare il mio risultato e, di conseguenza quello delle altre 20 persone che hanno ottenuto meno voti di me, un Segretario e una segreteria adeguata avrebbero dovuto ringraziarci tutti per la disponibilità e per aver permesso la costruzione della lista del Partito Democratico. Consiglio a Licitra e agli altri giovani che non fanno altro che criticarmi, di impegnarsi di più nella giovanile che, da quando non sono più segretario, ha perso autorevolezza e considerazione a tutti i livelli e che non sono riusciti nemmeno a sostituirmi con un congresso che legittimava un altro segretario. Consiglio anche di vere il coraggio di mettersi in discussione anche quando non possono avere il sostegno del partito, così come io ho sempre fatto.
Voglio vedere, dopo queste accuse vergognose come farà il Segretario Calabrese a costruire la lista  per le prossime amministrative e con quale coraggio chiederà a chi ha preso meno voti di me di candidarsi.
Parlano di rinnovamento e si credono di essere il cambiamento e poi vediamo che Calabrese e Lauretta sono candidati al Consiglio Comunale dai tempi dei Democratici di Sinistra. Mi auguro che alle prossime amministrative non si ricandidano per la quarta volta altrimenti altro che rinnovamento!
Se queste persone rappresentano il nuovo, nonostante l’età anagrafica, preferisco mille volte persone autorevoli, competenti ed esperienti come Battaglia.
Il tema del rinnovamento è un punto fondamentale di tutta la linea programmatica del Pd, è una questione di idee, di competenze e di etica della politica. Un tema che deve essere affrontato nel Pd ragusano ma che di certo non si può discutere con persone come Calabrese e il suo “cerchio magico” che hanno, in questi anni, portato il nostro partito al lastrico facendoci perdere tutte le competizioni elettorali e facendo scappare molte persone che un tempo partecipavano con grande entusiasmo.
Inoltre, voglio chiarire la questione della tessera che ogni anno riemerge allo stesso modo. Ho rinnovato la tessera del 2011, ho fatto l’iscrizione on line per il 2012 e la segreteria del mio partito dovrebbe chiamarmi non appena riceve la mia pre-iscrizione per convalidarla e per darmi la tessera del 2012. Siamo nel 2013 e ancora non ho ricevuto nessuna chiamata ma solo l’accusa di non essere tesserata. Ad ogni modo, ricordo al Segretario Calabrese che l’apertura del tesseramento va pubblicizzata come previsto dal regolamento nazionale e vanno mandati i messaggi a tutti gli iscritti. Io e altri amici, che siamo tesserati al 2011, non abbiamo ricevuto comunicazione di apertura del tesseramento, non abbiamo visto e sentito nessuna dichiarazione pubblica da parte di Calabrese e non abbiamo ancora capito quando è stato aperto questo benedetto tesseramento. Inoltre, mi auguro di conoscere tutti questi tesserati o comunque la maggior parte di essi, perché ho come l’impressione che sono chiamati solo per votare alle primarie, per i congressi e mai sono presenti a quelle pochissime iniziative che il Pd ragusano ha organizzato.
In merito alle primarie, invito la Sig.ra La Cognata e chi la pensa come lei, di controllare i registri per rendersi conto che ho votato sia il 25 novembre, sia il 2 dicembre e il 30 dicembre ho votato a Modica perché ero rappresentante del seggio. I voti che Di Falco ha ottenuto a Ragusa non sono quelli miei. Io sono una persona seria e ho parlato, prima di prendere qualsiasi decisione, con Fabio Nicosia dicendogli quale era la mia opinione ed esprimendo la mia volontà di votare per Gianni Battaglia e Angela Barone. Nicosia, a differenza di Calabrese è un signore perché nonostante la mia scelta rimane sempre quello che per me ha rappresentato: un dirigente politico validissimo!
Concludo annunciando pubblicamente la mia partecipazione al direttivo cittadino che si terrà lunedì prossimo, dove ancora più dure saranno le mie accuse nei confronti del fallimento del “modello Calabrese” e dove chiederò le sue dimissioni. Se, il Pd ragusano resterà ciò che è stato fino ad oggi, non ho motivo di frequentarlo. Rinnoverò la tessera perché io al Pd ci credo fortemente, ma poco parteciperò all’interno della sede di via Natalelli. Continuerò a svolgere la mia attività politica nella mia città e nelle sedi del Pd di altre regioni che sempre mi hanno invitata e accolta con grande entusiasmo.
Valentina Spata

mercoledì 2 gennaio 2013

Ingiustificabili i tagli ai servizi sociali. Più considerazione per le persone che per i numeri!










Alla cortese attenzione di:
Commissario Comune di Ragusa
 Margherita Rizza

Alla luce di quanto sta accadendo, dopo i tagli ingiustificabili ai servizi sociali che hanno toccato in modo particolare gli indigenti e gli anziani, ritengo che sia necessario  trovare delle soluzioni immediate al fine di evitare ulteriori disagi.
Ritengo che sia opportuno istituire un tavolo tecnico che si occupi della rivalutazione dei tagli ai servizi sociali.
Il Commissario ha il dovere, oltre che a risanare le casse comunali, di attivarsi con urgenza per scongiurare qualsiasi tipo di disagio sociale.
Il provvedimento che vede il taglio di 143,153 euro ai servizi sociali avrà un impatto sociale devastante e si rischia di degenerare in un grave clima di tensione sociale visto che ci saranno molte famiglie che non avranno più le risorse per far fronte alle spese di prima necessità e vedranno mancare l’assistenza necessaria per affrontare un percorso di vita più dignitoso.
Qui, non parliamo di numeri, ma di persone, di famiglie. Non possiamo abbandonare i tanti assistiti dai servizi sociali. Anziani, disabili spesso soli, bambini e ragazzi che rischiano di diventare manovalanza per la criminalità. Non si può fare una semplice operazione ragionieristica. E’ inaccettabile, oltre che poco sensibile, che la manovra di riequilibrio finanziario toccherà maggiormente le fasce più deboli.
Ricordo, al Commissario, Margherita Rizza, che i servizi sociali devono garantire i livelli minimi di assistenza e tutelare i diritti inviolabili di persone che sono soggetti di diritto.
Da esponente del partito democratico, da segretario della Fesica Confsal e soprattutto da assistente sociale, sono pronta a mobilitare tutto il settore coinvolgendo sia le famiglie che le associazioni di volontariato.
Chiedo, inoltre, al Commissario di chiarire tutti gli aspetti relativi agli interventi da affrontare all’interno del settore, le modalità e la tempistica con la quale bisogna distribuire in modo equo le risorse ai vari servizi sociali.
Chiedo, altresì che il Commissario si occupi della logistica e quindi delle attrezzature necessarie per rendere dignitosa la protesta che gli indigenti stanno portando avanti dal 27 dicembre, davanti la sede del Comune di Ragusa.  E’ sconcertante vedere uomini e donne dormire su un marciapiede al freddo, senza nessuna copertura e senza il sostegno e la solidarietà dei cittadini e delle forze istituzionali.
Pertanto, chiedo un incontro con l’Assessore Barone e il Commissario Rizza nella speranza che mi viene concesso al più presto e che possiamo trovare una intesa rispetto a questo provvedimento.

Valentina Spata

Grandiosa affermazione dei giovani democratici: Otto



Le primarie per la scelta dei parlamentari del partito democratico hanno rappresentato un grande strumento democratico ma anche un segnale di rinnovamento. 

Mi congratulo con Venerina Padua e Gigi Bellassai per il risultato ottenuto ma anche con tutti gli altri candidati che si sono messi in discussione. Sono dispiaciuta per quanto accaduto a Ragusa ma il tempo sarà galantuomo. 

In tutta Italia tanti giovani, nella futura legislazione, saranno deputati o senatori e di questo bisogna ringraziare l'organizzazione giovanile che ha avuto il coraggio e la capacità di presentare candidature e sostenerle con tutta la forza. 

Sono felicissima per la vittoria di Cecilia Ventricelli, 26 anni, candidata dei Giovani democratici che è stata la prima nella provincia di Bari con 3612 voti. Sono, altresì contenta per il grandioso risultato di Giuditta Pini a Modena e nelle Marche di Lara Ricciatti. Soddisfatta per l'affermazione di Francesca Bonomo, 28 anni che è arrivata seconda a Cesare Damiano a Torino. Felicissima per l'affermazione delle mie carissime amiche: Marianna Madia, deputata uscente a Roma e la giovanissima dirigente dei Gd, Tania Ruffa in Calabria. 

In Sicilia, ho avuto modo di congratularmi con Magda Culotta che è stata la prima degli eletti a Palermo e anche l'unica tra i giovani. 

I miei complimenti migliori sono andati a tutti i giovani democratici che hanno contribuito ad eleggere i loro candidati (sono 8 dell'organizzazione giovanile) e senza il loro contributo non sarebbero mai riusciti nella grande impresa. Mi piacerebbe vedere anche i Gd di questa provincia impegnati in un progetto politico capace di determinare candidature forti e necessarie come quelle appena citate. 

Con affetto,
Valentina Spata

Sicilia. Crocetta “Gestione rifiuti torna ai Comuni, soddisfazione del Governo".





Palermo 29 dicembre.
Il Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, l’assessore regionale all’Energia Nicolo’ Marino e il Governo tutto, esprimono soddisfazione per l’approvazione all’Ars, del disegno di legge presentato dalla giunta Crocetta, sulla gestione dei rifiuti. “I Comuni – dice il governatore – potranno in forma singola o associata provvedere alla gestione della raccolta dei rifiuti. Con questo provvedimento miriamo ad un abbattimento dei costi e ad un miglioramento della qualità dei servizi offerti ai cittadini”.


Il modello politico "Peppe Calabrese" è un fallimento. L'ennesima sconfitta, l'ennesima mortificazione del Capoluogo.



Il risultato delle primarie del Pd del capoluogo ragusano rappresenta l'ennesima mortificazione per il nostro partito e per l'intero territorio, causata da una classe dirigente incompetente e poco responsabile. 

A distanza di pochi anni dall'elezione del Segretario Peppe Calabrese e dall'insediamento della sua blindata e militarizzata segreteria ci troviamo a subire, ancora una volta, una vergognosa sconfitta. 

Ricordo a tutti che abbiamo perso le amministrative nel 2011 con un pessimo risultato della lista del Partito Democratico che ha visto concentrare i voti di mezzo partito esclusivamente sul nome del Segretario. 

Ricordo altresì, che nonostante Calabrese non è mai riuscito a trovare l'unità necessaria all'interno del partito, ha voluto candidarsi anche alle regionali, candidatura da me personalmente non condivisa e non sostenuta. 
Più che una candidatura, a mio avviso, è stata un'impostura personale ed un furto per la democrazia del nostro partito e del nostro territorio. Dietro il tentativo di far passare questa sua disponibilità a candidarsi sempre, ovunque e comunque come un sacrificio, si nasconde chi, travestito da arbitro, ha fatto di tutto per far perdere una squadra che aveva tutte le possibilità per essere vincente. 

Il modello politico "Calabrese", ritenuto da lui e da chi lo circonda vincente in quanto rappresentativo di rinnovamento e di cambiamento, è assolutamente fallimentare. Mi chiedo, ma il "rinnovamento", per il Segretario del Pd ragusano, vuol dire candidarsi ad ogni competizione elettorale senza dare spazio ad altri militanti ed iscritti che si impegnano quotidianamente? Perchè se questo è rinnovamento allora ho fatto bene a prendere le distanze da questo modello politico che è più vecchio della preistoria. 

La politica è una cosa seria, è spirito di servizio e non interesse personale. Ricoprire ruoli politici importanti, come quello che ricopre Peppe Calabrese, vuol dire avere la capacità di fare sintesi, di dare risposte concrete ai cittadini, di creare un'alternativa credibile e competitiva ma soprattutto di riuscire ad ottenere risultati importanti che agevolano non solo il nostro partito ma anche la nostra città. 

Un segretario competente e degno di ricoprire il ruolo di guida e di gestione di un partito politico come il Pd, non avrebbe mai permesso che nel capoluogo si fossero presentate quattro candidature facendo disperdere voti e non permettendo l'elezione di nessuno di loro. Non era mai successo nella storia della sinistra della nostra città che Ragusa non avesse nè il deputato regionale, nè il deputato nazionale. Non era mai successo che un Segretario di partito, che dovrebbe far votare per tutti i candidati ragusani, contribuisse a far eleggere candidati di altri comuni discreditando in modo agguerrito ed incomprensibile la candidata donna, espressione del pd di Ragusa. Un segretario di un partito non può permettersi di far prevalere motivazioni personali e non politici nei confronti di una persona che rappresenta la candidatura di tutti gli iscritti al pd ragusano allo stesso modo delle altre.
Tutto ciò è inammissibile e ingiustificabile perchè il Segretario Calabrese non può agire con egoismo e irresponsabilità pensando che solo lui può essere il protagonista di un progetto politico che tutti abbiamo costruito con grande sacrificio. Questo uomo ha manie di protagonismo davvero preoccupanti!!

Sono rimasta davvero allibita leggendo il comunicato stampa firmato dalla segreteria del Pd di Ragusa e soprattutto quando ho letto le seguenti dichiarazioni: "Aggiungiamo con rammarico che la Barone mai ha inteso chiedere sostegno al gruppo che oggi fa riferimento al segretario cittadino, pur sapendo che lo stesso aveva compiuto un passo indietro". Io credo che il sostegno di un candidato dello stesso partito non si deve chiedere perchè è naturale che avvenga, a prescindere dal benestare del Segretario che sicuramente ricopre un ruolo importante ma che deve rispettare la volontà di tutti senza nessuna discriminazione. 
 Mi chiedo: ma questo segretario chi si crede di essere?? Invece di pensare ai tanti problemi che la nostra città sta affrontando, invece di pensare alle tante famiglie in difficoltà, agli indigenti che da giorni protestano di fronte al Comune, questa "specie" di dirigente politico pensa ad attaccare e criticare chi, come la Barone, ha portato un grande contributo al nostro partito. Invece di ammettere la sua evidente incapacità a tenere unito e a rendere forte il circolo del capoluogo, pensa a criticare chi si è speso con servizio per l'intero partito. 

Calabrese, per l'ennesima volta ha dimostrato scarsa considerazione per la classe dirigente, che nel nostro territorio lavora e ha radici forti che lui mai potrà avere. E non è possibile parlare di democrazia e di confronto aperto se ci si affronta con arroganza, senza lealtà, senza strategie politiche che dovrebbero rendere più forte il nostro partito e soprattutto senza consapevolezza che la politica si fa per spirito di servizio e per il bene collettivo.

Ho cercato tante volte di credere che qualcosa poteva cambiare in casa Pd a Ragusa, ma adesso sono certa che ogni speranza è stata spazzata via e che Calabrese non riuscirà mai ad unire un partito che vive oggettivamente delle difficoltà enormi. Per fare sintesi abbiamo bisogno di una figura ragionevole, competente e soprattutto capace di affrontare le divergenze con calma e pazienza. Per questo ritengo che l'unica scelta matura che possa fare il Segretario del Pd Calabrese è quella di dimettersi dando spazio a chi ha maggiori capacità. Mi auguro che non abbia intenzione di candidarsi a Sindaco per le prossime amministrative perchè la città di Ragusa merita di avere un governatore serio, capace di ascoltare i bisogni dei cittadini e soprattutto  capace di trovare soluzioni immediate ai problemi e progettare programmi di crescita lungimiranti ed efficaci. 

Con profondo  rammarico, 
Valentina Spata