martedì 15 gennaio 2013

Traffico Umano: 55 arresti. Valentina Spata, Responsabile della Rete della Legalità del Mezzogiorno d'Italia, esprime grande soddisfazione per l'esito dell'operazione.




Uomini, donne e bambini venduti al primo offerente e utilizzati per traffici illegali in cambio di una illusoria speranza e di una nuova vita che mai vedranno. 

Questo aumento esponenziale del traffico mondiale di persone, quello che oggi si definisce “traffico umano”, è in gran parte un sottoprodotto dell’economia mondiale. Questa nuova economia da una parte ha infranto le frontiere e le economie nazionali assistite e, dall’altra, ha drasticamente inciso sulla distribuzione della ricchezza fra le nazioni e le persone. Mentre ha prodotto un’enorme ricchezza per alcuni individui, nazioni e imprese, ha ridotto in miseria miliardi di persone. I poveri del mondo, che spesso vivono con meno di un dollaro al giorno, hanno poche o nessuna possibilità di scelta. Con una popolazione così enorme a loro disposizione è molto facile per i trafficanti di esseri umani costringere le madri a vendere i propri figli o ingannare un adolescente facendogli credere di poter trovare lavoro in una nazione più prospera. Tutto quello che occorre è nutrire un po’ di speranza e la convinzione che questa nuova economia possa lavorare a proprio favore. Nello stesso tempo i trafficanti hanno poco da temere, perché il traffico, in quanto attività di mercato nero, è difficile da rintracciare e ancor più difficile da perseguire. Non esiste una giurisdizione internazionale per gli avvocati dei diritti umani, per cui l’istruzione di un processo molte volte è demandata alle stesse vittime, che spesso hanno troppa paura per testimoniare contro quelli che le sfruttano. 

Per questi motivi, oggi il traffico di esseri umani è, dopo quello di armi e droga, il terzo maggiore commercio illegale: un commercio di 27 miliardi di dollari l‘anno. Questo commercio sommerso cerca di estendere le proprie attività a tutte le regioni del mondo comprese quelle italiane. 

Esprimo grande soddisfazione e plauso – dichiara Valentina Spata, Responsabile della Rete della Legalità del Mezzogiorno d’Italia - per l’esito delle indagini che hanno visto l’arresto di 55 persone accusate di traffico umano. 

Alcune organizzazioni criminali, radunavano i migranti provenienti dal Corno d’Africa e li smistavano nei porti maltesi e greci prima di dirottarli verso alcune città italiane. Successivamente, dopo la fornitura di documenti falsi, venivano mandati nelle capitali d’Europa. 
Le indagini, durate circa un anno e mezzo - dichiara la Spata – sono state avviate dalla Procura di Modica nella nostra Provincia, poi dalla Procura di Catania e da quella di Firenze che, per il carattere di stampo mafioso, sono state coordinate dalla Direzione Nazionale Antimafia. 
L’operazione delle procure di Catania e Firenze hanno smantellato due organizzazioni composte da 55 membri (quelli finora accertati) tra cui Hussein Mohames Abdurahman, un mediatore culturale dell’ambasciata italiana a Nairobi e Mohamed Sheik Ali Bashir, un collaboratore del World Food Program delle Nazioni Unite.  
Sono tutti accusati di favoreggiamento aggravato di immigrazione clandestina, contraffazione di documenti, esercizio abusivo di attività finanziaria e riciclaggio, oltre ad altri reati minori. 

A coordinare le operazioni nel nostro paese sono state, e lo dico con grande orgoglio – afferma la Spata- la Squadra Mobile di Ragusa, il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, il Corpo della Guardia di Finanza, Il Nucleo Operativo di Polizia Tributaria e le Fiamme Gialle di Firenze. A coordinare le operazioni a livello internazionale ha contribuito l’organo europeo che si occupa di antimafia, l’Eurojus. 

Sebbene questa realtà sia scoraggiante – conclude Valentina Spata - c’è ancora speranza. Un numero crescente di movimenti, di associazioni e la grande competenza delle forze dell’ordine e degli organi Antimafia in Italia e all’Estero, lavorano con grande coraggio e dedizione per contrastare il traffico di persone, così come quello degli organi.  Questa è la ragione per la quale anche noi, con la Rete della Legalità del Mezzogiorno d’Italia, ci sentiamo chiamati a rispondere a questo male mostruoso. Lavoriamo per sensibilizzare i cittadini, soprattutto i bambini e i giovani nelle scuole e nei luoghi da loro frequentati, per conseguire la maggiore informazione possibile in modo tale di essere meglio attrezzati per poter combattere un fenomeno così terribile. 



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