martedì 23 aprile 2013

Dont' Stop Formazione: lettera alla Direzione Nazionale del Pd




Questo messaggio raccoglie i pensieri estemporanei di un gruppo di ragazzi legati da sentimenti di amicizia e cooperazione nati grazie alla condivisione del progetto di formazione Finalmente Sud!
Un progetto che si affianca alle altre scuole come Officina Politica o Cortona e che consentono al Partito Democratico - secondo noi - di alimentare quel minimo di apertura verso l'esterno che oggi può vantare.

Tanti sono coloro che si avvicinano alla Politica inesperti e poco competenti e proprio per questo la formazione diventa linfa vitale di un partito che potrà pretendere disciplina al suo interno solo se ha un'anima a cui far riferimento, un obiettivo che sia comune e condiviso.

Sfumature queste che non si conquistano solo sul campo, ma individuabili grazie ad una formazione che costruisca il cambiamento, non solo politico, ma soprattutto e innanzitutto, sociale e morale. Serve una formazione che trasmetta  identità e senso di appartenenza, che insegni che se si è classe dirigente si ha la responsabilità di seguire la linea progettuale costruita attraverso il confronto interno.

Anche per questo le correnti ritrovino poi il loro senso primordiale, essere cioè differenti sensibilità all'interno di un partito i cui militanti guardano nella stessa direzione.

La formazione politica è necessaria e fondamentale e deve essere continuata. Dobbiamo continuare il percorso iniziato, dobbiamo migliorarlo. Le voci di spesa da tagliare siano altre. Non possiamo assolutamente distruggere tutto ciò che si è costruito con amore, con passione e con determinazione.

Finalmente Sud, per noi è stato fino ad oggi luogo di incontro, di confronto, magari di scontro ma certamente di crescita personale e politica!

Ha creato una rete di collaborazione e nella maggior parte dei casi di amicizia che senza questa esperienza non si sarebbe mai formata. Abbiamo riscoperto il senso di appartenenza in un partito che a volte sembra solo un agglomerato di correnti sconnesse tra loro.

Finalmente Sud ci ha permesso di creare una rete territoriale che comprende tutto il Mezzogiorno e ci sta insegnando a lavorare insieme. Ci sentiamo vicini alla meta, ma non ancora pronti. Serve continuare su questo percorso. E se gli applausi che avete dispensato ieri a Napolitano sono frutto di una reale consapevolezza, non smettiamo di lavorare sul Mezzogiorno e continuiamo a formare la sua classe dirigente del prossimo futuro.

Se chiude la formazione, chiude una parte essenziale per un partito che si prefigge lo scopo di proporre al Paese una classe dirigente preparata e pronta.

Il PD deve tagliare nuovamente i nastri di partenza lasciandosi alle spalle il ricordo storico delle appartenenze personali di ognuno. Bisogna ripartire dalla sua carta costituente. Serve ricreare un partito in cui ognuno si senta parte di un progetto per la società, di cui fanno parte in egual misura anche i circoli, i tesserati e gli elettori.

Buon lavoro e ricordate che lì, oggi, non state discutendo chiusi in una stanza, ma idealmente parlate ad una piazza che è l'Italia. Una piazza che ha necessità di ritrovare serenità e condivisione, ma soprattutto progetti, idee ed ideali. Non vi dimenticate di questi ultimi e difendiamoli con coerenza e serietà. Vi invitiamo, infine, a venire a lavorare con noi ad uno dei nostri incontri nazionali full immersion. Sarà così che noi potremo crescere, insieme a voi e con idee comuni.
E che la storia e gli errori siano da insegnamento, per questo nuovo processo.

In bocca al lupo a tutti noi.
A chi vuol FARE.
A chi vuol bene al PD ed al Paese tutto.

Valentina Spata
Fabio Arena
Leonardo Ciarmoli
Massimo Donisi
Francesca Fascella
Emanuele Marando
Barbara Panetta
Chiara Pappadà
Ciro Passeggia
Rosaria Tassaro

lunedì 22 aprile 2013

Il Pd: un Partito Dilaniato dai personalismi e dai tatticismi!

Sono una delle fondatrici del Partito Democratico. Ho votato la mozione a favore della sua costituzione nell'ultimo congresso dei Ds. Sono stata una di quei militanti che dal 2007 ad oggi ha contribuito a costruire un soggetto politico che doveva essere innovativo e riformista. Un progetto che doveva essere capace di mettere insieme tutte le varie personalità, le storie politiche di ogni componente che proveniva dai Ds, dalla Margherita e per la prima volta anche dalla Società civile.
Un partito che fino a pochi giorni fa, non so adesso, era il primo partito del Paese.
Un contenitore politico dove tante sono le diversità, sia rispetto alle personalità che lo costituiscono, sia alle idee che lo riempiono di contenuti. Una diversità che doveva essere costruttiva e non distruttiva. Una diversità che doveva porre le basi per un vero confronto.
Una diversità che con gli anni invece di unire ha diviso attraverso la costituzione di molte "aree", troppe. Siamo arrivati al punto che ormai la mattina ognuno si alza e decide di essere un "area".
Io non credo alle "aree" ma ho sempre creduto nella vera anima di questo partito: i militanti. Tanti uomini, donne, giovani che quotidianamente lavorano, con grande sacrificio e passione, per il bene del partito e dei loro territori.Persone che ogni giorno ci mettono la faccia, che parlano per e con il Partito Democratico. Che organizzano le campagne elettorali nei territori, che portano i gazebi nelle piazze, che vanno in giro per volantinare e parlare con la gente, che accolgono l'elettorato e i cittadini nelle sedi del Pd.
Persone che spesso non sono ascoltate dai dirigenti romani e che spesso vengono abbandonati con i loro problemi nei loro territori.
L’Italia sta affrontando una crisi politica molto più tragica di quella economica, riconoscibile nella sfiducia verso le istituzioni e verso i rappresentanti: in nessun altro modo si spiegherebbe il successo del Movimento 5 Stelle, espressione dell’anti politica, della rabbia e della disperazione di buona parte degli italiani.
Dopo la delusione dovuta alle elezioni, il PD pare si sia dato un po’ più da fare, iniziando dalla pubblicazione dei suoi “8 punti per un governo d’emergenza”: legge elettorale, taglio dei costi della politica, conflitto di interessi, legge anticorruzione, sono solo alcuni dei punti che il nostro partito si propone di riformare; un po’ più di tempismo probabilmente non avrebbe fatto male, visti i tre mesi di campagna elettorale che avevamo a disposizione, ma ormai è andata così. Abbiamo inseguito per quasi due mesi il M5S per fare un accordo su questi punti, ci siamo pure umiliati di fronte all'arroganza dei capi gruppo del movimento di Grillo. E in questi mesi eravamo comunque riusciti a mettere in discussione la validità, la serietà del M5S che per certi versi non risultava più essere il vero cambiamento per molti italiani che lo avevano votato. E lo abbiamo fatto involonariamente ma se solo avessimo la capacità di ascoltare la gente, forse avremmo saputo scegliere la strada giusta da percorrere.
Ma poi vedo in 48 ore il Pd, il mio partito, che si sgretola come quando una palazzina crolla in un unico colpo, e quindi non posso che essere amareggiata e arrabbiata. Ed è proprio in questo momento che capisco che la distanza tra la dirigenza del mio partito e la realtà è incolmabile.
Il Presidente della Repubblica è una figura istituzionale di grande valore e il processo di scelta, pertanto, dovrebbe essere complesso, lungo pensato e meditato. Quindi, come sostiene l'On. Giuditta Pini, una giovane compagna parlamentare, è necessario "proporre un candidato, ritirarlo, fino a quando non si trova una mediazione".
Solo che questa volta, non se ne comprende il motivo, non è stata fatta una scelta ponderata.
Come dichiara l'On. Pini "questa volta sembrava che se non si fosse fatto il presidente in tre giorni sarebbe finito il paese".
Pertanto, non comprendo come si sia potuta proporre la candidatura di Marini, che rappresentava chiaramente l'accordo con il Pdl di Berlusconi. Una candidatura rispettabilissima, ma non condivisa da tutti i parlamentari, da noi militanti e soprattutto dai cittadini. Il problema non è il nome ma il metodo di scelta e ciò che rappresentava questa candidatura. Ora, capisco che i nostri parlamentari erano impegnati nelle aule di palazzo ma noi abbiamo lanciato in tanti modi messaggi che esprimevano chiaramente il dissenso, non solo della base del pd ma anche del nostro elettorato con cui solo NOI abbiamo il reale contatto quotidiano. Abbiamo urlato, mandato emssaggi, chiamato, utilizzato i social network, occupato le sedi del Pd, minacciato le dimissioni in massa, c'è pure chi ha bruciato le tessere. Ma la domanda sorge spontanea: ma dove cavolo vivete? Ma come potete pensare che la gente voti il nostro partito se non siete riusciti ad ascoltare neanche la vostra base?
E poi sinceramente non comprendo per quale motivo Rodotà non poteva essere il candidato giusto, nessuno ha provato a parlare con lui, se non chiamando la figlia e chiedendo di far rinunciare il padre alla candidatura. Ma se eravate una classe dirigente competente, accettavate subito la candidatura di Stefano Rodotà e se non volevate votarlo ci provavate, lo bruciavate come avete fatto con i nostri, ma quantomeno oggi potevamo dire che ci abbiamo provato e che abbiamo preso in considerazione la proposta del M5S.
Ma ciò che ha ridicolizzato maggiormente il nostro partito, di fatto lacerandolo, è stata la figuraccia della mancata elezione di Prodi. Avete chiamato una persona stimatissima, con grande valore e personalità, senza preparare bene la sua candidatura. Ma come possiamo, noi giovani prendere esempio da chi non è stato in grado di preparare una candidatura alla Presidenza della Repubblica e farla votare all'unanimità dal nostro stesso partito? E non sto qui a dire cosa penso dei 100 franchi traditori perchè sarei molto volgare. Credo, però che la classe dirigente del mio partito aveva il dovere di cercare il dialogo, il confronto e di trovare soluzioni per presentare una candidatura che potesse ridare fiducia ai cittadini e potesse portare stabilità a questo paese martoriato e lacerato dalla crisi e dal malessere sociale.
La candidatura di Prodi, a mio avviso una grande personalità, sicuramente la migliore in campo, sarebbe stata quella perfetta che il Pd avrebbe dovuto far condividere, attraverso il dialogo e il confronto, attraverso strategie serie, anche dal M5S. Ed invece è stata sacrificata per rancori personali tra "aree vecchie" e "arre nuove".
E il punto di questa vicenda non è il nome di uno o dell'altro ma i metodi scelti dai dirigenti del mio partito nel presentare la candidatura del Presidente della Repubblica. Noi siamo il partito che comunque ha la maggioranza in parlamento e il maggior numero di grandi elettori. L'errore più grande che abbiamo commesso è stato quello di rincorrere prima Grillo e poi Berlusconi, prima con i consigli di una parte che voleva l'accordo per il governissimo, poi per il semplice fatto che Bersani voleva essere il Premier di questo Governo a tutti i costi. Errori gravissimi, da dilettanti allo sbaraglio. Dirigenti che oltre ad essere distanti dalla realtà, fanno capire di non amare questo partito, di non amare il loro stesso Paese, di non amare questa nuova generazione che chiede un cambiamento.
Con ciò non voglio dare tutte le responsabilità a Bersani, per me è una persona seria e onesta, un Segretario che comunque ha tenuto unito il Pd e ha ricomposto il centro sinistra, ma alcune volte bisogna capire quando è il momento di fare un passo indetro. Lui avrebbe dovuto farlo perchè abbiamo perso le elezioni e non era più il momento giusto per lui, per noi e per tutti.
Non so se votando Rodotà avremmo potuto accordarci con i girllini e fare un Governo perchè purtroppo, e dobbiamo dirlo, i deputati del M5S non hanno mai voluto avere un confronto con noi e quindi non potevano pretendere di proporre un nome, e con la scusa di tirare in ballo il popolo, obbligarci a votarlo.
Ritorno a dire che un Presidente della Repubblica è frutto di diverse consultazioni, mediazioni, discussioni. Per scegliere al meglio, bisognava trovare alternative e non fossilizzarsi solo su un nome. Questo è stato l'errore del M5S che deve prendersi le proprie responsabilità a prescindere dai gravissimi errori del Pd.
E a loro, ai parlamentari del M5S, voglio dire che non c'è nulla da festeggiare in merito alle sconfitte del Pd, perchè se ancora non lo hanno capito, mi preme fargli notare che da tutto questo caos chi ne è uscito "vincitore" è proprio Berlusconi e non noi, e non loro. Per l'ennessima volta, la dirigenza del mio partito ha fatto vincere l'unico nostro avversario.
Pertanto, con grande amarezza e delusione devo dire che la classe dirigente del Pd ha dimostrato di essere il peggior esempio che noi giovani potevamo avere. Intanto, i nostri elettori disorientati non comprendono i nostri percorsi e continuiamo a perdere consenso. Cosa sarà di tutti noi? Non lo so, vedremo nei prossimi giorni cosa accadrà, ma di certo è necessaria una grande riflessione e un profondo cambiamento.
Il cambiamento dovrebbe partire dalle scuse di chi ha ridicolizzato e portato allo sfacello il nostro partito. Scuse che devono essere fatte nei confronti di chi ogni giorno si impegna quotidianamente e ci mette la faccia con la gente nei territori.
E ai giovani di questo partito invece voglio dire che è arrivato il momento di agire ma soprattutto di mettere da parte le nostre appartenenze per costruire un percorso comune. Non ci sono nè i Giovani Democratici, nè altri gruppi che possono far valere il loro essere "area" o "gruppo". Questa è una battaglia che dobbiamo vincere tutti insieme e che non vede protagonisti e personalismi. Guardando dentro, credo che ci sia molto vecchiume anche tra alcuni giovani. Ecco, questo vecchiume dobbiamo sostuirlo con il buon senso, con lo spirito di servizio e con la voglia di ricostruire un partito che ci appartiene e che ci dobbiamo riprendere.
Io voglio un partito dove si dialoga, ci si confronta con la base, si rende partecipe la gente. Un partito che dia una formazione vera, seria e capace ai giovani che hanno tanta voglia di mettersi in discussione e di dare il loro prezioso contrbuto. Sono una giovane donna meridionale che è stata impegnata in prima linea nel corso di formazione di Finalmente Sud. Mi auguro che questo partito non ci privi anche di questi strumenti, che oltre a farci crescere politicamente ci permettono di credere ancora in questo progetto politico che ha bisogno della linfa vitale delle nuove generazioni. E ricordando la scuola politica del vecchio ma funzionale Pc "le frattocchie", credo che Finalmente Sud, migliorato sulla forma e sulle modalità, debba essere la base su cui formare una nuova classe dirigente capace di rapportarsi con i territori, di trovare soluzioni immediate ai problemi reali del Paese,di trovare soluzioni innovative per lo sviluppo e la crescita del meridione e di creare le basi per un futuro migliore per le prossime generazioni a cui non possiamo far vivere il disastro che stiamo vivendo noi per colpa di chi in questi vent'anni ha di fatto fallito. 

Valentina Spata

domenica 21 aprile 2013

VALENTINA SPATA AL TAVOLO TECNICO PER LA RIFORMA DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE.

Si è tenuto ieri, 9 aprile 2013 a Palermo, il tavolo regionale convocato dall’Assessore alla Formazione Professionale, Nelli Scilabra con le sigle sindacali, per condividere con loro i prossimi passi della riforma e tranquillizzare i lavoratori della formazione professionale. Era presente anche la Dott.ssa Corsello, dirigente generale alla Formazione e al Lavoro.
Al vertice ha partecipato, in rappresentanza della Provincia di Ragusa, anche il Segretario della Confsal, Valentina Spata.
“Onorata di aver partecipato a questo importante tavolo di confronto con l’Assessore Regionale, Scilabra – dichiara Valentina Spata – sono convinta che siamo sulla strada giusta per riformare un sistema, entrato in crisi già diversi anni fa, ormai saturo”. “Finalmente, con questa nuova amministrazione regionale, si sta facendo luce su tante vicende oscure e si sta provvedendo per ridare dignità ai lavoratori di questo settore”.
Dall’incontro è emerso che l’Assessore Regionale non torna indietro rispetto all’Avviso 20 che terminerà il 7 giugno. Per alcuni Enti ci sarà la proroga di qualche mese. Non c’è e non c’è mai stata la copertura finanziaria per il secondo e il terzo anno dell’Avviso 20, pertanto si sta pensando di avviare nuovi bandi per il futuro della Formazione. Al termine dell’Avviso 20, quindi, i dipendenti confluiranno in corsi di aggiornamento-riqualificazione per cinque mesi, successivamente inizieranno i corsi attraverso nuovi bandi. Una misura, quella della riqualificazione, pensata proprio per garantire il passaggio dal vecchio sistema al nuovo. Il nuovo piano dell’offerta Formativa che stanno preparando sarà finanziato con le somme del Piano Giovani. “Abbiamo la copertura finanziaria per la riqualificazione e il nuovo piano formativo . I lavoratori verranno tutelati, i sindacati dovrebbero insorgere contro i licenziamenti” – dichiara l’Assessore Scilabra durante il suo intervento.
Anche i lavoratori degli Enti cancellati e degli Enti a cui è stato e verrà revocato l’accreditamento verranno inseriti sia nei corsi di riqualificazione, sia nei nuovi bandi insieme a tutti gli operatori degli Sportelli.
Intanto, la Dott.ssa Corsello si sta occupando della realizzazione del nuovo bando per l’accreditamento degli Sportelli Multifunzionali.
“E’ necessario, prima di ogni cosa, accelerare i mandati di pagamento dell’Avviso 20 e verificare che gli stessi arrivino ai lavoratori – ha dichiarato la Spata durante il suo intervento a Palermo – ed è necessario affrettare l’iter per il pagamento del 20% della Cassa Integrazione”. “Inoltre, - continua il Segretario della Confsal, Valentina Spata, intendo precisare, in merito alle lettere di licenziamento che i dirigenti degli Enti stanno mandando o hanno intenzione di mandare ai lavoratori, che sono illegittime. I licenziamenti non possono essere messi in atto in quanto non sono previsti dalla legge 223/91 e sono in forte contrasto con il CCNL (contratto collettivo nazionale di lavoro) e con le leggi regionali che disciplinano la Formazione Professionale. E’ stato verificato e accertato e quindi come sindacato Confsal, con la collaborazione dei colleghi dello Snals, ci opporremo, con tutte le forze, contro questi atti strumentali che allarmano i lavoratori e che non porteranno nessun vantaggio agli Enti”. “Faccio presente inoltre, continua la Spata durante il suo lungo intervento, che ciascun responsabile di Enti ha sottoscritto una dichiarazione per l’avvio dei corsi dell’avviso 20 in cui si impegnavano a rispettare il CCNL.
Pertanto risulterebbe una dichiarazione mendace in quanto in contrasto cn l’articolo 26 del CCNL che nn prevede la messa in mobilità se nn all’interno di Enti o di Enti pubblici convenzionati , così come previsto anche dalla legge 10/1994”.
La Dott.ssa Corsello, durante l’incontro ha ribadito che sono state mandate le diffide agli Enti (3-4-5 Aprile 2013), anche a quelli della Provincia di Ragusa, che hanno commesso irregolarità e che, nonostante la Regione abbia mandato il finanziamento entro il 31/12/2011, non hanno pagato il personale dipendente. A breve arriveranno anche le revoche dell’accreditamento che non avranno ripercussioni negative nei confronti dei lavoratori in quanto verranno tutelati. Inoltre, la Dott.ssa ha dichiarato che verrà utilizzato l’Albo degli assunti fino al 31/12/2008 e pertanto le assunzioni del 2009, in netto contrasto con la legge, risultano essere irregolari e non verranno riconfermate.
“Per quanto riguarda l’Enaip di Ragusa, tengo a precisare – conclude Valentina Spata - che i mandati di pagamento relativi al primo acconto sono stati emessi nella giornata di oggi 10 aprile 2013, pertanto è mia premura rassicurare tutti i dipendenti, anche quelli che pensavano che i mandati erano stati bloccati a causa delle azioni legali messe in atto da alcuni colleghi”.
Il prossimo tavolo tecnico è stato convocato il 16 e il 17 aprile a Palermo che vedrà , nuovamente, la presenza del Segretario della Confsal di Ragusa, Valentina Spata.
Il segretario provinciale della Confsal, Giorgio Iabichella, esprime soddisfazione per l'avvenuta convocazione al tavolo regionale sulla formazione. "Sono felice che la nostra O.S. - commenta Iabichella - sia stata convocata al tavolo che rivoluzionerà la formazione professionale in Sicilia e certo che la nostra delegata, Valentina Spata, saprà far combaciare il diritto alla legalità con la tutela dei posti di lavoro. Ringrazio l'Assessore Regionale, Nelli Scilabra per la sensibilità dimostrata nei confronti dei lavoratori del settore."