mercoledì 6 novembre 2013

il Regista Ivan Vadori presenta il suo documentario "La Voce d'Impastato" a Bagheria.

Ho conosciuto Ivan Vadori per caso, durante il periodo in cui ho ricevuto le prime minacce. 
Mi è stato molto vicino. Un ragazzo molto dolce. La sua grinta riesce a coinvolgere chiunque. 
Ma quello che mi ha colpito maggiormente è la sua voglia di mettersi sempre in discussione. 
Un ragazzo che ha scelto di portare alta la memoria di Peppino Impastato, ucciso a Cinisi il 9 maggio 1978, in tutta Italia e non solo. 
Un polentone con il cuore nel profondo sud. Con il cuore nella storia di Peppino Impastato che lo porta a realizzare un film-documentario attraverso le testimonianze di chi lo ha conosciuto. E racconta quanto fosse geniale l’idea di Peppino di contrastare la mafia per mezzo dell’ironia e del sarcasmo. 
Perchè Peppino aveva capito come colpire i mafiosi. Attraverso Radio Aut, seguita da tutto il paese, con l'ironia e il sarcasmo ridicolizzava i mafiosi e li rendeva poco "uomini d'onore". 


Il documentario "La voce d'Impastato", per la prima volta proiettato ad aprile a Cinisi approfondisce la ricerca su Radio Aut, lo stretto legame di essa con la rete, il depistaggio dell’omicidio di Impastato, i collegamenti tra le attività di Peppino e l'assassinio dei due carabinieri di Alcamo Marina: Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta. Nel documentario molto interessanti sono le interviste al giornalista di “Repubblica” Salvo Palazzolo, il magistrato Gian Carlo Caselli, il sociologo Nando Dalla Chiesa, la giornalista de “il Fatto Quotidiano” Antonella Mascali, il presidente di “Rete 100 Passi” Danilo Sulis, il fratello di Peppino Giovanni Impastato, il presidente di “Libera” Don Ciotti, il magistrato Franca Imbergamo, lo scrittore Carlo Lucarelli, il co-autore di “Radio Aut” Salvo Vitale.

Ivan Vadori, ormai diventato famoso regista, racconta a Bagheria, una delle tante tappe in Italia di presentazione del suo documentario, quanto sia stato difficile trovare fonti di finanziamento per la sua opera. Che poi è un'opera nazionale oltre che "orgogliosamente" siciliana. L'unico modo, visto che per ottenere fondi nazionali bisogna avere un'attività di produzione ben avviata, è quello di chiedere ai suoi spettatori una quota di 10 euro per l'acquisto di una copia del DVD del suo documentario. E sembra che le cose stiano andando più che bene. Tantissime le tappe in Italia. Dal Nord al Sud è riuscito a riportare la memoria di Peppino. Perchè Peppino vive in ognuno di noi! 

Ma tutti si domandano: per quale motivo un polentone friuliano ha tutto questo interesse per la storia di Peppino Impastato? Ce lo racconta lui: "Ho assistito ad uno spettacolo teatrale su Peppino e su Aldo Moro (i cui cadaveri sono stati scoperti entrambi il 9 maggio 1978) prima che uscisse il famoso film di Marco Tullio Giordana, I Cento Passi e rimasi letteralmente folgorato. Nel 2006, feci un campo scout a Messina e, dopo, andai a Palermo e Cinisi. A Palermo andai per deporre un fiore sulla tomba di Falcone e uno sulla tomba di Borsellino, a Cinisi andai per ripercorrere i luoghi di Peppino ed ebbi la fortuna d'incontrare il fratello Giovanni, al quale ancora oggi mi lega una profonda amicizia". 

E da qui iniziò la sua bella ed entusiasmante esperienza. 

Ivan, carissimo amico, mi invitò sia a Cinisi per la presentazione ufficiale che in altre iniziative. Purtroppo a causa di miei diffusi impegni politici non ho potuto partecipare. Ma qualche giorno fa quando mi disse che sarebbe venuto a Bagheria ho disdetto tutti gli impegni e sono andata ad abbracciarlo e a guardare per la prima volta il suo documentario. Ne rimasi colpita. Pertanto vi invito tutti ad invitarlo nelle vostre città per la proiezione del suo interessantissimo documentario. 

Un'opera davvero importante. Alla fine della proiezione rimasi colpita perchè tra i tanti nomi che figuravano nei titoli di coda c'era anche il mio. Una grande emozione per me!

All'iniziativa di Bagheria, che sono andata con Maria Laura Maggiore, ospiti erano anche Giovanni Chinnici figlio del magistrato Rocco Chinnici, il magistrato Michele Ruvolo e il mitico Giovanni Impastato, il fratello di Peppino.
Una platea affollata e calorosissima. Particolarmente intenso e vibrante l’intervento di Giovanni Impastato, fratello di Peppino divenuto un simbolo della lotta alla mafia. Un tuffo nella storia di quegli anni, le lotte di Peppino, il rapporto con il padre, l'intreccio con la politica e il racconto di quando erano piccoli. 
Ed infine conclude dicendo: "mio fratello Peppino è patrimonio di tutti, non solo di una parte. Peppino è di tutti, le sue idee sono di tutti, non solo di alcuni militanti politici che fanno riferimento alla sinistra radicale. La pace, la fame nel mondo, l’ambiente, i beni comuni. È un peccato fossilizzarlo, ingabbiarlo all’interno di un’ideologia”.

Da sinistra: Maria laura Maggiore, Ivan Vadori, Giovanni Impastato, Io

Insomma una bella esperienza che ho vissuto con grande felicità. Sono orgogliosa e fiera di aver conosciuto Ivan e Giovanni Impastato. Insieme sono due personaggi spettacolari. Nei loro modi e linguaggi diversi si completano e rendono ancora più viva l'esistenza di Peppino. 
Quella di Peppino fu una “tragedia” ma noi non l’abbiamo ricordato per la sua morte bensì per il colpo che inflisse alla mafia. Per il suo genio. Per quello che ci insegna il suo sacrificio. Per la grande intelligenza di Peppino. Lui conosceva bene i mafiosi. e per sconfiggerli bisogna conoscerli. Bisogna sapere come vivono. E li ha combattuti con l'ironia ma soprattutto con i mezzi di comunicazione. 
Non è stata solo una iniziativa commemorativa, anche se ci sono stati autorevoli interventi, piuttosto un punto di partenza per tanti giovani che si avvicinano ad importanti tematiche, chiedendo di dire la loro e non di rimanere annoiati a prestare ascolto. Per noi Peppino è diventato un esempio che ci dà la spinta per combattere contro l’illegalità nel nostro piccolo e contro la mafia.
Adesso lavoriamo per realizzare la presentazione de "La Voce d'Impastato" anche a Ragusa. 


Io e Giovanni Impastato



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